IL NUOVO MEF AI TEMPI DELLE ELEZIONI RSU

Roma -

Nel corso del 2014 la USB PI ha sistematicamente denunciato e rappresentato le ricadute specifiche nel MEF dell’applicazione delle norme di riduzione della spesa e delle dotazioni organiche che hanno determinato la chiusura di sedi territoriali e la rivisitazione funzionale degli uffici centrali.

Tali denunce sono state accompagnate anche da analisi sulla scarsa reazione dei lavoratori degli uffici centrali durante la fase di destrutturazione del MEF e sull’oscuramento delle problematiche della periferia.

L’amministrazione del MEF ha cercato di mantenere una specie di “pace sociale”, puntando alla riduzione del danno:

- con l’utilizzo “furbo” di una giusta tempistica nell’erogazione del salario accessorio ancora disponibile;

- con il pseudo contenimento dei disagi per i lavoratori che sono stati costretti a cambiare sede di lavoro per la soppressione dei loro uffici;

- con le solite collaudate operazioni di favoritismi e clientele sempre attuali, ben collaudate e magari anche con qualche complicità sindacale.

L’USB MEF, in questi anni, ha messo in campo una serie di battaglie contro la devastazione dei diritti generali e salariali, ha denunciato sistematicamente la deriva istituzionale del nostro dicastero ed ha rappresentato le grosse ipoteche   presenti anche sul futuro dei lavoratori del MEF che saranno colpiti da ulteriori interventi di tagli di sedi, di riduzione d’organico e di contrazione del salario.

La nostra Organizzazione Sindacale, inoltre, da anni denuncia e contrasta le zone grigie del nostro Dicastero, dove la distribuzione del salario e la gestione del personale non sono chiare.

Queste battaglie, oltre agli obiettivi di equità di trattamento economico e professionale, di recupero salariale e di tutela complessiva dei lavoratori, hanno una valenza etica e culturale e s’inquadrano in una vertenza generale contro le politiche del malaffare che alimentano questo sistema di saccheggio sociale.

Vale la pena ricordare che solo grazie a queste battaglie:

a) si è scoperto l’inghippo dell’uso improprio di una quota del FUA da parte degli uffici di diretta collaborazione del Ministro e sono state recuperate e redistribuite a tutti i lavoratori, dopo più di 10 anni, le relative somme pari a 500.000 euro. Amministrazione e parte politica sono stati costrette, anche a divulgare alcuni dati salariali e organizzativi di questi uffici.

L’azione sindacale ha anche un risvolto giudiziario ed il 16 febbraio u.s.  si è tenuta l’udienza in tribunale contro il Gabinetto del ministro per la violazione del diritto d’informazione e delle prerogative sindacali e si è in attesa delle decisioni del giudice;

b) si è messo parzialmente ordine nell’utilizzo degli istituti di turni e reperibilità agendo sull’omogeneizzazione del trattamento per uffici, sulla trasparenza dei criteri per l’individuazione delle necessità, sul contrasto alla discrezionalità. Anche in questo settore  la soglia d’attenzione deve necessariamente rimanere alta in considerazione della possibilità che le regole vigenti siano aggirate per ripristinare situazioni improprie e fuori controllo o costruirne delle nuove;

c) si è smascherata l’ambigua operazione di organizzazione delle lavorazioni di assistenza fiscale che ha determinato insopportabili differenziazioni del salario accessorio tra i lavoratori degli uffici centrali. Anche se l’Amministrazione ha predisposto, grazie alla nostra battaglia, l’adozione di un formale interpello (l’ultimo è dei giorni scorsi) per il reclutamento degli addetti, rimangono ancora i meccanismi perversi che determinano una forbice salariale sicuramente iniqua. Pertanto, anche quest’anno, ci sarà lo stesso scenario di contrapposizione;

d) è stata avviata una vera e propria campagna in materia di sicurezza sul posto di lavoro che ha portato alla condanna definitiva dell’Amministrazione del MEF per comportamento antisindacale e che, nel prossimo triennio, dovrà costituire un modello da estendere su tutte le sedi, qualora sia necessario.

L’ultima vertenza, in ordine di tempo, è stata avviata a ottobre del 2014 e riguarda gli incarichi dei componenti dei collegi sindacali o di revisione nella pubblica amministrazione, gestiti dalla Ragioneria Generale dello Stato, e gli incarichi di funzione dirigenziale.

La USB MEF ha effettuato una serie di accertamenti su questi incarichi e sulla tenuta dell’elenco dei dipendenti espressamente previsto dalle norme, controllando anche le informazioni presenti sull’apposito sito internet gestito dall’Amministrazione e regolato da precisi obblighi di completezza e trasparenza.

Tali accertamenti hanno evidenziato carenze consistenti in ordine a tutto il percorso di formazione e pubblicizzazione dei suddetti incarichi, compresi il prescritto elenco nominativo e la modalità di conferimento.

La nostra Organizzazione Sindacale ha quindi inoltrato all’Amministrazione, in data 14 ottobre 2014, una lunga nota di denuncia e richieste riservandosi di segnalare all’Anac la presunta violazione degli obblighi di pubblicizzazione e trasparenza.

L’Amministrazione ha dovuto riconoscere la legittimità delle richieste prodotte, provvedendo a integrare parte dei dati pubblicati e impegnandosi a intervenire con ulteriori integrazioni, peraltro a oggi del tutto carenti.

Ovviamente la USB MEF ha insistito sulla segnalazione delle anomalie e delle carenze di pubblicizzazione e trasparenza non certo per un aspetto puramente formale ma per far emergere omissioni e disattenzioni che, volontarie o meno, costituiscono una vera e propria copertura per eventuali abusi e/o discriminazioni.

In questa problematica, importante per la rilevanza della materia e per la tutela dei lavoratori interessati, il “sorvegliato speciale” è la Ragioneria Generale dello Stato.

La stessa Ragioneria Generale dello Stato che si erge a baluardo dell’inflessibilità quando si tratta di certificare il salario dei lavoratori ma si concede ampi spazi di discrezionalità per quanto riguarda il rispetto delle norme contrattuali e il diritto d’informazione quando si tratta di affari propri!

Un esempio eclatante, a tale proposito, è la disinvolta gestione dei carichi di lavoro e della revisione del modello organizzativo in alcune Ragionerie Territoriali, che stanno sperimentando la portabilità di specifiche linee di attività in totale assenza d’informazione, regolamentazione e formalizzazione. L’organizzazione del tutto è demandata ad accordi personali tra dirigenti….  ma su questo apriremo un fronte specifico!

La USB continuerà la sua azione su tutti i fronti e chiede a tutti i lavoratori di fare una scelta di campo alle elezioni RSU del 3, 4 e 5 marzo dando forza alla nostra Organizzazione Sindacale.