VITERBO: 8 maggio 2007 iniziativa contro la soppressione del Dipartimento Provinciale del MEF

Roma -

Il 3 maggio 2007 si è tenuto l'ennesimo incontro con la parte pubblica sullo schema di regolamento di organizzazione del MEF già inviato, per il proseguimento dell'iter legislativo, alla Funzione Pubblica.

Era del tutto evidente che, al di là della personale disponibilità al confronto da parte del sottosegretario di stato, il provvedimento di smantellamento del dicastero risulta essere un testo "blindato" sul quale nessuna significativa modifica potrà essere apportata mediante il semplice dialogo tra le parti.

Anzi, l'ultima stesura dello schema evidenzia come, non solo le strutture periferiche del nostro ministero sono sotto "scacco" ma, mediante la soppressione degli sdag dipartimentali, anche quelle centrali subiscono l'involuzione "riformista" e "progressista" dell'attuale compagine governativa.

Il taglio, infine, del 10% del personale di supporto, aggiunto alle precedenti riduzioni di organico provenienti dalle passate leggi finanziarie del governo di centrodestra, configura uno scenario "biblico" per i lavoratori del MEF.

 

L'unica e vera opposizione a questa scellerata operazione padronale è la capacità dei lavoratori di ribellarsi mediante la mobilitazione e la lotta.

Dopo quella che si è tenuta a Benevento il 13 aprile 2007, la mobilitazione riguarderà, ora, i lavoratori del Dipartimento Provinciale del MEF di VITERBO che, insieme ai lavoratori del pubblico impiego, scenderanno in piazza, il prossimo 8 maggio 2007 alle ore 10.30,  contro lo smantellamento degli uffici, la rottamazione dei lavoratori e la privatizzazione dei servizi erogati.

 

ESTENDIAMO IL CONFLITTO, RIBELLARSI E' GIUSTO !

 

 

 

 

La RdB/CUB scende in piazza con i lavoratori interessati dalla chiusura o dal ridimensionamento degli Uffici pubblici per affermare i diritti dei lavoratori, dei cittadini e per il rilancio del ruolo pubblico dei servizi

Martedì 8 maggio 2007

ore 10.30
Presidio in piazza del Plebiscito – Prefettura di Viterbo


Il Governo ha varato il progetto che prevede la chiusura di 40 Direzioni Provinciali dei Servizi Vari del Tesoro e di 40 Ragionerie Provinciali dello Stato tra le quali sono incluse, molto probabilmente, le sedi di Viterbo.

A questo, si aggiunge la proposta di soppressione degli Uffici del Pubblico Registro Automobilistico, della rivisitazione delle funzioni del Catasto con il conseguente ridimensionamento dell’Agenzia del Territorio, la soppressione di molte filiali della Banca d’Italia e l'accorpamento degli istituti previdenziali.

Per i lavoratori, tutto questo significa esuberi, trasferimento su Roma, mobilità senza garanzie.
Per il territorio, invece, si traduce nella perdita di rappresentanza, di ruolo e di funzioni.

Lo smantellamento di questi uffici ha, quindi, il risultato di colpire i diritti dei lavoratori e dell’utenza mediante le disfunzioni nell'erogazione dei servizi ma, anche, generare forti ripercussioni sociali e familiari causate da mobilità e pendolarismo.

La nostra provincia non può permettersi la perdita di rappresentanza, di posti di lavoro senza che nessuno sollevi obiezioni.

E' impressionante che non vi sia nessuna presa di posizione delle parti sociali, politiche e istituzionali del territorio.

I Governi si alternano, ma il progetto politico è sempre lo stesso: destrutturate il sistema pubblico favorendo sempre di più la via della centralizzazione e privatizzazione dei servizi.

Le precedenti e devastanti riforme della Pubblica Amministrazione hanno generato numerose privatizzazioni, processi di mobilità, aumento della precarietà del lavoro nonché inefficienze e disfunzioni.
La RdB/CUB si oppone alla strumentale operazione mediatica che mostra i dipendenti pubblici come dei parassiti della società o dei fannulloni.

Prima di accusare il lavoratore pubblico che guadagna, mediamente, 1200 euro al mese, sarebbe opportuno verificare l'efficienza, quanto producono o quanto costano i manager o i dirigenti di questa Pubblica Amministrazione "riformata".

A tutti i cittadini, alle OO.SS, alle istituzioni, alle parti sociali proponiamo una azione congiunta in difesa del ruolo della Pubblica Amministrazione e della sua presenza istituzionale sul territorio.
Al Governo, chiediamo la riapertura di un vero confronto che non si basi semplicemente su una pura operazione contabile ma su quello delle reali esigenze dei servizi erogati alla cittadinanza e della tutela dei lavoratori che vi operano.