COMMISSIONI TRIBUTARIE - NOI E LORO

In allegato la richiesta d'incontro trasmessa all'Amministrazione.

Roma -

In questi ultimi anni, i lavoratori delle Commissioni Tributarie sono stati costretti ad assumersi la responsabilità di evitare il tracollo dei propri Uffici, sostituendosi a coloro che per ruolo e funzioni rivestite sarebbero stati tenuti a garantire la qualità delle prestazioni rese all’utenza.

 

I nostri Uffici, infatti, che da sempre hanno ricoperto un innegabile ruolo di fiore all’occhiello nell’ambito dell’organizzazione giudiziaria conquistato sul campo con l’abnegazione e l’impegno dei suoi dipendenti, stanno rischiando, in assenza di provvedimenti atti a contrastarne la tendenza, la completa paralisi con buona pace di tutti coloro che evocano riforme tendenti a migliorare la performance e l’operato della P.A.

 

Questo scenario trova inconfutabile riscontro nel completo abbandono del suo personale da parte del Dipartimento delle Finanze e segnatamente della Direzione della Giustizia Tributaria che, a fronte dell’aumento dei carichi di lavoro delle strutture scaturente:

 

·          dall’ accertamento e riscossione del contributo unificato;

·          dalla digitalizzazione e classificazione delle sentenze;

·          dalle segnalazioni relative all’indicazione del valore delle controversie;

·         dal trasferimento dei fascicoli pendenti presso le CTC soppresse alle CTR;

·         dalla stabilizzazione degli obiettivi istituzionali e dall’introduzione dei nuovi obiettivi previsti dalla Direttiva del Ministro per gli anni 2011/2013;

·         dalle segnalazioni scaturenti dall’assenza della nota di iscrizione a ruolo;

·         dalla trasmissione delle sentenze digitalizzate ad una sola parte del processo,

 

persiste incessantemente nel proprio irresponsabile silenzio e nell’assoluta assenza di provvedimenti atti a ripristinare una condizione di sostenibilità dell’attività operativa svolta dai lavoratori delle Commissioni Tributarie.

 

Il suddetto personale è riuscito, fino ad oggi, a garantire una produttività complessiva elevatissima continuando a subire, incessantemente, un depauperamento delle risorse umane dovuto a pensionamenti e cessazioni ad altro titolo che non sono stati in alcun modo mitigati dall’assegnazione di nuovi dipendenti.

 

Non può, inoltre, essere tralasciata l’assenza e l’inadeguatezza dei corsi di formazione generale e specifica dei lavoratori delle Commissioni Tributarie che si trovano a dover erogare un servizio, il cui standard qualitativo è innegabile, inventandosi strategie di sopravvivenza per poter far fronte alle richieste sempre più pressanti e complesse provenienti dall’utenza spesso inferocita in quanto ignara della disastrosa situazione in cui versano gli Uffici.

 

TUTTO CIO’ NON AVVIENE PER CASO

 

Infatti, come da sempre denunciato dalla USB MEF e non solo ora in prossimità delle elezioni RSU, a seguito dell’incontro avvenuto lo scorso aprile con i rappresentanti di tutti gli organi di vertice del Ministero, compreso il dirigente della Direzione della Giustizia Tributaria, scaturito dalla mobilitazione del personale della Commissione Tributaria Provinciale di Roma sostenuta da questa Organizzazione Sindacale, era stata garantita la calendarizzazione di incontri aventi ad oggetto il personale delle Commissioni Tributarie a cui non è seguito un bel nulla.

 

Assistiamo però, in questi giorni, ad un’attività frenetica di tutte le OO.SS. che si preoccupano solo ora di formulare proposte ed iniziative inverosimili e fantasiose, tipiche di coloro che hanno qualcosa da farsi perdonare dopo aver smarrito il loro ruolo o meglio da guadagnare  visto che  adesso c’è in ballo la rappresentanza ai tavoli nazionali e l’accesso alle prerogative sindacali.

 

Altro che attenzione ai lavoratori delle Commissioni Tributarie!!!!!!!!!!

 

Si stanno sbizzarrendo a promettere:

 

·         il raggiungimento del ruolo specifico dei suddetti  lavoratori e dei profili professionali diversificati dal resto dei dipendenti del MEF, che costituirebbero un ostacolo insormontabile alla mobilità volontaria degli stessi nell’ambito dei Dipartimenti del nostro Dicastero e che, nel malaugurato caso di esubero del personale delle CC.TT., si rivelerebbe come uno strumento privilegiato per la cassa integrazione ed il licenziamento dei lavoratori coinvolti;

·          l’inquadramento dei lavoratori, che svolgono le funzioni di segretario di sezione,  della seconda alla terza area;

·          convenzioni di tutti i tipi per sopperire alla sempre più grave situazione reddituale dei lavoratori i cui contratti sono bloccati fino al 2017, proprio per colpa di queste stesse Organizzazioni Sindacali;

·         passaggi di tutti gli idonei alle procedure di riqualificazione poste in essere dall’inizio del terzo millennio,

 

illudendo i lavoratori e tenendoli buoni a lavorare in condizioni intollerabili e spesso in ambienti insalubri, in spregio alle più elementari norme di sicurezza.

 

Addirittura qualche altro soggetto, che si ammanta di un ruolo inesistente  di rappresentanza dei lavoratori delle CC.TT., va anche oltre e in uno degli ultimi comunicati, in cui peraltro si evidenzia una ridicola scopiazzatura dei testi elaborati da USB (vedasi Il Contributo Unificato), delinea un’ipotesi salvifica che dovrebbe modificare le sorti del personale attraverso l’attribuzione alla Direzione della Giustizia Tributaria di prerogative e competenze afferenti, per norme regolamentari, ad altri organismi del MEF.

Non si può invece non rilevare che il DAG, almeno finora, ha dimostrato di ritenere  valide le norme contrattuali applicandole puntualmente a differenza del Dipartimento delle Finanze nel cui ambito vige una versione ancora più restrittiva del famigerato decreto Brunetta per cui è insussistente persino il diritto all’informativa.  

 

Ma certo non ci si può aspettare di meglio da parte di coloro che, a fronte dei ripetuti attacchi del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria ai lavoratori delle CC.TT., puntualmente denunciati da USB, non riescono a pensare ad altro che ad un incontro con il Presidente del citato consesso  per chiedere “umilmente” che venga modificato e rivisto quanto impietosamente dichiarato alla stampa.

 

I lavoratori delle CC.TT., ne siamo certi, ormai avvezzi a tali ridicoli giochetti, sono assolutamente in grado di riconoscere le differenze e rispedire ai mittenti le comunicazioni propagandistiche e fuorvianti che non attengono alla  realtà delle proprie sempre più insostenibili condizioni di lavoro.