Il furto del Fondo Unico di tutti i lavoratori

In allegato l'ipotesi di accordo FUA 2016.

Roma -

Il 16 marzo si è svolto l’incontro con l’Amministrazione in merito a Fondo Unico d’Amministrazione, progressioni economiche per il 2017 e, a sorpresa, l’Amministrazione ha introdotto una lunga serie di indennità per particolari categorie di lavoratori.

Sul primo punto all’ordine del giorno, FUA 2016, la nostra organizzazione sindacale non ha inteso firmare l’ipotesi di accordo per due motivi:

1) la coerenza: non abbiamo sottoscritto lo scorso anno perché contrari allo stanziamento di risorse per una progressione economica con formazione ed esame, abbiamo sempre sostenuto una progressione per tutti e con i criteri di quella realizzata al MEF nel 2010;

2) la sibillina frase finale dell’accordo “a decorrere dall’annualità 2018, il criterio dell’assiduità partecipativa formerà oggetto di apposita nuova regolamentazione”: stiamo parlando delle assenze considerate presenze ai fini del pagamento del FUA (legge 104, astensione obbligatoria per maternità, terapie salvavita ecc.). L’Amministrazione, considerato il “nuovo corso Ferrara – Vaccaro”, si sta adoperando sicuramente per escludere categorie sociali deboli dalla corresponsione piena del FUA, con il silenzio complice delle OO.SS. ad esclusione della USB PI MEF.

Il secondo punto riguarda l’articolazione delle progressioni 2017, con la messa a “concorso” di posti pari al 60% dei dipendenti che non sono risultati vincitori nella tornata non ancora conclusasi e che vedrà, pertanto, ancora una volta escluso un ulteriore 40% di colleghi che non saranno riqualificati. Come se non bastasse, l’Amministrazione ha anche estratto il coniglio dal cilindro e sono apparse nello stesso accordo, come avevamo già scritto nel precedente comunicato dal titolo “l’apoteosi delle mance”, un numero considerevole di indennità, utili all’Amministrazione e a qualche organizzazione sindacale che le ha chieste, da retribuire con i soldi di tutti.

Sulle procedure per le progressioni 2017 non possiamo essere d’accordo per le stesse motivazioni che ci hanno spinto a non firmare lo scorso anno: le procedure selettive con formazione ed esame finale sono necessarie all’Amministrazione solo per un’esigenza di facciata e non di vero accrescimento professionale. Per quanto riguarda l’aumento delle Posizioni Organizzative, invece, ci limitiamo ad osservare che non è stata evidentemente sufficiente la “splendida e specchiata” gestione per quelle già regalate lo scorso anno per 1.500.000 di euro scippati dal FUA. Come USB abbiamo chiesto che l’Amministrazione, piuttosto, si attivi per rimuovere il blocco della retribuzione accessoria che ogni anno taglia il Fondo Unico d’Amministrazione e faccia partire i passaggi d’area fermi ormai dal 2006.

Nel corso dell’incontro l’Amministrazione ha poi comunicato che sta disponendo la stabilizzazione dei comandati da altre amministrazioni, con un bando aperto a coloro che sono al MEF da almeno 2 anni.

La situazione è diventata incandescente quando il Capo Dipartimento Ferrara ha capito che non avrebbe ottenuto la firma all’accordo sulla seconda materia all’ordine del giorno. È importante per l’amministrazione ottenere le famigerate indennità, che dal MEF erano sparite ormai da decenni, per continuare ad utilizzare risorse del FUA allo scopo di garantire le disfunzioni determinate da un’organizzazione del lavoro quantomeno insoddisfacente.

Nella concitazione al Capo Dipartimento, forse già abbastanza nervoso per le note indagini sulla CONSIP della quale è presidente, è sfuggita la notizia di numerosi incontri “informali” avuti con le OO.SS., escludendo volutamente la USB P.I. nonostante siamo maggiormente rappresentativi e sicuramente più di altri.

Il Capo Dipartimento Luigi Ferrara ha gettato la maschera. La nuova filosofia in materia di relazioni sindacali è: mi scelgo gli interlocutori, incontro solo quelli che mi garantiscono i numeri per gli accordi, escludo quelli che si oppongono alla politica gestionale del personale e che hanno principi seri e inderogabili come l’USB; arrivo al tavolo formale e porto a casa gli accordi già convenuti prima. Un modello da vecchia politica del personale che nel nostro paese ha provocato grossi danni alla collettività sul piano economico, morale, etico e spesso giudiziario.

Quanto ci costano le indennità proposte dall’Amministrazione e da alcuni sindacalisti? È presto detto:

- 820.000,00 euro per sistema di gestione della sicurezza;

- 50.000,00 euro per difesa in giudizio dell’Amministrazione;

- 350,00 euro al mese pro capite per 11 mesi all’anno per gli Autisti (spesa stimata circa 120.000,00 euro);

- 2.156.500,00 euro per l’estensione del numero di Posizioni Organizzative.

Totale 3.146.500,00 euro (ai quali si deve sommare la spesa annua di circa 1.000.000,00 di euro per l’accordo vigente su indennità, turni e reperibilità) che escono da un FUA che è sempre più esiguo. Un furto di risorse comuni (circa 4.146.500,00 euro) da dare a pochi.

La nostra contrarietà a questo sistema melmoso di gestione delle relazioni sindacali e l’utilizzo sconsiderato dei soldi di tutti per elargire “mance” o coprire la disfunzione organizzativa del MEF è stata espressa con chiarezza al tavolo.

Ci attiveremo per intraprendere iniziative idonee per preservare il Fondo Unico d’amministrazione dai continui tentativi di furto, anche chiamando i lavoratori alla mobilitazione. La soluzione noi la invochiamo da tempo e vi abbiamo costruito anche importanti momenti di mobilitazione: trasformare il FUA in quattordicesima mensilità fissa e continuativa per tutti, ed interamente pensionabile.

Vi informeremo sugli sviluppi di questo furto che si sta cercando di perpetrare sui soldi di tutti per pagare pochi.