UNA BELLA GIORNATA

Roma -

L'assemblea che si è tenuta questa mattina al Palazzo del MEF è stata bella e partecipata.

Le numerose donne che sono intervenute hanno tutte, con generosità e passione, condiviso le loro esperienze e saperi che raramente trovano luoghi in cui esplicarsi e connettersi. L'obiettivo è stato quello di addivenire ad una maggiore consapevolezza delle discriminazioni di cui sono oggetto le donne in tutti gli ambiti della loro vita pubblica e privata.

Partendo dalla commozione provocata dalla proiezione del monologo di Franca Rame sullo stupro da lei subito ad opera di fascisti negli anni 70, gli interventi hanno poi focalizzato i vari ambiti in cui il sistema patriarcale, saldamente connesso con il modo di produzione capitalistico, continua, soprattutto nei paesi più ricchi ed avanzati, a determinare in modo strutturale una intollerabile disuguaglianza e l'inferiorizzazione delle donne. Gli esiti di tale operazione sono evidenti: precarietà, povertà e difficoltà inusitate per le donne a conciliare il lavoro di cura e quello produttivo stante lo smantellamento del welfare state, in applicazione delle dottrine neoliberiste dominanti nell'Unione Europea.

Una particolare attenzione è stata rivolta alla tematica del sessismo e della sua analogia con il razzismo quali categorizzazioni finalizzate all’esclusione e marginalizzazione delle donne ed in particolare di quelle migranti. Queste ultime, in particolare, sono oggetto di violenze, stupri etnici e, pur essendo costrette a fuggire dai loro paesi, troppo spesso nella fortezza Europa, e in Italia in particolare, lungi dall'essere protette e tutelate vengono rinchiuse nei Cie. Ciò sta accadendo attualmente alle donne provenienti dalla Nigeria contro le quali è iniziata una vera e propria caccia alle streghe, dimenticando che sono generalmente vittime di tratta.

Un intervento di una donna etiope, in particolare, ha scosso le coscienze di tutte e tutti. Il suo terribile viaggio attraverso il Sudan e la Libia costellato da numerose detenzioni nel carcere di quei paesi, la tempesta che ha rischiato di rovesciare il barcone su cui ha viaggiato, le decine di persone che hanno perso la vita sotto i suoi occhi hanno costretto tutte e tutti a fare i conti con la sofferenza di una donna in carne ed ossa che ha terminato il suo racconto ringraziando gli italiani per la loro umanità.

La rappresentante del movimento NON UNA DI MENO ha ripercorso le tappe della rete di associazioni che hanno dato vita alla manifestazione del 26 novembre e ai tavoli tematici che si sono svolti per la costruzione del piano di azione contro la violenza sulle donne, elaborato dalle donne dei centri anti violenza, e della piattaforma su cui si baserà lo sciopero politico, sociale e transnazionale dell'otto marzo. Tra le varie iniziative previste ha segnalato la manifestazione che partirà alle ore 17 dal Colosseo a Roma invitando alla massiccia partecipazione. 

L'ultimo intervento ha riguardato il centro anti violenza gestito dall'Associazione Dalia che svolge una importante attività di sostegno e di accompagnamento delle donne vittime di violenza domestica nel quartiere del Pigneto. La loro condizione è emblematica di una situazione paradossale che concerne moltissimi altri centri stritolati tra le mancate decisioni dei Municipi e del Comune di Roma riguardo ai locali in cui operano ed il rischio di istituzionalizzazione della loro attività che ne modificherebbe la natura e la loro attività preminentemente politica e di sostegno alla autodeterminazione delle donne.

USB, che ha prontamente indetto lo sciopero generale per consentire a tutte e a tutti di aderire alle iniziative e alla riappropriazione di questa giornata da parte del movimento NON UNA DI MENO, nel ringraziare tutte coloro che hanno dato vita a questa meravigliosa assemblea, chiama i lavoratori a partecipare allo sciopero indetto per l’intera giornata dell’8 marzo e alle iniziative su tutto il territorio nazionale.