ACCORDO FONDO DI SEDE DEL IV DIPARTIMENTO: LA USB MEF NON FIRMA.

In allegato il testo dell'accordo.

Roma -

Nella giornata di ieri si è tenuta la riunione di contrattazione decentrata concernente la quota del 20% del FUA 2010 - fondo di sede del Dipartimento dell’Amministrazione generale, del personale e dei servizi (IV Dipartimento).

 

L’Amministrazione ha proposto al tavolo negoziale un’ipotesi di accordo praticamente fotocopia di quello nazionale relativo ai criteri di distribuzione della quota pari all’80% del FUA 2010.

 

Tale ipotesi pattizia si è rivelata fin da subito blindata, ha riproposto lo schema inaccettabile di legame al SIVAP per quanto riguarda i criteri di corresponsione e ha pedissequamente riportato le quote e gli uffici destinatari delle risorse aggiuntive derivanti dall’attività di assistenza fiscale, già individuate dall’accordo nazionale sopra menzionato.

Inoltre non è stato possibile analizzare compiutamente le suddette quote in quanto non supportate da alcun riferimento alle linee di attività e, per quanto riguarda gli Uffici I, V, VI, VII, VIII e X della Direzione Centrale dei sistemi informativi e dell’innovazione, non sono stati neanche indicati numericamente i destinatari della quota del 70% e di quella del 30%.

 

È chiaro che l’Amministrazione non era in possesso dei dati necessari per addivenire ad una corretta analisi della ripartizione economica in questione o, ancora peggio, non ha voluto renderli pubblici nonostante le pressanti richieste della delegazione trattante della USB MEF!

 

Ed è innegabile che nell’ambito del servizio di assistenza fiscale, come già denunciato da questa Organizzazione Sindacale in sede di contrattazione nazionale, viene ancora una volta riconfermata la differente remunerazione dei lavoratori periferici in favore di quelli centrali e la totale omertà da parte dell’Amministrazione sui criteri di individuazione di questi ultimi!

 

La USB MEF ha immediatamente dichiarato la propria indisponibilità a  procedere al confronto su queste basi, ribadendo le motivazioni già poste alla base del rigetto e della conseguente mancata sottoscrizione dell’accordo nazionale.

La nostra Organizzazione Sindacale ha anche aggiunto che l’accelerazione degli effetti della crisi e le devastanti manovre finanziarie estive hanno determinato una condizione in cui non c’è spazio per contrattazioni fasulle e ricatti salariali dovuti al peggioramento esponenziale delle condizioni economiche dei lavoratori.

Le norme infami in materia di Pubblico Impiego, il ruolo servile dell’Amministrazione nei confronti del potere politico-finanziario, le misure generali di annientamento dei diritti hanno ormai definitivamente trasformato il tavolo negoziale in una odiosa, rituale messa in scena.

 

L’accordo in questione è stato comunque sottoscritto da tutte le Organizzazioni Sindacali (ad eccezione della USB MEF) e dalla maggioranza della RSU, alla quale l’Amministrazione ha concesso, in modo “magnanimo”, l’integrazione dell’ipotesi di accordo con la menzione della già nota circolare n. 77734 del 17 maggio 2011 (fattispecie utili alla determinazione dell’assiduità partecipativa), peraltro già trasmessa da tempo a tutti gli Uffici ed utilizzata in sede di liquidazione della quota dell’80% del FUA 2010!!!!

 

La USB MEF ribadisce le proprie scelte messe in campo, con gli altri soggetti sociali e politici antagonisti, con le iniziative di lotta contro la macelleria sociale delle manovre finanziarie e con quelle in programma a partire dalla grande manifestazione del 15 Ottobre.

 

È più che mai necessario che nel MEF vengano riportati in primo piano i bisogni salariali e professionali dei lavoratori, imponendo con la mobilitazione il pagamento degli sviluppi economici, il reperimento delle risorse relative alla c.d. cartolarizzazione e la cessazione delle vessazioni in materia di diritti elementari quali la malattia.