FUA 2012 - FONDO DI SEDE DEI DIPARTIMENTI CENTRALI: ACCORDO MINORITARIO DI "COPERTURA"

In allegato l'accordo FUA 2012 - quota 20% dei Dipartimenti centrali.

Roma -

E’ finito peggio di quanto si immaginasse il proseguimento della riunione sui criteri di ripartizione del FUA 2012 - fondo di sede quota 20%, comprendente anche i compensi relativi all’assistenza fiscale, dei Dipartimenti centrali del MEF con esclusione del Dipartimento delle Finanze.

La cronaca della giornata è estremamente sintetica poiché l’Amministrazione ha, ancora una volta, caparbiamente rigettato la proposta della RSU di formalizzare 2 accordi separati, ma contestuali, con i quali si voleva differenziare la quota derivante dalla lavorazione dei 730 da quella della produttività collettiva.

La proposta, seppur di estrema mediazione e compromesso, puntava chiaramente alla chiusura della vertenza mediante la sottoscrizione dei due accordi, consentendo sia alla RSU che alle Organizzazioni Sindacali di distinguere le posizioni sulle due componenti del Fondo Unico di Amministrazione.

La delegazione di parte pubblica ha invece scelto deliberatamente di forzare il tavolo negoziale andando alla conta sulla sua proposta iniziale, rivista solo nella scala parametrale.

Il risultato finale è un accordo (in allegato) largamente minoritario sottoscritto solo da Cgil, Cisl, Uil e rigettato dalla USB MEF e dalle altre Organizzazioni Sindacali. La RSU risulta anch’essa non firmataria poiché hanno aderito all’accordo soltanto 12 componenti anziché i 18 previsti dalla normativa vigente (50%+1 dei 34 componenti eletti).

Questo è l’esito scarno della contrattazione ed al momento non è dato sapere se l’Amministrazione intenda andare fino in fondo nella forzatura e corrispondere questa parte di salario accessorio ai lavoratori in applicazione di un accordo, ripetiamo, minoritario.

Ormai certe sono, invece, le implicazioni determinate dalle scelte dell’Amministrazione: qualche migliaio di lavoratori dei Dipartimenti centrali percepiranno un salario accessorio di circa 300 euro mentre 75 lavoratori, oltre a detto compenso, intascheranno un importo aggiuntivo massimo di oltre 1500 euro.

Resta da aggiungere che “l’operazione 730” è stata secretata sin dall’inizio e non esiste traccia ufficiale di provvedimenti concernenti le modalità di organizzazione del lavoro, i criteri di gestione di queste lavorazioni e, soprattutto, gli elenchi degli addetti impiegati.

In questa fase di attacchi pesanti ai diritti salariali e normativi, assistere ad uno scempio aggiuntivo consumato con arroganza e disprezzo anche della dignità dei lavoratori non è sopportabile. Brilla, in questo contesto, l’assenza strategica dalle riunioni “scomode” del Capo Dipartimento che, inoltre, continua noncurante a non fornire idonee soluzioni concrete alle richieste della RSU in materia di orario di lavoro e sicurezza sul posto di lavoro.  

Questo atteggiamento dell’Amministrazione, dettato da un’omertosa opacità da una parte e dalla conseguente frettolosa liquidazione del tavolo negoziale dall’altra, rafforza la convinzione della USB a perseguire gli obiettivi di tutela di tutti i lavoratori facendo chiarezza, con tutti gli strumenti necessari, sull’intera vicenda.