E QUESTA LA CHIAMANO DEMOCRAZIA!

Roma -

Il giorno 16 novembre u.s. l’impresa di pulizia ha, su indicazioni “ignote”, provveduto con meticolosità a staccare tutte le locandine affisse per informare il personale dell’assemblea indetta dall’USB MEF e prevista per il 24 novembre 2016.

 

Cosa può aver infastidito tanto in un semplice annuncio di assemblea da dover essere immediatamente tolto alla vista del personale?

 

A pensar male si fa peccato ma ci si azzecca sempre. La questione che può aver turbato il pranzo al ceto politico ministeriale “potrebbe” essere il richiamo che in detta assemblea si fa al Referendum Costituzionale del 4 dicembre prossimo?

Il nostro essere schierati per un NO sociale al referendum renziano da fastidio, come del resto tutta la comunicazione contraria alla controriforma costituzionale voluta dal Governo è demonizzata con annunci catastrofisti.

 

È chiaro che il combinato disposto della controriforma costituzionale e le antipopolari politiche economiche del Governo Renzi, spingono verso una normalizzazione sociale e restringono ulteriormente gli spazi di democrazia e di agibilità sindacale “vera”. Quella conflittuale, che il nostro sindacato, piaccia o meno, continuerà a praticare sempre e con il crescente consenso di tutto il mondo del lavoro.

 

Denunciamo quindi un fatto di grave censura alla libertà di espressione e di comunicazione da parte di una politica che, arroccata nei palazzi, non coglie più il sentire popolare ed utilizza, lei sì, tutti i canali possibili per imporre il punto di vista particolare dei grandi potentati economici contro gli interessi generali del Paese. Dagli spazi televisivi che il Presidente del Consiglio ha occupato, è presente in tutte le trasmissioni, alla stessa scheda elettorale che è ingannevole nella definizione del quesito referendario.

 

Che la nostra sia una democrazia a rischio emerge nel contenuto stesso della Controriforma Costituzionale, con la quale si vorrebbero accentrare di fatto tutte le decisioni nei poteri dell’Esecutivo. Il Premier ed il governo non avrebbero di fatto alcuna opposizione istituzionale e l’autonomia delle regioni sarebbe fortemente limitata.

Che la nostra sia già una democrazia limitata e che l’espressione libera non è tollerata lo dicono le graduatorie sulla libertà di stampa e di parola che vedono l’Italia crollare al 77° posto nell’annuale classifica di Reporters sans Frontieres, ci precedono Paesi come Tonga, Burkina Faso e Botswana (fonte: sito della Stampa di Torino del 20/04/2016).

Noi comunque torneremo a colorare i muri del MEF con le nostre locandine e continueremo a sostenere le nostre idee e le ragioni per un forte NO sociale al Referendum Costituzionale del 4 dicembre 2016.

Il nostro NO lo abbiamo espresso anche il 21 e 22 ottobre scorso con il “NO Renzi Day” e lo sciopero generale, portando in piazza un numero maggiore di cittadini, movimenti sociali e lavoratori di quanti ne abbia aggregato il fronte del Sì a Piazza del Popolo.

Tutti i lavoratori e i sinceri democratici sono invitati a partecipare all’assemblea del 24 novembre 2016.