La Finanziaria del BAMBOCCIONE

Roma -

La clava dei giuslavoristi continua ad abbattersi, senza pietà, sugli statali, additati al pubblico ludibrio ed etichettati come "fannulloni" in una campagna montante che mira a creare, nel paese, un senso comune ostile nei confronti dei pubblici dipendenti.

Una campagna non certo disinteressata, ma che prepara il terreno ad una politica di tagli e di privatizzazioni nel settore pubblico che sembra contraddistinguere tutte le esperienze di governo del Centrosinistra.

Fin qui la propaganda.

Ma a contraddire una visione esclusivamente ideologica, che alcuni ambienti pretendono di imporre a colpi di editoriali del Corriere della Sera, interviene uno studio congiunto di istituti, non certo tacciabili di simpatie bolsceviche.

Eurispes, Istat, Eurostat e Ocse dimostrano, dati alla mano, che le retribuzioni dei dipendenti pubblici italiani sono nettamente inferiori non solo rispetto a paesi come Germania, Gran Bretagna o Francia: il dato che emerge è che, uno "statale" italiano, guadagna molto meno anche rispetto ad un collega spagnolo, che può, però, approfittare, diciamo così, di un costo della vita minore.

Se questa è la condizione retributiva dei padri e delle madri, appare difficile che quella dei figli possa essere migliore. Anzi, tutti gli indicatori rivelano che le condizioni delle nuove generazioni saranno peggiori di quelle precedenti, invertendo una tendenza progressiva avviatasi nel dopoguerra grazie al boom economico ma, soprattutto, grazie al conflitto di classe.
L'inesistenza di qualsiasi forma di reddito per i giovani (a differenza di quanto accade nel resto d'Europa), la preponderante precarietà dei contratti di lavoro oggi disponibili per i giovani, gli affitti da rapina imposti dalla legge della giungla del libero mercato, sono tutti ostacoli niente affatto secondari per l'autonomia dei giovani dal nucleo familiare di provenienza.

In questo contesto la battuta sui "bamboccioni" del Ministro Tommaso Padoa Schioppa, che pretendeva, forse, di essere spiritosa, rivela tutto il cinismo caratteristico delle classi dominanti verso le "persone normali" che non dispongono delle medesime risorse economiche né dell'esteso sistema di relazioni che consente, ai giovani rampolli della borghesia, di affrancarsi, presto, dalle proprie famiglie.

Così come è davvero anomalo il concetto di redistribuzione delle risorse contenuto nella Legge Finanziaria di quest’anno.

E’ stato ormai assodato che le rendite speculative e i capitali di borsa non subiranno nessun aumento, neanche minimo, della tassazione fino a quella quota del 20% applicata nel resto d’Europa da governi anche più confindustriali del nostro.

E' anche certo che, per i salari, non è prevista alcuna riduzione delle imposte.

Da una prima lettura, quindi, il dato più rilevante che salta agli occhi è ben diverso da quello rassicurante propagandato a piene mani dal governo e dai suoi sostenitori.

Infatti, mentre gli ospedali, le scuole o i precari e i lavoratori nei servizi pubblici si sentono ripetere continuamente che non ci sono i soldi, il Sole 24 Ore ci informa che, nella Finanziaria appena scritta, sono stati previsti ingenti stanziamenti per completare il programma del caccia Eurofighter (ulteriori 4,4 miliardi di euro); che ci sono i soldi per altre due fregate militari Fremm (1 miliardo e 50 milioni di euro); che c’è un altro miliardo di euro per equipaggiare le forze armate terrestri e il progetto "il soldato del futuro".

Non solo: sono confermati i fondi per l'acquisizione di 14 velivoli dell’Aermacchi per l’Aereonautica militare; risultano confermati più di tre miliardi di euro già previsti dalla Finanziaria dello scorso anno per l’ammodernamento e l'espansione dell’industria bellica.

Anche quest’anno, quindi, il capitolo spese militari, dopo l’incremento del 13% registrato l’anno scorso, continua a crescere: saranno previsti le necessarie coperture finanziarie per la costruzione di una nuova e più grande base militare Usa a Vicenza, per il mantenimento di uomini e mezzi nei Paesi dell'Afghanistan, del Libano, dell' Irak, per la formazione di 190 mila uomini pronti alla "proiezione rapida" nei territori esteri di "interesse nazionale" nel quadro del Nuovo Modello di Difesa e per assicurare la continuità al programma di caccia da combattimento europeo Eurofighter.

Inoltre, verranno attinti ulteriori finanziamenti destinati ai programmi civili e ad alta tecnologia del Ministero per lo Sviluppo Economico.

Invece, non mancano, anche quest’anno, i tagli alla pubblica amministrazione: sono previsti tagli per il personale dal 5 al 10% a seconda dei livelli, mentre, per il 2008-2009, non sono previsti fondi per la copertura del rinnovo dei contratti, in scadenza il 31 dicembre di quest’anno, che, nei fatti, si traduce nella loro triennalizzazione.

