MEF - il maxiemendamento

Roma -

Abbiamo pubblicato, sul nostro sito web www.rdbtesoro.it, il testo integrale del maxiemendamento n. 16.500 al Ddl 1746 recante le disposizioni per la formazione del bilancio pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007).

Sabato 18 novembre 2006, il testo ha ottenuto, con 331 voti a favore e 231 contrari, la fiducia alla Camera posta dal Governo.

Nella notte, l'aula della Camera ha esaurito l'esame dei 400 ordini del giorno e, oggi, ha approvato (311 sì, 251 no e 1 astenuto) la manovra economica che passa, da domani, al Senato.

 

Di fatto, il maxiemendamento (826 commi) non è null'altro che un "drag and drop", un "taglia e incolla" del disegno di legge precedente.

Tutto il vecchio articolato (artt. 32, 33, 34 e successivi) rimane pressoché intatto e viene riproposto nel maxiemendamento con i commi 121 e seguenti (sul nostro sito si può scaricare un documento che riporta, confrontandoli, i due testi).

Per quanto concerne l'articolazione degli uffici provinciali del MEF, come già ampiamente riportato dagli organi di stampa precedentemente alla sua approvazione, viene eliminata la locuzione che indicava, "in numero complessivo comunque non superiore a 50 sedi per ciascuna delle strutture", il nuovo organigramma periferico.

La cancellazione di questo vincolo, quindi, NON ELIMINA IL PROGETTO di soppressione degli uffici periferici e di ridimensionamento di quelli centrali.

NON ELIMINA la responsabilità politica di utilizzare una legge di bilancio per destrutturare la pubblica amministrazione, smantellare il MEF, esternalizzare i servizi e rottamare i suoi dipendenti, alla pari di un qualunque capitolo di spesa da tagliare.

L'eliminazione di questa dicitura non fornisce, infine, NESSUNA GARANZIA sul numero delle sedi da mantenere sul territorio che potrebbero essere persino inferiori al numero precedentemente individuato.

 

A meno che, per garanzia, si prenda per buona quella che è arrivata negli ultimi giorni da alcune organizzazioni sindacali confederali.

Una vera e propria MASCALZONATA nei confronti dei lavoratori.

Si pubblicizza uno sciopero del personale del MEF il giorno prima dello sciopero generale del sindacalismo di base.

Lo si proclama per una data immediatamente precedente all'iniziativa unitaria intrapresa da tutte le altre sigle sindacali presenti nel MEF e si rivendica il merito del "ripensamento" del Ministro in merito alla eliminazione del vincolo, sapendo perfettamente che il vincolo riguardante le sedi periferiche da mantenere sul territorio era stato già cancellato nel maxiemendamento, come veniva anticipato da numerose agenzie di stampa.

Ma, ancor più grave, è che con questa MASCALZONATA si considera l'eliminazione del vincolo e la concertazione da svolgere durante l'emanazione del regolamento di attuazione, come garanzia per il futuro di tanti lavoratori del MEF.

 

In realtà, il loro appoggio al "GOVERNO AMICO" si traduce nel compito funzionale di tamponare, bloccare e reprimere la protesta e il conflitto sociale.

Esercitano, quindi, un vero e proprio ruolo di gendarme per l'emancipazione dei lavoratori e delle classi popolari, peraltro già svolto e conosciuto durante i precedenti governi di centro-sinistra.