UNA OPERAZIONE IGNOBILE

Roma -

Il 7 luglio 2010 si è svolto il quarto incontro con l'amministrazione sulla definizione delle progressioni economiche all'interno delle aree.

Finalmente la parte pubblica ha tradotto, in pratica, le dichiarazioni d'intenti fatte nelle precedenti riunioni fornendo i numeri delle posizioni economiche da attribuire.

Quello che ne viene fuori è una spregiudicata e ignobile operazione salariale.

Ma andiamo, con ordine, riportando quanto avvenuto.

Nell'ultimo incontro del 1 luglio scorso, la delegazione di parte pubblica ha presentato una ipotesi di accordo con la dichiarazione di aver calibrato l'impianto con l'obiettivo di garantire lo sviluppo economico a tutti gli esclusi, a vario titolo, dalle precedenti riqualificazioni.

Ne avevamo preso atto ma, doverosamente, ci siamo riservati di esprimere una valutazione complessiva sulla procedura elaborata, dopo l'acquisizione dei dati numerici mancanti, in particolare la quantificazione dei passaggi da assegnare per ogni singola posizione economica.

Questo elemento imprescindibile, lo abbiamo accompagnato con alcune richieste di modifiche da apportare all'impianto e con una serie di interrogativi tecnici, ma dai risvolti importanti.

Finalmente, i numeri mancanti sono arrivati.

Infatti, l'amministrazione ha consegnato una nuova bozza di accordo unitamente alla quantificazione dei contingenti di passaggi assegnati per ogni specifica posizione economica: il totale dei passaggi programmati, con i 14 milioni accantonati dal FUA 2009, sono 6.415 ripartiti in specifici contingenti per ogni singola fascia retributiva.

Non ci è voluto molto, quindi, a comprendere, nonostante un tentativo di spiegazione da parte dell'amministrazione, che ci trovavamo di fronte ad una vera e propria "operazione ignobile", che ribaltava lo spirito di intenti che la stessa parte pubblica aveva manifestato fino al giorno prima e, cioè, quello dell'equità.

Prendendo, come elemento fondante del ragionamento, la tabella per anzianità nella posizione economica del personale in ruolo del MEF al 31 dicembre 2009, possiamo constatare che per la I AREA, i lavoratori con una anzianità dagli 11 anni ai 30 anni sono 77, per la II AREA 3.931 e per la III AREA 494.

Abbiamo preso questa fascia perché è certo che in questa zona sono collocati i lavoratori che non hanno beneficiato di miglioramenti economici.

Quante sono le posizioni economiche assegnate dall'amministrazione?

Il dato lo rileviamo subito dall'accordo: per la I AREA 215, per la II AREA 4.200 e per la III AREA 2.000.

Questi dati, letti per area, coprirebbero i passaggi della fascia di anzianità compresa tra gli 11 e 30 anni: infatti se si effettua una semplice sottrazione, per rilevare i posti teoricamente disponibili per le altre fasce d’anzianità, ci accorgiamo che per la I AREA rimarrebbero 138 posti (215-77), per la II AREA 269 posti (4.200-3.931) e per la III AREA la bellezza di 1.506 (2.000-494).
Questi posti rimasti andrebbero, pertanto, ad incidere nelle restanti due fasce di anzianità, in maniera preponderante per quella dal range 6-10 anni, considerato il requisito, per l'accesso alla procedura, dell'anzianità biennale.

A questo punto, il primo dato che risalta e l'ingiustificata proporzionalizzazione utilizzata per la ripartizione di questi posti per le 3 AREE: in I AREA 138 posti per 760 lavoratori; nella II AREA 269 posti per 3.641 colleghi e, in III AREA, 1.506 posti per 4.516 papabili pretendenti.

Ma, se si analizza il contingente dei posti assegnati dall'accordo proposto dalla parte pubblica, per ogni singola posizione economica sempre con una anzianità 11-30 anni, si scopre un'altra verità.

Infatti, nell'AREA I F1 il totale dei colleghi con quella anzianità è di 77 unità mentre l'amministrazione assegna 65 posizioni in F2 (-12); nell'AREA II F1, ci sono 1.177 lavoratori e l'amministrazione assegna 1.000 posizioni in F2 (-177); nell'AREA II F2 si trovano 2.343 colleghi e i posti assegnati in F3 sono 2.100 (-243); nell'AREA III F1 ci sono 382 lavoratori a fronte di 300 posti individuati in F2 (-82).

E' chiaro, quindi, che la condizione tanto sbandierata di assegnare la posizione economica superiore a tutti i lavoratori con anzianità 11-30 anni, è falsa.

Diverso, invece, è il ragionamento per le altre fasce dell'AREA III.

Infatti nell'F2 e nell'F5 dell'AREA III non esiste personale con quell'anzianità; ciò vuol significare che questi lavoratori rientrano in quella categoria nella quale un miglioramento economico è stato ottenuto negli ultimi 10 anni. In questo caso, l'amministrazione assegna 400 posti in F3 (+400) e 100 in F6 (+100). In F3, sempre dell'AREA III, ci troviamo 70 lavoratori con l'anzianità 11-30 anni e la parte pubblica assegna ben 800 posti per la progressione in F5; questo vuol dire che se da un lato si soddisfano i 70 "colleghi anziani", dall'altro se ne premiano 730 pescandoli nella colonna di anzianità 0-10 anni.

In realtà, anche nell'F2 della I AREA e nell'F4 della II AREA non esistono lavoratori con anzianità nella posizione economica 11-30 anni; però, i posti assegnati in I AREA F3 sono 150 e nella II AREA F5, 100. 

Queste disparità eclatanti, lo ribadiamo, vengono fuori dai contingenti numerici di sviluppo assegnati dalla parte pubblica.

Non si deve dimenticare, inoltre, che la rilevante incidenza del punteggio derivante dai titoli di studio, in una spalmatura così ignobilmente attribuita solo ad una specifica AREA di personale, attribuirebbe con matematica certezza miglioramenti salariali al personale che li ha già ottenuti da brevissimo tempo, ibernando ancora di più coloro che non ne hanno mai beneficiato.

Se si considera che il costo unitario per un passaggio economico nella III AREA è il doppio rispetto a quello della II AREA e il triplo in relazione alla I AREA, possiamo con estrema calma comprendere che spalmando vero la terza area un numero elevato di passaggi, si è diminuito, di conseguenza, anche quelli potenzialmente effettuabili.

Se a questo, si aggiunge che le recenti riqualificazioni hanno assegnato il doppio dei posti disponibili per l'ex area C rispetto all'area B e che il costo incide sul FUA, possiamo facilmente riscontrare che, anche in questa ipotesi di accordo, viene riproposta una intollerabile differenzazione di sviluppo salariale con la conseguente lacerazione tra i lavoratori.

Vogliamo, comunque, sgombrare da subito il campo ad eventuali strumentalizzazioni.

Non è nel nostro dna svolgere funzioni corporative in favore dell'una o dell'altra specifica area, categoria o sottocategoria

Intendiamo fermamente contrastare questo progetto dell’amministrazione finalizzato a "comprarsi il consenso" di una parte dei lavoratori utilizzandoli come cuscinetto tra la Dirigenza e le aree professionali, in previsione della messa a punto del nuovo modello di lavoro pubblico dettato dalle norme Brunetta.

Il nostro obiettivo era, ed è tuttora, il riconoscimento di una progressione economica verso tutti i lavoratori, a partire da chi non ha mai usufruito di avanzamenti economici.

Per questo, continueremo questa battaglia smascherando chi pensa di prendere in giro i lavoratori con "operazioni ignobili", come questa.