L'APOTEOSI DELLE MANCE

Roma -

Il MEF conferma la propria perfetta connessione sentimentale con il governo Renzi. Vi ricordate le mance elettorali promesse solo per restare a galla dell’ex Presidente del Consiglio?

Evidentemente questa logica è pervasiva e anche il MEF l’ha adottata in pieno per distogliere l’attenzione dalle voragini create dalle scelte organizzative unilaterali attuate dall'amministrazione negli ultimi anni.

E per colmare i vuoti cosa si fa? È semplice: si elargiscono indennità ad alcuni impoverendo irrimediabilmente il FUA di tutti.

L’amministrazione adotta provvedimenti illegittimi, i lavoratori sono costretti a proporre ricorsi dinanzi al giudice ordinario, aumenta l'attività defensionale e quindi, anziché rimuovere i motivi che originano le vertenze, cosa fa? Propone un’indennità per chi svolge tale attività duplicando i costi del procedimento per il lavoratore che non solo dovrà anticipare le spese legali ma si vedrà anche ridotto il FUA.

Ma le prebende non sono finite: dovrebbero essere erogate anche agli autisti, aumentate ai direttori delle CCTT delle sedi non dirigenziali (quel personale sottoposto a rotazione obbligatoria a fronte della sostanziale inamovibilità dei suoi superiori) e a coloro che si occupano della sicurezza nominati dal datore di lavoro. Tutte queste indennità dovrebbero essere corrisposte a partire del 2018. Ovviamente la nostra risposta è stata assolutamente negativa. 

Ma non è finita qui. Infatti, mentre l’Amministrazione discetta dei massimi sistemi (equiparazione delle indennità di amministrazione del personale con allineamento a quelle delle Commissioni Tributarie, inserimento dei proventi del contributo unificato nel FUA), si scopre che l’ipotesi di accordo FUA 2016 reca la previsione di ulteriori 192 posizioni organizzative che si aggiungono alle 452 già esistenti e che hanno già scippato 1.500.000 euro al FUA del 2015. Se dovessero essere approvate le 650 posizioni organizzative richieste, il FUA 2016 verrà ridotto di 2.156.00 euro complessivi annui.

Queste mancette non riescono però a occultare il problema della sensibile riduzione delle risorse relative alla c.d. cartolarizzazione su cui l’amministrazione non ha comunicato gli importi preannunciando però l’erogazione di due annualità a stretto giro e l’impegno a reperire nuove fonti alimentanti. Peccato che USB, già tre anni fa, chiese all’Amministrazione di individuare nuove risorse ed anche in questa riunione ha indicato quelle risultanti dalle cartelle emesse a seguito del passaggio in giudicato delle sentenze delle CC.TT. sfavorevoli al contribuente.

Le mancette non servono neppure per sminuire la gravità della proposta di prevedere un nuovo ciclo di "formazione" correlata alle progressioni economiche da effettuarsi nell’anno 2017 (a marzo dovrebbero essere inquadrati nelle nuove posizioni economiche coloro che si sono collocati in posizione utile e percepire gli arretrati dal primo gennaio 2016); non dissimulano neppure il maldestro tentativo di destinare una quota insufficiente di somme che non consentirà, in alcun modo, a tutti gli aventi diritto di conseguire un passaggio nella fascia economica successiva. Ma all’amministrazione ciò non interessa evidentemente: la priorità assoluta sono le posizioni organizzative e le indennità, elemento di divisione tra i lavoratori e strumento necessario alla fidelizzazione della “catena di comando”, facendone però sopportare il costo economico a tutti i lavoratori del MEF.

L’incontro del 23 febbraio scorso, confuso e caotico, si è chiuso comunque con un nulla di fatto. Si terrà una nuova riunione il 9/3 p.v. e la USB PI MEF ribadirà la propria totale contrarietà all’intero impianto del salario accessorio proposto dall’amministrazione.