Le esigenze elettorali RSU di qualcuno…

Roma -

 

Dagli Uffici RTS di Perugia in questi ultimi giorni le lavoratrici ed i lavoratori stanno promuovendo una nuova iniziativa con l’intenzione di proseguire la partita della perequazione dell’Indennità di Amministrazione. Tale iniziativa intende spostare il confronto nelle aule dei tribunali alla ricerca di una sentenza volta all’eliminazione di una oramai ingiustificata difformità di trattamento tra lavoratori appartenenti allo stesso ruolo professionale.

Tracciamo un breve riassunto di quanto avvenuto finora. A seguito delle richieste pervenute sia dai lavoratori delle RTS che da quelli degli uffici centrali a fine novembre 2017 la nostra Organizzazione Sindacale è stata da subito intenzionata a organizzare un incontro con i lavoratori come richiesto nelle decine di petizioni sulla perequazione dell’indennità di Amministrazione al MEF, pervenute dalle RTS e dagli uffici centrali. La USB PI MEF si è attivata per dare consistenza a questa rivendicazione di tutti i lavoratori del MEF.

Nell’intento di realizzare un percorso condiviso con tutte le OO.SS. del MEF abbiamo quindi indetto, con la UILPA MEF, una riunione intersindacale e un primo incontro nazionale con i lavoratori.

In seguito a tale iniziativa si sono aggregate molteplici Organizzazioni Sindacali e, dopo anni di totale frammentazione del fronte sindacale, fino a gennaio 2018 si è avuto una forte iniziativa unitaria. Tale circostanza ha permesso di mettere la questione al centro degli obiettivi prioritari dell’attività sindacale e attirare l’attenzione della Parte politica e dell’Amministrazione su questa problematica.

Tuttavia dopo una apertura positiva da parte degli organi politici del Dicastero, nella persona del sottosegretario Barretta, sul percorso rivendicativo si è intrufolato un emendamento ulteriormente sperequativo per i lavoratori del MEF, il comma 685 dell’art. 1 della L. 205/17, ultimo colpo di coda di un’Autorità politica in fase di liquidazione con lo sguardo già rivolto alla campagna elettorale. Con l’approvazione di tale comma sono stati stanziati ben 7.000.000 di euro per i prossimi tre anni a favore del MEF quali indennità di amministrazione e retribuzione di posizione. Tale norma demanda ad un successivo Decreto ministeriale l’individuazione di detti Uffici. Da subito abbiamo denunciato che l’applicazione dell’emendamento potesse riguardare esclusivamente una piccola parte dei lavoratori andando ulteriormente ad alimentare insopportabili discriminazioni salariali anziché approntare strumenti perequativi del trattamento economico di tutti i lavoratori del MEF. Sembra al momento confermato dai rumors di palazzo il nostro timore ovvero che l’Amministrazione sia intenzionata a destinare tale somma a pochi dirigenti ed a qualche centinaio di dipendenti di Via XX Settembre.

Allo stesso tempo un’altra occasione è stata persa con la firma del vergognoso CCNL delle Funzioni centrali da parte di CGIL–CISL-UIL-UNSA e INTESA, che di fatto ha ipotecato anche la discussione su questa vicenda. Il contratto dopo otto anni di vacanza si limita a elargire misere mancette preelettorali ed è soprattutto un arretramento sul piano dei diritti, a partire dalla fruizione della legge 104 e della malattia. Ricordiamo inoltre che le stesse organizzazioni sindacali, che oggi si fanno paladine della perequazione, hanno sottoscritto al MEF accordi (FUA, CUT, ecc.) che introducono differenziazioni salariali.

USB non ha firmato tali vergogne ma ne contrasterà duramente l'applicazione e ribadisce il proprio impegno sul fronte della perequazione salariale. Certamente l’attuale mancanza di un interlocutore politico e di un Parlamento non permettono al momento un confronto concreto.

La partita non può essere abbandonata, l’obiettivo va perseguito con ancora maggiore convinzione. Tuttavia deve essere chiaro a tutti che la vertenza sulla perequazione è una battaglia politica che deve partire dal basso e che non può ridursi a mera vertenza legale, tanto più dei singoli lavoratori, per le esigenze elettorali RSU di qualcuno!

La vertenza legale, inoltre, deve essere sempre valutata con particolare attenzione poiché l’eventuale rigetto delle istanze prodotte di fatto pregiudicherebbe tutte le eventuali iniziative sindacali possibili e costituirebbe un precedente di riferimento per l’Amministrazione, estendibile anche ad altri fronti salariali e non.

La USB ritiene che tutte le rivendicazioni, compresa questa sulla perequazione dell’indennità di amministrazione, vadano innanzitutto sostenute con azioni sindacali di mobilitazione che, solo se ci sono le condizioni, possono essere supportate anche dal ricorso alla Magistratura.

USB non farà calare l’impegno ma è necessario che il personale non molli e scelga con attenzione chi dovrebbe rappresentarlo.