METTIAMO AL BANDO L'AMMINISTRAZIONE DEL MEF

In allegato i bandi degli sviluppi economici.

Roma -

Il 28 aprile 2016 la USB MEF aveva diffuso il comunicato “Sviluppi economici e posizioni organizzative: ma non finisce qui!” nel quale rendeva noti i risultati del referendum pari al 94% di no all’accordo sui passaggi di fascia economica.

Nello stesso comunicato, la nostra Organizzazione Sindacale ripercorreva anche le tappe di questa vertenza e prefigurava ulteriori motivi di dure reazioni agli atti, prodotti dall’Amministrazione, conseguenti alla sciagurata intesa sottoscritta da CGIL CISL FLP INTESA e UNSA.

I bandi relativi alle procedure per lo sviluppo economico all’interno delle aree, emanati il 23 maggio, sono il primo dei suddetti atti dell’Amministrazione e confermano pienamente le previsioni esposte nel citato comunicato.

Questi provvedimenti si articolano con una parte preliminare di ben “19 visto, 1 visti, 7 vista, 1 ritenuto e 1 considerato” che citano disposizioni normative e riempiono le prime 3 pagine delle 10 complessive con le quali è stato formalizzato il famigerato accordo del 30 marzo 2016 accentuandone addirittura le ricadute contro i lavoratori.

La parte peggiore dei bandi riguarda certamente l’impostazione iper concorsuale delle procedure che ha la sua struttura portante:

- nella diversificazione delle date di possesso dei criteri selettivi, previsti alla scadenza del bando per i titoli di studio e l’esperienza professionale ma senza alcuna indicazione temporale per la formazione;

- nell’automatismo tra istanza di accesso alla procedura e iscrizione ai corsi formativi;

- nelle materie oggetto dei corsi, palesemente poco attinenti ai dettati contrattuali e scelte con intenti punitivi;

- nell’odioso obbligo dell’esame finale, la cui mancata effettuazione “per qualsiasi motivo” determina automaticamente l’esclusione dalla procedura, fattispecie peraltro neanche prevista dal già pessimo accordo del 30 marzo.

Un’altra “pregevole” caratteristica dei bandi sono poi le omissioni. Infatti, non c’è alcun riferimento alla tempistica dei corsi e degli esami finali ma solo un misero e imbarazzante rinvio a successiva circolare.

I tre provvedimenti emanati dall’amministrazione, quindi, formalizzano e sanciscono definitivamente le caratteristiche concorsuali e discriminatorie delle procedure. Allo stesso tempo, la novità dell’esclusione dei candidati per mancato svolgimento dell’esame porta all’apice l’accanimento contro le aspettative dei lavoratori.

L’amministrazione del MEF sta dimostrando ancora una volta il proprio livore sociale contro le rivendicazioni dei lavoratori e fa da boia alle loro aspettative salariali e professionali.

La USB MEF ha fortemente contrastato tutto questo con la lotta dei lavoratori che il 30 marzo u.s. hanno portato la protesta alle porte del tavolo negoziale ed hanno chiesto la riproposizione delle procedure del 2010.

Queste mobilitazioni hanno lasciato il segno ma hanno anche dimostrato che bisogna continuare a lottare quotidianamente per porre un freno alla dilagante arroganza dell’amministrazione rivendicando diritti e dignità.

Un’arroganza che, con la gestione delle procedure sui passaggi di fascia economica, ha raggiunto livelli di insopportabilità sociale e di gestione reazionaria e ottusa mai realizzata nel nostro Dicastero.

Questi passaggi di fascia, attesi da 6 anni, rischiano di non arrivare al traguardo per responsabilità precisa dell’amministrazione che, nella foga di rendere complesse e selettive le procedure dei passaggi, ha elaborato dei bandi il cui profilo normativo e contrattuale resta molto opaco e tutto da verificare.

La nostra Organizzazione Sindacale continuerà a battersi non solo per eliminare dai bandi del 23 maggio l’esclusione dalle procedure in caso di mancato espletamento dell’esame finale (l’amministrazione potrebbe agire in questo senso con un semplice provvedimento in autotutela) ma per cancellare del tutto questa anomalia della formazione.

La USB MEF ritiene inoltre che persino l’accordo del 30 marzo sia stato ampiamento violato dall’amministrazione e la prassi vorrebbe che, in questi casi, le OOSS firmatarie procedessero alla formale disdetta dell’accordo stesso anziché prodursi in effimere richieste d’incontro.

Questa disdetta permetterebbe di ripristinare le condizioni minime di confronto per costringere l’amministrazione a rivedere le sue incursioni contro i diritti dei lavoratori e contro le norme contrattuali.

La storia recente del nostro Dicastero, però, non induce ad aspettative positive visto che l’amministrazione continua a disattendere richieste d’incontro e persino d’informazione sulle problematiche più attuali.

Un esempio calzante di questo atteggiamento è la mancanza di riscontro alle richieste di incontro sulle problematiche della logistica.

Il 26 maggio u.s., proprio nell’ambito di questa vertenza, la stessa amministrazione ha collezionato un’altra figura meschina con i lavoratori della DST, riuniti nell’assemblea indetta dalla USB MEF su richiesta della RSU di quella Direzione.

Questi lavoratori, accorsi in massa in via XX Settembre, hanno dato vita a un corteo interno per tentare di rappresentare al Capo Dipartimento cons. Luigi Ferrara le criticità relative al trasferimento della sede da via Casilina in immobile addirittura al di fuori del Grande Raccordo Anulare.

Il Capo Dipartimento era “opportunamente" fuori sede e altri rappresentanti dell’amministrazione non hanno avuto la decenza di ricevere i lavoratori. Il corteo ha comunque raggiunto il gabinetto del ministro ed ha denunciato con forza questo ignobile atteggiamento dell’amministrazione.

L’episodio riportato squalifica ulteriormente l’amministrazione del MEF e pone il problema di costruzione di un nuovo percorso di mobilitazione che rivendichi:

- la revisione profonda delle attuali procedure di riqualificazione all’interno delle aree eliminando le parti “anomale” e l’impostazione iper concorsuale;

- il confronto sulla logistica con la sospensione delle attuali scelte unilaterali delle nuove sedi;

- l’avvio immediato dell’iter concernente gli atti necessari alla determinazione e corresponsione delle risorse riconducibili alla c.d. cartolarizzazione;

- il ripristino degli spazi di agibilità, informazione e rappresentanza sindacale;

- gli interventi di profondo cambiamento nella gestione del personale anche in relazione ai diritti generali.

Come sempre la USB MEF informerà e coinvolgerà tempestivamente i lavoratori su tutte le problematiche esposte.