SVILUPPI ECONOMICI E POSIZIONI ORGANIZZATIVE: REFERENDUM!!

Roma -

La USB PI MEF, come già annunciato nell’assemblea dei lavoratori del 4 aprile 2016, lancia il referendum sull’accordo del 30 marzo u.s. concernente i passaggi di fascia economica e le posizioni organizzative.

Questo referendum, programmato già all’inizio della vertenza, arriva dopo una serie di mobilitazioni che hanno registrato una partecipazione di massa dei lavoratori del MEF.

Le assemblee cittadine, tenute in concomitanza degli incontri tra Amministrazione e Organizzazioni Sindacali, hanno rappresentato lo strumento prioritario di esercizio di democrazia diretta dei lavoratori che hanno avuto la possibilità di interagire in tempo reale con quanto accadeva al tavolo negoziale.

L’assemblea pomeridiana del 30 marzo, che si è tenuta alle porte della sala dove si svolgeva l’incontro tra le parti sociali, ha dato il segnale più forte del dissenso dei lavoratori su quanto si stesse consumando in nome e contro di loro.

Le migliaia di firme raccolte in pochi giorni e consegnate alla delegazione di parte pubblica il 30 marzo sono state un’ulteriore dimostrazione della contrarietà dei lavoratori a questo tipo di accordo e della rivendicazione di passaggi semplici ed estesi a tutti come sono stati quelli del 2010.

La vertenza sulle riqualificazioni economiche e sulle posizioni organizzative non è certamente conclusa poiché l’emanazione dei bandi e l’attuazione concreta della famigerata formazione, con annessi moduli on line ed esami finali, porteranno inevitabilmente ad altri duri interventi della nostra Organizzazione Sindacale insieme ai lavoratori. Le fantasiose attribuzioni delle posizioni organizzative, poi, non mancheranno di offrire spunti per ulteriori dure reazioni.

Il referendum, quindi, è una tappa intermedia che, oltre ad essere il mezzo per eccellenza di espressione democratica sull’accordo, porta nel MEF un nuovo modo di vivere le questioni salariali e non.

L’Amministrazione del MEF ha sbagliato completamente se pensava di continuare a calpestare i bisogni dei lavoratori senza che ci fossero reazioni poiché nel nostro dicastero si è ormai alzato il vento della protesta e del conflitto che continuerà a soffiare anche su altre problematiche.

Non è un caso, infatti, che l’assemblea dei lavoratori della DST tenutasi l’8 aprile 2016 abbia:

- respinto al mittente il piano di deportazione con lo spostamento della sede storica di Via Casilina in zona periferica;

- manifestato la ferma intenzione di dare battaglia;

- aperto il fronte di una vertenza generale sulla logistica.

Di questo, però, la USB avrà modo di scrivere e parlare nei prossimi giorni…

ORA PARTECIPIAMO IN MASSA AL REFERENDUM!

Diciamo no e respingiamo al mittente l’ennesimo accordo a perdere!

Ogni lavoratore potrà votare collegandosi direttamente al nostro sito web tesoro.usb.it e cliccando il banner indicato con la freccia nell’immagine sottostante.