RTS NAPOLI: LA POLVERE SOTTO IL TAPPETO

Roma -

Abbiamo letto con autentico stupore il verbale della recente riunione tenutasi tra il Direttore della RTS di Napoli e le OO.SS., in cui sembrerebbe che l’autorizzazione ad effettuare ore di lavoro straordinario non possa essere più concessa a causa della doverosa segnalazione inviata dalla USB PI MEF agli Organi di Vigilanza in merito alle problematiche sulla sicurezza del lavoro presenti in detto Ufficio.

Lo stupore però lascia ben presto spazio al ragionamento e alla amara considerazione del ruolo che i rappresentanti dei lavoratori dovrebbero avere e che, in questo caso, hanno sostanzialmente dimostrato di non volere scientemente svolgere.

Non può che essere interpretato in questo modo il misero balletto andato in scena e tristemente riportato nel verbale della riunione. In buona sostanza, a fronte delle dichiarazioni del dirigente/datore di lavoro tese ad ammettere le oggettive condizioni di disagio microclimatico e ad informare in merito alle attività intraprese per cercare di mitigarne l’effetto, alcuni componenti RSU, RLS e rappresentanti sindacali territoriali (ad eccezione ovviamente dei delegati USB) hanno continuato a negare l’evidenza dei fatti appena prospettata dalla delegazione di parte pubblica.

Non è nostra abitudine e anzi ci duole perfino fare affermazioni di questo genere su coloro che dovrebbero tutelare i lavoratori, tuttavia non possiamo esimerci dall’esternare ciò che è sotto gli occhi di tutti.

Non comprendiamo infatti come si possa considerare salubre un ambiente lavorativo nel quale decine di persone sono sottoposte a condizioni microclimatiche non adeguate solo perché la situazione è così da anni, o perché è stato redatto un DVR, o perchè c’è qualcuno che forse non sa cosa accade nel proprio Ufficio.

E allora ci chiediamo perché la USB PI MEF sia venuta a conoscenza di tale problematica. Ma forse a chiederselo dovrebbero essere proprio coloro che sostengono di conoscere le problematiche del proprio Ufficio a menadito, anche in virtù del ruolo che svolgono – o meglio dovrebbero svolgere – ma, guarda caso, non sanno che, in quella sede lavorativa, parte dei lavoratori sono costretti ad utilizzare ventilatori per sconfiggere la sensazione di aria irrespirabile che ciascuno percepisce non appena si entra in determinate stanze.

E dovrebbero anche chiedersi come mai soltanto ora, a seguito della segnalazione della USB PI MEF agli organi di controllo, il Direttore non “possa” più autorizzare lo svolgimento di lavoro straordinario, interrompendo una prassi amministrativa consolidata che lo ha visto, nello stesso periodo dell’anno 2016 ed in identiche condizioni ambientali, autorizzare svariate ore di presenza oltre il normale orario di lavoro.

Prescindendo dalle risibili motivazioni di carattere amministrativo dichiarate, la tesi adottata dalla delegazione di parte pubblica appare a dir poco sconcertante. In buona sostanza, il dirigente/datore di lavoro ammette le oggettive condizioni di disagio microclimatico ma, pur non adottando alcuna adeguata misura di protezione conseguente, ritiene che la sede della RTS di Napoli risponda, su questa specifica fattispecie, ai requisiti dettati dalla normativa in materia di sicurezza sui posti di lavoro soltanto per l’orario ordinario (36 ore settimanali) mentre la presenza oltre l’orario di lavoro (presumibilmente 2 ore settimanali di media) assumerebbe carattere di rischio per l’incolumità dei lavoratori (sic!).

E’ chiaro che questa decisione della Direzione, oltre ad essere clamorosamente autolesionista, ha una connotazione del tutto diversa da come ci viene rappresentata.

E allora ci sorge spontanea un’altra domanda: se i lavoratori della RTS di Napoli hanno deciso di alzare la testa e di scoprire la polvere che da ormai troppo tempo era seppellita sotto il tappeto, i loro rappresentanti che funzione dovrebbero svolgere? Negare l’evidenza o schierarsi al fianco dei lavoratori facendosi portatori delle istanze collettive? Negare l’evidenza o pretendere dal datore di lavoro immediate misure di protezione per garantire la salubrità dell’ambiente lavorativo e la conseguente regolare attività dell’ufficio, ivi compresa la presenza oltre l’orario di lavoro?

Noi la risposta la conosciamo e la pratichiamo quotidianamente.