I LAVORATORI DEL MEF IL 18 OTTOBRE SCIOPERANO

In allegato la piattaforma del MEF.

Roma -

IL 18 OTTOBRE È SCIOPERO GENERALE!

FERMIAMOCI PER FERMARLI!!

Le giornate nazionali di mobilitazione e di lotta del 18 ottobre, con lo sciopero generale proclamato dall’USB, e la manifestazione del 19 ottobre di tutti i movimenti antagonisti sono tappe fondamentali per contrapporsi al massacro sociale di questi anni e per rivendicare un’inversione di rotta nelle politiche generali affinché mettano in primo piano i bisogni popolari e i diritti generali e salariali.

I vari governi di questi anni, al di là delle sceneggiate cicliche di impasti e rimpasti, decadenze, crisi, dimissioni finte ed altri squallidi giochi di potere, hanno svolto egregiamente il ruolo esecutivo delle direttive dell’UE, della BCE e del FMI.

Il risultato è pesantissimo in tutti i settori ed in  particolare ha disarticolato l’assetto organizzativo della Pubblica Amministrazione per arrivare allo smantellamento dello stato sociale con tutte le funzioni essenziali di tutela dei cittadini e di erogazione dei servizi primari.

I Ministeri, luoghi istituzionali delle funzioni dello Stato, sono stati bombardati da provvedimenti normativi di espropriazione di parti consistenti dei servizi erogati a favore dei privati (esternalizzazioni), tagli lineari di spesa e riduzioni drastiche di personale con blocco permanente delle assunzioni.

L’ultimo provvedimento specifico, la famigerata spending review, deve ancora produrre i suoi effetti più devastanti completando l’opera di revisione dei compiti dello Stato e di riduzione al minimo possibile dei servizi con relativa espulsione di personale attualmente in servizio.

Il MEF, luogo di concepimento del disegno strategico generale della cosiddetta revisione della spesa, ha svolto, in questi anni, un ruolo ben definito di avanguardia e riferimento per tutti gli altri ministeri.

Questo Dicastero chiave, già dal 1999, aveva iniziato l’opera di revisione organizzativa con il passaggio di funzioni in materia pensionistica e personale all’Inpdap. Il progetto di alleggerimento è poi proseguito, negli anni successivi, con altri passaggi di competenze e di personale come quelle in materia di invalidità civile all’Inps. Infine, nel 2011, il MEF si è letteralmente “giocato” le storiche Direzione territoriali per rafforzare il settore Giochi dell’AAMS.

Ovviamente questo percorso è stato accompagnato anche con le classiche esternalizzazioni, privatizzazioni, consulenze e ricorso a ditte esterne fornitrici di servizi.

Questi atti specifici, combinati con quelli di carattere generale succedutisi negli anni, hanno plasmato il “nuovo” MEF che ora si appresta a ridimensionare ulteriormente, con la chiusura delle Ragionerie Territoriali dello Stato, la sua struttura periferica ed a cancellare i servizi vivi erogati alla cittadinanza, la presenza dello Stato sul territorio e migliaia di posti di lavoro.

In sintesi, il MEF in pochi anni ha ridotto la sua dotazione organica di 1/3 passando da oltre 16 mila addetti in dotazione organica a circa 11 mila ed ha ridotto della metà le sue articolazioni territoriali.

La USB MEF si è sempre opposta, in splendida solitudine, a tutto questo e ha immancabilmente denunciato gli effetti non solo immediati ma anche di prospettiva delle operazioni sul nostro Dicastero.

È chiaro che le conseguenze di quella che è innegabilmente stata una pesantissima “ristrutturazione aziendale” non sono state d’impatto immediato per la possibilità di riallocazione del personale degli uffici soppressi e sono state anche strumentalmente compensate, per il personale rimasto al MEF, con la riqualificazione generalizzata del 2010 ed un salario accessorio rimasto pressoché indenne, fino al 2011, dai vari tagli normativi.

Ma ora il quadro è completamente cambiato:

        il 30 novembre il gruppo di “tagliatori di teste”, istituito dalla determina n. 74746 della Ragioneria Generale dello Stato, terminerà i lavori per individuare le modalità ed i criteri di chiusura delle Ragionerie Territoriali dello Stato e degli Uffici Centrali di Bilancio;

        il salario accessorio, dal 2011, si è letteralmente dimezzato;

        le prospettive di progressione economica e di carriera sono morte e sepolte;

        la sovrapposizione di competenze ed il perenne blocco del turn over determinano carichi di lavoro insopportabili.

Questa condizione specifica si inserisce in una situazione generale già ampiamente rappresentata nella sua drammaticità e chiama i lavoratori del MEF alla partecipazione in massa allo sciopero del 18 ottobre e alla mobilitazione del 19 ottobre.

Queste giornate dovranno rappresentare un momento alto di conflitto e fornire anche lo slancio per costruire un percorso specifico di tutti i lavoratori del MEF, che metta necessariamente in primo piano:

·           la ferma contrapposizione allo smantellamento delle Ragionerie Territoriali dello Stato ed alla riduzione degli Uffici Centrali di Bilancio;

·           la rivendicazione del potenziamento del ruolo istituzionale del MEF sul controllo della spesa pubblica e dell’innalzamento qualitativo e quantitativo dei servizi erogati all’utenza;

·           gli interventi organizzativi e di potenziamento delle dotazioni organiche delle Commissioni Tributarie, in perenne stato di sofferenza operativa con ricadute e disagi soprattutto sul personale addetto;

·           l’aumento del salario accessorio mediante l’individuazione di risorse aggiuntive e la revisione del comma 165 finalizzata ad aumentare le risorse economiche disponibili per porre fine all’odioso taglio di questo pezzo di salario accessorio per i lavoratori del settore ex-tesoro;

·           revisione delle dotazioni organiche finalizzata ad evitare esuberi e nuovo ordinamento professionale per arrivare al superamento della I area;

·           l’intensificazione della battaglia contro le “zone grigie” del MEF ed in particolare il Gabinetto del Ministro, dove continuano ad operare situazioni fuori controllo salariale e normativo nonostante le forti denunce della nostra Organizzazione Sindacale;

·           la ricognizione di esternalizzazioni, consulenze ed appalti a ditte esterne, ad oggi in essere, per programmare tutte le possibili reinternalizzazioni e porre fine ai profitti dei privati sulla pelle dei cittadini e dell’utenza.

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