L'ACCORDICCHIO

Roma -

Il 31 luglio 2012 si è tenuta la riunione tra l’Amministrazione e le Organizzazioni Sindacali sugli istituti finanziati dal FUA, così come avevamo facilmente previsto e descritto nel comunicato “Il nuovo corso” inviato ai lavoratori poche ore prima dell’incontro.

 

L’accordicchio nato dal suddetto incontro e sottoscritto da una parte delle Organizzazioni Sindacali presenti al tavolo incide solo sulle particolari posizioni lavorative (turni e reperibilità) e ritocca miserevolmente l’indennità dei centralinisti non vedenti.

 

Gli altri istituti oggetto del confronto sono rimasti inalterati o menzionati come mera manifestazione d’intenti da realizzare in un futuro indefinito. In particolare:

 

·           le somme pari ad euro 1.933.879 destinate al gabinetto del Ministro sono rimaste identiche e vergognosamente neppure esplicitate;

·           la verifica della possibilità di attuare il completamento delle progressioni economiche è stata rinviata al 2014;

·           la definizione delle posizioni organizzative è stata legata a quella che pietosamente viene definita “revisione organizzativa” prevista dall’applicazione della spending review.

 

Si aggiunge che le stesse sigle sindacali firmatarie dell’accordo hanno chiesto ed ottenuto che i risparmi derivanti dal taglio dei turni e reperibilità fosse destinato dal 2013 alle strutture territoriali del MEF.

 

Quanto descritto si è consumato in una riunione durata circa 8 ore, la maggior parte delle quali dedicate a trasferire qualche turno da un ufficio all’altro con conseguenti calcoli allucinanti e pietose verifiche degli “equilibrismi di sistema” realizzati in precedenza  dall’Amministrazione.

 

In contemporanea a queste 8 ore di massacro mentale al MEF, il Senato approvava il massacro materiale dello stato sociale e dei lavoratori con il varo della spending review ricomprendente anche il DL 87 “tagliamef”.

 

Per completare il quadro degli effetti “dirompenti” dell’accordicchio, forniamo qualche dato quantitativo:

 

·           gli istituti finanziati dal FUA, fino a due anni fa, avevano un’incidenza sulle risorse complessive disponibili pari al 7,5%; dal 2013 graveranno in misura pari all’11% poiché i fondi, diventati ormai “neri”, del Gabinetto del ministro sono risultati intoccabili;

·           l’importo da destinare a turni e reperibilità diminuirà, sempre dal 2013, di circa euro 300.000 stimati;            

·           i lavoratori delle strutture territoriali del MEF, per effetto dell’acquisizione dei suddetti risparmi derivanti dai turni e reperibilità, incrementeranno il loro salario accessorio, a partire dal 2013, di ben 46 euro lordi pro capite;

·           i centralinisti non vedenti, la cui indennità passerà da euro 4,50 ad euro 5, si vedranno “elargito” un obolo di 50 centesimi.

 

Questi pochi dati, purtroppo, non sono solo le conseguenze di accordicchi e finte contrattazioni ma, in alcune parti, costituiscono anche uno degli aspetti  di un processo distruttivo che disumanizza il lavoro e le persone, soccombendo al pensiero unico imposto dal dominio del mercato, del capitale e della finanza.

 

Il misero risarcimento che dovrebbe arrivare ai lavoratori delle articolazioni periferiche per il disagio attuale e per le conseguenze della soppressione delle RTS è inaccettabile culturalmente prima che sindacalmente!

 

Qual è il prezzo della sicurezza del lavoro e del reddito? Qual è il prezzo della violenza della mobilità coatta che irrompe nella vita anche affettiva delle famiglie? Qual è il prezzo di un prepensionamento con una pensione da fame o una cassa integrazione senza prospettive? Qual è il prezzo di un’indennità o un servizio per categorie disagiate persino fisicamente? Qual è il prezzo di un posto in ospedale, di una scuola, di un asilo? Il Governo, la BCE e la finanza stanno dando le loro risposte con la messa in liquidazione di questi bisogni primari.

 

La risposta della USB MEF è semplice: la dignità, i diritti e la libertà non hanno prezzo e la loro rivendicazione passa attraverso la lotta ed il conflitto.

 

La spending review è l’ultimo provvedimento, in ordine di tempo, che si accinge ad attaccare i residui di stato sociale e di diritti salariali e generali partendo proprio dal nostro Dicastero, dove le prossime riduzioni delle dotazioni organiche e le soppressioni delle RTS avranno un impatto devastante.

 

È ormai chiaro che per i lavoratori del MEF non esista altra prospettiva se non la lotta e la partecipazione in massa a tutte le iniziative, generali e di settore, che la USB metterà in campo nei prossimi mesi.