23 ottobre: salari, diritti, dignità, democrazia.

Roma -

Sono stati in centinaia di migliaia i lavoratori che venerdì 23 ottobre 2009 hanno manifestato in tutto il Paese con il sindacalismo di base in occasione dello sciopero generale nazionale di 24 ore, proclamato dalle RdB, dal SdL Intercategoriale e dalla Confederazione Cobas.

Oltre 150.000 a Roma per la manifestazione nazionale, dove hanno sfilato in corteo, da Piazza della Repubblica a San Giovanni, i tanti protagonisti delle lotte in corso in tutti i settori del mondo del lavoro: dalle fabbriche mobilitate contro la chiusura, ai dipendenti pubblici contro il decreto Brunetta, dai lavoratori della scuola che contrastano la distruzione dell’istruzione pubblica, ai lavoratori dei trasporti ai tanti precari che, nonostante il ministro Tremonti ed ormai immunizzati agli annunci, sono scesi in piazza sotto l'ala protettrice della Beata Assunta, per rivendicare lavoro vero e reddito per tutti/e.

Il corteo è stato aperto dallo striscione unitario del Patto di Base: UNIFICARE LE LOTTE PER NON PAGARE LA CRISI.

In testa una "Banda Bassotti", con tanto di mascherina e refurtiva: Brunetta, Tremonti, Confindustria e CGIL, CISL, UIL che portano via, nel sacco, Salari, Diritti, Dignità e Democrazia.

Tanti gli scudi di cartone, con sopra il volto del Ministro dell'Economia e delle Finanze e la scritta "Scudo fiscale = condono agli evasori e più tasse ai lavoratori".

Impedita, di fatto, la partecipazione al corteo dei lavoratori del trasporto aereo a causa dell'ennesimo intervento da parte del Ministro dei Trasporti che ha ristretto lo sciopero a sole 4 ore.
In base alle prime stime, sono stati circa due milioni i lavoratori che venerdì hanno incrociato le braccia.

Molte le scuole e gli uffici pubblici rimasti chiusi, pesanti i disagi nei trasporti.

Lo sciopero generale del 23 ottobre ha, quindi, rappresentato l'unica concreta risposta di massa in grado di rompere la solitudine operaia.

Una partecipazione plurale, una presenza di tanta parte del mondo del lavoro in lotta, che ha reso ancora più evidente il bisogno di accelerare il percorso verso un sindacato di base unitario, alternativo, indipendente e conflittuale, in grado di raccogliere le istanze di tutti i soggetti che si muovono fra lavoro e non lavoro, il sindacato che serve alla gente.

Lo sciopero generale di venerdì ha dimostrato, anche, che è possibile unificare le lotte dei lavoratori e che, partendo dalle tante proteste di questi ultimi mesi, è indispensabile e utile costruire momenti di rottura e di protesta generale contro le politiche sociali e del lavoro del Governo e dei padroni di Confindustria.

Dopo questa positiva giornata di lotta di carattere nazionale, da subito, si devono costruire vertenze e proteste articolate nei territori e nelle categorie.

L'anno scorso abbiamo sfilato gridando NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO.

Purtroppo, a tutt'oggi, la crisi è stata pagata solo dai lavoratori e non dai banchieri, dagli industriali e dai pescecani della finanza che l’hanno determinata.

Ma quello slogan deve diventare realtà.

Ed è per questo che venerdì 23 ottobre 2009 tanti lavoratori si sono ritrovati in piazza, nonostante fare uno sciopero sia un duro colpo alle misere buste paga.

 

SALARI - DIRITTI - DIGNITA' - DEMOCRAZIA

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