Perchè scioperiamo il 9 NOVEMBRE 2007

Roma -

 

Il “Protocollo su Previdenza, Lavoro e Competitività per l’equità e la cresci­ta sostenibili”, sottoscritto da Governo, Confindustria e Cgil, Cisl, Uil, Ugl ad eccezione della sola CUB il 23 luglio 2007, su cui una consultazione ta­roccata ha fatto esprimere una esigua minoranza dei 35 milioni di lavoratori e pensionati italiani, rappresenta l’ennesima spallata al sistema previ­denziale pubblico, non affronta in alcun modo la piaga della precarietà e ancora una volta è orientato a soddisfare gli appetiti delle imprese.

PREVIDENZA

Si utilizza un misero aumento delle pensioni più basse, tra l’altro destinato ad essere presto riassorbi­to e reso ininfluente dall’aumento continuo del costo della vita – poiché non reso strutturale attraverso l’aggancio alle dinamiche retributive del personale in attività – per attaccare in profondità il diritto alla pensione di anzianità e a tutto il sistema previdenziale pubblico.
Il Protocollo supera lo scalone Maroni nel vero senso della parola, cioè lo rende, se possibile, ancora peg­giore; infatti mentre elimina il salto a 60 anni dal 2008 previsto dall’ennesima riforma varata dal centro de­stra, introduce un meccanismo per quote che sommano età anagrafica e anni di versamenti contributivi per definire la possibilità di andare in pensione.

Così facendo dal primo gennaio 2013, cioè un anno prima di quanto prevedeva la Maroni, si andrà in pensione con 61 anni di età e 36 anni di contributi!

Per dimostrare però che il Governo di centro sinistra ha a cuore la sorte dei lavoratori impegnati nelle attività più gravose ed usuranti, il Protocollo stanzia ben 2,52 miliardi di euro nel decennio 2008/2017 per consentire l’anticipo del pensionamento di questi lavoratori. Lo stanziamento citato non può consentire però più di 5.000 pensionamenti l’anno per lavori usuranti, così, anche per chi ha svolto questi tipi di la­vori faticosi magari per 35 anni, riuscire ad andare in pensione sarà un po’ come partecipare al gioco dell’oca, con il rischio di saltare giro per mancanza di fondi!
Ma non contenti il Governo e Cgil, Cisl Uil Ugl hanno inventato anche un’altra clausola che vanifica total­mente l’agevolazione prevista; infatti chi pure facesse parte delle categorie individuate come usuranti (de­creto Salvi del 1999, lavoratori notturni D.Lgs 66/2003 – 80 notti l’anno – lavoratori industria addetti a produ­zioni di serie, a catene di montaggio, a lavorazioni ripetitive, i conducenti di mezzi pubblici pesanti) e che ab­biano svolto tali lavori per almeno la metà del periodo di lavoro complessivo o almeno per 7 anni negli ultimi 10, potranno usufruire di 3 anni di sconto rispetto al requisito di anzianità previsto per andare in pensione con il requisito minimo dei 57 anni. Il che significa che nessuno, dal 2008 in poi, potrà più andare con i 54 anni (57 previsti - 3 di sconto = in pensione a 54 anni) ma lo sconto si applicherà agli anni richiesti per il singolo sca­glione ( esempio nel 2011 sono previsti 60 anni di età per tutti per andare in pensione, lo sconto di 3 anni per gli usurati parte da lì, e cosi sarà 60 – 3 = 57 anni di età ) c’è davvero di che essere contenti!!
Per finanziare questo splendore di meccanismo si prevede di rastrellare 3,5 miliardi dalla “razionalizza­zione” (leggi unificazione di parte o di tutto) degli Enti previdenziali – INPS, INPDAP, INAIL, e minori – co­sa che produrrà inevitabilmente uno scadimento e un allungamento dei tempi nell’erogazione delle pre­stazioni, con buona pace degli interessi dei pensionati e dei lavoratori a mantenere una previdenza alme­no efficiente nelle sue funzioni centrali e con il concreto rischio di alcune migliaia di esuberi tra i “fannul­loni” che lavorano negli enti in questione.

