Pubblico Impiego, 14 ottobre: ASSEDIAMO I MINISTERI! Verso lo sciopero generale del 18 ottobre

Roma -

Il costo della politica dei sacrifici imposti dall'Europa per affrontare la crisi, è ricaduto interamente sulle spalle dei lavoratori e delle lavoratrici e delle fasce sociali più deboli della popolazione.


La famigerata spending review, definita revisione della spesa pubblica, si è tradotta sostanzialmente nello smantellamento definitivo dello stato sociale e della Pubblica Amministrazione.


Questo avviene da un lato con la riduzione dei servizi o la loro privatizzazione e dall'altro con il blocco dei contratti e la riforma del sistema previdenziale caratterizzata da un aumento dell'età pensionabile e dalla diminuzione degli importi delle pensioni.


L'attacco generale al welfare ha provocato un drastico aumento della povertà con fenomeni sociali che non si vedevano da decenni. Solo per fare alcuni esempi basta osservare l'impossibilità sempre più diffusa di accedere alle cure mediche, il cambiamento di tipologia dei soggetti sociali (non più solo emarginati ma anche disoccupati e pensionati) che si rivolgono alle mense pubbliche, l'istruzione che è tornata ad essere privilegio di pochi mentre sempre più interrompono gli studi già nelle scuole secondarie.


L'aumento della pressione fiscale ed in contemporanea dell'evasione, la scelta delle grandi opere (TAVin primis), l'espansione della spesa militare completano un quadro generale devastante.


Tutto questo ha riflessi pesantissimi sulla Pubblica Amministrazione ed in particolare sui Ministeri che subiscono:

  • tagli agli organici ed ai bilanci con relativa abolizione di parti consistenti dei servizi erogati e drastica diminuzione delle dotazioni organiche con gli esuberi già emersi in alcuni ministeri;
  • aumento dei carichi di lavoro determinati dal blocco delle assunzioni e dall'innalzamento dell'età pensionistica;
  • progressiva diminuzione salariale attraverso i mancati rinnovi contrattuali e la riduzione del salario accessorio;
  • blocco delle progressioni professionali;
  • chiusura di uffici o accorpamento degli stessi con rischio di mobilità selvaggia e persino licenziamento;
  • ricorso sistematico ad esternalizzazioni e privatizzazioni anche di funzioni e servizi primari;
  • riforma del Titolo V della Costituzione che comporterà la rivisitazione della struttura periferica dello Stato e la costituzione degli Uffici Territoriali di Governo che saranno solo un presidio simbolico dello Stato sul territorio.


La USB Pubblico Impiego, settore Ministeri, dice no alla spending review ed allo smantellamento della Pubblica Amministrazione e del welfare e lancia la propria piattaforma rivendicativa:

 

  • Rinnovo dei contratti con il pieno recupero del potere di acquisto dei salari.
  • Aumento dei fondi di produttività e stabilizzazione in busta paga.

 

  • Sblocco delle carriere ed abolizione della meritocrazia prevista dalla “Brunetta”.
  • Abolizione della legge Fornero e piano di assunzioni che preveda in prima battuta la stabilizzazione di tutti i precari.
  • Taglio significativo degli stipendi dei cosiddetti manager pubblici e delle consulenze ed incarichi esterni.

 

  • Reinternalizzazione di tutte le funzioni e servizi gestiti da società esterne.

 

Per ottenere questo occorre mobilitarci da subito dando visibilità all'enorme malcontento dei dipendenti pubblici attraverso iniziative di lotta.

 

La USB Pubblico Impiego, settore Ministeri, invita tutte le lavoratrici ed i lavoratori a partecipare all'iniziativa che si terrà a

Roma, 14 ottobre 2013, alle ore 10:00
partenza ministero della Difesa piazza S. Bernardo (metro A Repubblica)

In quella giornata un corteo toccherà le sedi dei Ministeri strategici al piano di smantellamento dello Stato Sociale.

Un'azione che, insieme alle altre che i vari settori del Pubblico Impiego stanno mettendo in campo in questi giorni, dovrà preparare la più ampia partecipazione allo sciopero generale del 18 ottobre.

USB Unione Sindacale di Base - Pubblico Impiego