La RELAZIONE ILLUSTRATIVA dello smantellamento del MEF

Roma -

Non passa un solo giorno che il Ministro Tommaso Padoa Schioppa, vantandosi nelle interviste rilasciate ai giornali, indica la "cura" per come incidere sulla spesa pubblica assumendo, come modello, quello che sta somministrando proprio al suo dicastero: la chiusura, nei prossimi mesi, di 80 uffici provinciali, la soppressione degli uffici dipartimentali del personale, la mobilità selvaggia e il taglio drammatico dell'organico del personale.

Insomma, provvedimenti proprio di cui vantarsi.

Per rendersene conto, basta leggere la RELAZIONE ILLUSTRATIVA, con tanto di PIANO OPERATIVO, pubblicata sul nostro sito web www.rdbtesoro.it, che accompagna il regolamento di "smantellamento" del MEF.

Del documento, pervenuto in forma anonima e, pertanto, senza conoscerne la fonte, è d'obbligo prenderne le dovute distanze sulla attendibilità e veridicità ma, in coerenza alla prassi consolidata della RdB/CUB MEF di far circolare e veicolare l'informazione, al fine di offrire strumenti di analisi e conoscenza, lo sottoponiamo, comunque, alla valutazione dei lavoratori.

Qualche dato?

Chiusura di 80 sedi periferiche (mobilità per 1.600/1.700 lavoratori), riduzione dell'organico del personale di supporto (1.912), riduzione delle dotazioni organiche teoriche (1.899) e svariati tempi di attuazione, necessari per il raggiungimento degli obiettivi !

 

Ma la vanità, si sa, è sicuramente uno dei difetti più inutili che una persona possa portare con sé: non solo non offre nessun vantaggio pratico (se non una patetica autogratificazione), ma è uno degli ostacoli più grandi alla realizzazione di rapporti umani sinceri e duraturi.

Tant'è, il ministro TPS sostiene di dover somministrare, per giungere ad una vera guarigione, questa "cura", unica, concreta e possibile, a tutti i settori della pubblica amministrazione: alienare l'erogazione dei servizi sociali al profitto del mercato e delle imprese.

Ma, per evitare ricadute, oltre allo smantellamento del MEF e alla destrutturazione della Pubblica Amministrazione, occorre aggiungere ulteriori terapie mediche: il taglio dei fondi incentivi al personale finanziario, l'introduzione dei principi e parametri per la valutazione dell'efficienza individuale, il blocco dei rinnovi contrattuali del Pubblico Impiego.

Insomma, un vero e proprio accanimento terapeutico.

 

Che questo Governo si regga "in piedi" grazie solo al consenso del padronato e degli ambienti economici internazionali (tra i quali l'industria bellica e il sistema armato delle banche) risulta del tutto evidente e, la guida "monetarista" del titolare di via XX Settembre, ne è la controprova.

Di fatto, le uniche vere preoccupazioni di TPS, sono quelle di "rassicurare" la Confindustria, i potenti ambienti internazionali quali il Fondo Monetario Internazionale, la BCE, l'UE, l'OCSE per arrivare fino alla agenzia di rating Modd's.

Tra queste preoccupazioni, la centralità della riforma delle pensioni per la sostenibilità dei conti pubblici, giustificata mediante l'uso "terroristico dei conti", di cifre e di somme, come si è letto sulla carta stampata.

 

Toccare l'età pensionabile è un crimine sociale così come smantellare la Pubblica Amministrazione.

Occorre, quindi, respingere la riforma Maroni ma anche la Dini, rifiutare di sostituire gli scaloni con gli scalini e la revisione dei coefficienti.

Così come è necessario costruire una forte opposizione popolare al tentativo di aziendalizzazione della pubblica amministrazione, all'assunzione dell'impresa come modello prioritario per trasformare la prestazione d'opera dei lavoratori e dei servizi sociali erogati, in prodotti da vendere e da comprare sul mercato.

C'è, invece, il bisogno di estendere gli ammortizzatori sociali, di rivalutare le pensioni basse, di introdurre il diritto alla pensione dopo 35 anni di lavoro o al raggiungimento dei 60 anni di età, di agganciare le pensioni alla dinamica salariale e alla variazione effettiva dei prezzi, di rendere effettiva la separazione tra assistenza e previdenza.

Occorrono, inoltre, maggiori investimenti economici nella Pubblica Amministrazione, dettando le priorità nella stabilità del posto di lavoro, nella sicurezza salariale e formativa del personale.

Insomma, una concreta politica di redistribuzione della ricchezza.

Questa, è l'unica vera cura.