ATTENZIONE! Se questo giochetto della razionalizzazione degli enti non producesse il risultato atteso – 3,5 miliardi di euro di risparmi nel decennio – è già pronta una clau­sola di salvaguardia che prevede l’aumento delle contribuzioni di tutti i lavoratori dipendenti, parasubor­dinati e autonomi dello 0,09% a partire dal 2011 (quindi non si aspetta la fine del decennio, il 2017, per verificare se si sono realizzati i risparmi, ma già dal 2011 scatta l’aumento dei contributi!!).
Va però ricordato che vengono ripristinate – forse, lo deve decidere la solita commissione – 4 finestre di uscita per chi vanta i 40 anni di contributi!!!
Ma non vanno dimenticati i coefficienti di trasformazione!

Questi odiosi strumenti sono quelli che, ap­plicati ad uno strano calcolo punitivo legato alla speranza di vita, determinano l’importo della pensione. In poche parole questi coefficienti servono a ridurre l’importo delle pensioni per compensare l’aumento – la famosa media dei polli – della “aspettativa di vita”, quindi più tempo “statisticamente” si campa, me­no pesante sarà la pensione! Anche qui si costituisce l’ennesima commissione tra i sottoscrittori del Proto­collo che dovranno ridefinire i criteri di applicazione dei coefficienti e il loro “peso”.

In attesa però dei ri­sultati di questa “commissione” intanto si modificano, riducendoli, i coefficienti attualmente in essere e… si riducono le pensioni del 6/8%!


AMMORTIZZATORI
Sempre nel Protocollo è però prevista la contribuzione figurativa per i lavoratori precari per colmare i vuoti contributivi, la possibilità di usufruire dei contributi versati ad enti o casse diverse ( non è specificato per ora se a titolo gratuito od oneroso) e facilitazioni per il riscatto laurea. Di converso si istituisce un “con­tributo di solidarietà” – solidarietà coatta, viene da dire – per tutti i lavoratori e i pensionati iscritti ai fon­di speciali. Importo e durata di tale contributo saranno decisi dalla solita “commissione” (ma non sarebbe meglio chiamarla “commistione”?!).

Vengono aumentati i contributi per i “parasubordinati”, cioè i preca­ri, che per non avere mai una pensione da ora in poi pagheranno pure più contributi! Ma, nello spirito so­lidaristico che muove ogni azione del nostro beneamato governo, ecco spuntare un contributo di solidarie­tà – questo inequivocabilmente solo per l’anno 2008 – da ricevere attraverso il blocco della perequazione di quanti percepiscono pensioni superiori a 8 (otto!!!!!) volte il minimo… e poi dicono che non c’è giustizia!
Sugli ammortizzatori sociali, le modifiche proposte – ma ancora da definire concretamente – non in­fluiscono minimamente sulla precarietà, non introducono il diritto al reddito, nè misure di sostegno ef­fettivo. Solo gli interventi immediati in materia prevedono poche modifiche, la più importante è quella della contribuzione figurativa a coprire la differenza tra l’indennità percepita e la retribuzione piena. Ov­viamente tali interventi assistenziali continueranno a gravare sul capitolo previdenza contribuendo agli aggravi dei bilanci previdenziali per poste che non hanno nulla a che vedere con la previdenza.


MERCATO DEL LAVORO
Quello che doveva essere lo strumento per applicare il programma di governo in tema di precarietà è risultato assolutamente inesistente e inutile. La precarietà non solo permane ma si rafforza, la legge 30 e il pacchetto Treu non solo rimangono ma addirittura si rafforzano stabilizzandosi.
Il contratto a tempo determinato, oggi possibile non oltre 36 mesi, viene allungato attraverso la possibilità per l’impresa di avvalersi dell’assistenza di un “sindacalista” disponibile. Cioè i contratti oltre i 36 mesi po­tranno essere ritenuti validi se stipulati presso la Direzione Provinciale del Lavoro “alla presenza di un rappre­sentante sindacale” con mandato del lavoratore.