Per contro, vengono previsti fondi, almeno 51 milioni di euro, per il finanziamento delle scuole private.
La Confindustria, in una nota, ha espresso un giudizio di "apprezzamento e approvazione" della manovra finanziaria sottolineando come l’intervento sulle aliquote Ires, cioè sui profitti, scende di 5 punti e mezzo, dal 33% al 27,5%, che si aggiunge alla significativa riduzione dell’Irap dal 4,25% al 3,9%.

Queste misure si sommano, continua la nota padronale, "al beneficio già realizzato con il taglio del cuneo fiscale". Ma i benefici per le imprese non finiscono qui, a queste misure di sostegno ai profitti devono aggiungersi ulteriori sconti fiscali per l’impegno aziendale nella ricerca.

Non solo la grande e media borghesia ma anche la piccola borghesia riceve, dalla manovra finanziaria, "semplificazioni e sgravi fiscali" attraverso la previsione di una unica aliquota del 20%, a forfait, che consentirà di essere esentati dall’Irap, di essere esclusi dall’Iva e di non essere sottoposti a studi di settore.

A contorno di queste misure, il governo ha predisposto una serie di misure "compassionevoli" che non migliorano assolutamente le condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari e dei lavoratori anzi, tutto l’impianto della Finanziaria (articolata nel decreto legge collegato per 7,5 miliardi di euro con effetti immediati sul 2007 e, nel disegno di legge, per gli anni 2008-2010 del valore di 11 miliardi) è indirizzato contro gli interessi immediati e futuri dei lavoratori.

Queste, sono le misure dal sapore squisitamente propagandistico: un bonus di 150 euro per "le categorie economiche non autosufficienti", uno sconto sull’Ici e una detrazione dell’Irpef di una quota del canone d’affitto. Mentre, il cosiddetto "piano casa", finanziato con 550 milioni di euro, sarà gestito da una “newco” pubblico/privato per la costruzione di alloggi da affittare.

Quindi, nessuna politica di edilizia popolare pubblica, come ce ne sarebbe urgente bisogno, ma una politica di sostegno alle imprese edili preoccupati per la crisi dei subprime che comincia ad interessare l’Europa, a partire dalla Gran Bretagna.

Infine, conclusa la farsa del referendum di CGIL, CISL e UIL, il consiglio dei ministri si promette di approvare il 12 ottobre il Protocollo sulle pensioni, sul mercato del lavoro e sul pacchetto sicurezza del ministro Giuliano Amato.

Ci domandiamo, quindi, quanto è stato stanziato per far diminuire le imposte sui salari dei lavoratori?

Niente.

E quanto rimarrà della annunciata riduzione dell’ICI sulla prima casa dopo la rivalutazione degli estimi catastali passati nelle mani dei Comuni?

Molto meno di quanto annunciato.

E il cuneo fiscale? Ve li ricordate gli effetti del cuneo fiscale sui salari dei lavoratori? Che effetti ha avuto concretamente?

Non possiamo dirvelo per quel pizzico di pudore che viene a chi deve mettere per scritto l’aneddoto popolare sul cetriolo e l’ortolano, con il cuneo nel ruolo del cetriolo e i lavoratori nel ruolo dell’ortolano.

La manovra finanziaria 2008 del ministro BAMBOCCIONE è, quindi, in sostanziale continuità con quella precedente, che si muove all’interno del solco tracciato dal programma di legislatura: raggiungere gli obiettivi di "risanamento" del bilancio dello Stato, rendere permanente la precarietà del lavoro salariato, rilanciare attraverso il contenimento dei salari e dei costi di produzione, la competitività del capitalismo italiano nei mercati internazionali.

Un obiettivo, questo, che presuppone il mantenimento del controllo delle "aree vitali", in concertazione con le potenze imperialiste alleate: da qui, la destinazione di ingenti risorse alle spese militari, di cui vi abbiamo già parlato.

Con tutta evidenza siamo ancora una volta in presenza di una manovra finanziaria di chiaro segno padronale che protegge le rendite finanziarie e tartassa i lavoratori dipendenti.

Una Finanziaria 2008 che, congiuntamente al protocollo sul welfare e pensioni di CGIL, CISL e UIL, necessita di una risposta di classe: lo sciopero generale unitario e di massa.

 

S C I O P E R O

G E N E R A L E

9 NOVEMBRE 2007

 

Contro il protocollo del 23 luglio, contro la precarietà di vita e di lavoro, per la difesa e l’estensione dei diritti sociali, al lavoro, al reddito, a pensioni adeguate per tutti, alla casa, all’istruzione, alla salute, ai beni comuni, per rinnovi contrattuali veri, contro la guerra e per il taglio drastico delle spese militari.