CTP Roma: le mani in tasca ai lavoratori !

Roma -

Anche quest’anno, la tradizione di perpetrare azioni scellerate di compressione dei diritti dei lavoratori proprio nel periodo in cui gli stessi fruiscono delle agognate ferie estive, è stata puntualmente rispettata.

Infatti, a seguito della nota della Direzione della Giustizia Tributaria recante disposizioni in ordine alle trattenute economiche per assenze brevi, scioperi e permessi non retribuiti relativi al periodo antecedente al 1 settembre, da effettuarsi entro il 20 settembre p.v. , la Direzione, con strabiliante tempestività, mai dimostrata però finora nel trovare soluzione ai problemi reali riguardanti il personale in quanto sempre troppo impegnata in altre improcrastinabili attività, ha già provveduto ad emettere i primi parziali provvedimenti propedeutici alle relative decurtazioni senza neppure rispettare la scadenza prevista.

L’innegabile zelo dimostrato, usuale e ormai scontato a fronte delle richieste pervenute dagli Organi superiori, non solo non può essere oggetto di plauso ma sicuramente costituisce un’ ulteriore conferma di una scorretta gestione del personale, protesa a negare le esigenze dei lavoratori a cui si aggiunge l’intollerabile, evidente assenza di correttezza nelle relazioni sindacali.

Da sempre, infatti, e soprattutto dall’ introduzione del SIAP (le cui finalità “di cassa” erano evidenti) , la scrivente ha richiesto, da ultimo in data 12 luglio u.s., incontri  al fine di addivenire ad un accordo che permettesse al personale di recuperare i debiti orari mediante il prolungamento dell’orario di servizio fino alle fatidiche ore 18.30. In risposta, la Direzione ha sempre negato, nei fatti, tale soluzione adducendo motivazioni fantasiose, sempre nuove e diverse che  riuscivano perfino a negare quelle precedentemente comunicate. Siamo ancora in attesa, ad esempio, che tale orario di servizio venga garantito dalla presenza del personale appartenente allo staff di direzione,  come dichiarato non da noi ma da parte  del Direttore medesimo al momento dell’ assunzione dell’ incarico ed analogamente a ciò che avviene alla Commissione Tributaria Regionale del Lazio.

Tale atteggiamento dilatorio, artatamente posto in essere al fine di non risolvere il problema cercando di coprire l’ inattività reale con milioni di parole a vuoto, è stato colpevolmente alimentato ed avallato purtroppo anche da tutte le altre organizzazioni sindacali. Abbiamo ancora ben presente i vari tentativi di insabbiamento attuati ad esempio con la proposta di correlare il prolungamento dell’orario alla presenza della Guardia di Finanza mai contrastata se non dalla scrivente; le ricorrenti strumentalizzazioni ad hoc del personale ausiliario che in realtà non poteva e non doveva essere coinvolto nelle operazioni di chiusura (come dimostrano le nuove modalità di chiusura comunicate nei giorni scorsi); le proposte velleitarie avanzate in occasione dell’ ultimo incontro sindacale dalla UIL, peraltro in accordo con l’Amministrazione e mai contestate dai presenti al tavolo, quali l’istituzionalizzazione dei turni di chiusura alle 18.30, irrealizzabile se non attraverso strumenti coercitivi, peraltro non consentiti, posti in essere nei confronti del personale.

Tutto ciò ha determinato l’ affossamento del citato diritto-dovere di recupero dell’ orario di servizio dei lavoratori e causato il gravissimo pregiudizio economico loro recato  dai recenti provvedimenti.

Quanto sopra è, purtroppo, inequivocabilmente ed ulteriormente dimostrato dal fatto che nessuna voce si sia fatta sentire per contestare le decurtazioni già effettuate e quelle da  porre in essere entro il 20 settembre p.v..

D’altro canto chi può, con onestà intellettuale, sostenere di aver fatto il possibile per evitare tutto ciò ?

 

Certo non la Direzione che solo a metà agosto decide di sperimentare la chiusura dell’Ufficio alle 18.30 per evitare che il personale subisca le decurtazioni !!!!

Certo non le organizzazioni sindacali di cui sopra che, ad eccezione di USB/RdB, non hanno mai denunciato l’illegittimità di un orario di servizio che non permette neppure di recuperare la flessibilità in entrata arrivando addirittura a sostenere l’ antieconomicità di una eventuale  apertura dell’Ufficio fino al suddetto orario in caso di scarsa presenza di personale !!!!!

Che tutto ciò fosse frutto solo di un lapalissiano disconoscimento dei diritti dei lavoratori e che concretizzasse inoltre, di fatto, una discriminazione delle  donne lavoratrici  e delle categorie più deboli  è  ormai chiaro a tutti. Infatti, tutte le insormontabili difficoltà e impedimenti evocati sono stati spazzati via , in un sol colpo, dall’ obbligo di attenersi alle disposizioni recate dalla citata nota.

 

Ma ciò ormai non basta più !

 

Abbiamo infatti richiesto in data odierna all’Amministrazione di sospendere tutte le decurtazioni fino al 1 marzo 2011, di prolungare  a regime e nell’ immediato l’ orario di servizio fino alle ore 18.30,  al fine di poter azzerare i debiti orari pregressi e per consentire a tutti i lavoratori il completamento dell’orario di lavoro.

Qualora l’ Amministrazione senta finalmente l’ esigenza di confrontarsi con i soggetti previsti dalla normativa contrattuale, soprattutto alla luce dei danni provocati dalle disastrosa gestione unilaterale delle risorse umane, chiederemo, nuovamente, di poter accantonare un congruo numero di ore che mettano  tutti i lavoratori, ed in particolare le categorie protette, al riparo da  una illegittima ed odiosa riduzione dello stipendio.