Sarà un fiorire di sindacati gialli e sindacalisti “affidabili”!!
Le uniche norme che il Protocollo intende abrogare, di quelle previste attualmente dalle normative in vigore sono quelle sullo Staff leasing e sul lavoro a chiamata, che sono notoriamente le meno utilizzate; per tutto il resto nulla si dice e nulla si prevede, neppure la solita commissione che non si nega a nessuno!

 

SOSTEGNO ALLE IMPRESE (CIOE' AI PADRONI!)
Come se non fosse sufficiente continuare a consentire alle imprese l’utilizzo sfrenato e senza regole di ogni possibile tipologia di lavoro precario, come se non fosse stato sufficiente il regalo della scorsa fi­nanziaria di diminuzione di ben 5 punti di “cuneo fiscale” a loro esclusivo beneficio, il Protocollo ne sfo­dera di ulteriori.
Sgravi fiscali e contributivi sulle contrattazioni di secondo livello – con ulteriore aggravio sui conti del­la previdenza –, detassazione delle risorse per i premi di risultato, abolizione della contribuzione ag­giuntiva sugli straordinari, con il bel risultato di rendere gli straordinari più convenienti del lavoro ordi­nario e dell’assunzione e/o regolarizzazione di nuovo personale o di precari.

 

FINANZIARIA PER IL 2008

La Finanziaria 2008 aggrava questo quadro già molto pesante.
Infatti:
• non stanzia fondi per i rinnovi dei contratti di lavoro del pubblico impiego e dei trasporti per il prossimo biennio 2008/2009, ma solo gli importi utili a pagare la “vacanza contrattuale come a dire che è scontato l’ennesimo ritardo nella stipula dei contratti; a tal proposito l’ineffabile Ministro Padoa Schioppa – per intenderci quello dei “bamboccioni” rivolto ai giovani precari – ha sostenuto che i soldi ci saranno solo se decollerà il memorandum sul pubblico impiego e quindi la triennalizzazione dei contratti;
• con la scusa di limitare il ricorso al lavoro flessibile nella pubblica amministrazione, ne blocca l’utilizzo a partire da quelli che sono attualmente al lavoro a cui non verrà rinnovato né, prorogato, il rapporto di lavoro e saranno quindi semplicemente …licenziati!
• viene incentivata la mobilità interna alla pubblica amministrazione;
• diminuisce ulteriormente le tasse alle aziende, in particolare diminuisce l’irap che è l’imposta con cui si finanzia il servizio sanitario con immaginabili conseguenze.

 

Contro l’Accordo su precarietà, welfare e pensioni del 23 luglio 2007, per la redistribuzione del reddito, la difesa ed il rilancio del sistema previdenziale pubblico e dello stato sociale, l’aggancio delle pensioni alle dinamiche inflattive e retributive, per salari europei, rinnovi contrattuali veri, lavoro stabile e tutelato e diritto al reddito, contro la guerra e per il taglio drastico delle spese militari.

 

9 NOVEMBRE 2007

SCIOPERO GENERALE

(manifestazioni regionali)

 

Milano L.go Cairoli ore 9.30

Torino P.zza Arbarello ore 10.00

Roma P.zza della Repubblica ore 9.30

Bologna P.zza XX Settembre ore 9.00

Firenze P.zza S.Marco ore 9.30

Taranto P.le Arsenale ore 10.00

Napoli P.zza Garibaldi ore 9.30

Ancona P.zza Cavour ore 9.00

Genova P.zza De Ferrari ore 9.00

Trieste P.zza della Borsa ore 9.30

Venezia P.le Stazione S.Lucia ore 10.00

Teramo P.zza S.Francesco ore 10.00

Potenza P.zza Prefettura ore 9.30

palermo P.zza Massimo ore 9.30

Cagliari P.zza Garibaldi ore 10.00

Brescia P.zza Loggia ore 9.30

Campobasso P.zza Municipio ore 10.00