30 MARZO 2016: ASSEMBLEA PER LA DIGNITÀ DEI LAVORATORI DEL MEF
PROGRESSIONI ECONOMICHE E POSIZIONI ORGANIZZATIVE
30 MARZO 2016 ORE 15:30 C/O LA SALA POLIVALENTE RGS – VIA XX SETTEMBRE
ASSEMBLEA PER LA DIGNITÀ DEI LAVORATORI DEL MEF
Il “confronto” tra delegazione di parte pubblica e Organizzazioni Sindacali sulle progressioni economiche e le posizioni organizzative proseguirà il giorno 30 marzo 2016 alle ore 16:00.
L’amministrazione, quindi, nonostante avesse chiuso l’ultima riunione del 23 marzo u.s. con un rinvio alla mattinata del 30 marzo, ha posticipato l’inizio dell’incontro al pomeriggio nel tentativo, del tutto evidente, di arginare la mobilitazione dei lavoratori rendendo difficoltosa la partecipazione degli stessi all’assemblea indetta dalla USB PI MEF in contemporanea con l’incontro.
È dunque questa la valutazione dell’amministrazione del MEF circa i propri dipendenti? Davvero ritiene che sia sufficiente posticipare una riunione in orario pomeridiano per fare in modo che i lavoratori rinuncino alla mobilitazione e alla difesa dei propri diritti?
Questo è solo l’ultimo di una serie di inqualificabili episodi che denotano l’ormai dilagante miseria culturale espressa dalla classe dirigente del MEF e caratterizzano la gestione del “nuovo MEF” da parte del capo del DAG, dott. Luigi Ferrara, e del suo staff.
Le relazioni sindacali nel nostro ministero sono trasformate in una sterile discussione/farsa sulle tematiche di volta in volta affrontate. Questa delegittimazione avviene in sintonia con le indicazioni governative che puntano all’azzeramento del dissenso e del ruolo del sindacato conflittuale.
In questo contesto si inseriscono poi comportamenti e azioni alquanto discutibili, dei quali riportiamo di seguito qualche esempio indicativo come:
- l’abbandono del tavolo negoziale da parte del capo del DAG in corso di riunione;
- la finta informazione fornita a circolare già diramata sulla riorganizzazione delle RTS ormai ridotte allo stremo;
- le false rassicurazioni fornite dalla delegazione di parte pubblica circa la ricollocazione in zone limitrofe dei lavoratori coinvolti nella riorganizzazione logistica delle sedi di Roma (la DST sarà invece deportata da piazza di Porta Maggiore a La Rustica);
- le affermazioni imbarazzanti rese dalla dott.ssa Vaccaro sull’utilizzo “del bastone e della carota” nei confronti dei dipendenti;
- l’accanimento scientifico perpetrato quotidianamente contro le fragilità dei lavoratori (vedasi la sadica gestione della c.d. malattia per accertamenti e dei permessi retribuiti).
Il momento più alto dell’ “era Ferrara” lo ritroviamo, però, nella costruzione delle progressioni economiche alla cui bozza d’accordo è annesso anche l’altro vergognoso provvedimento riguardante la perla clientelare delle posizioni organizzative che sottrae ai lavoratori 1.500.000 euro.
Questa costruzione dei passaggi economici, con la “genialata” della formazione e la struttura concorsuale utilizzata per effettuare un mero sviluppo economico (equiparabile alle vecchie posizioni super), costituisce un apice inarrivabile per chiunque.
Tutto questo rischia anche di diventare un punto di non ritorno che induce inevitabilmente a pesanti interrogativi che esprimiamo di seguito socializzandoli con i lavoratori:
- perché al MEF, senza alcuna modifica normativa intervenuta nel frattempo, vige il divieto precostituito a bandire passaggi economici semplici e veloci, utilizzando solo i primi due criteri contrattuali com’è avvenuto nel 2010?
- perché l’Amministrazione del MEF si sta spingendo pericolosamente in un’interpretazione del tutto soggettiva e fuorviante della norma contrattuale sulla materia?
- perché l’Amministrazione del MEF non ha provveduto, già nel 2015 o anche prima, ad effettuare cicli di formazione per tutti rendendoli permanenti negli anni a seguire in modo che ogni lavoratore potesse vantare, oggi, un proprio curriculum formativo tra i titoli delle progressioni economiche?
- a chi torna utile e che finalità ha una formazione così concepita e improvvisata, completamente diversa da quella prevista del CCNL e da quella seria e permanente che noi vorremmo per i lavoratori del MEF?
- che costi diretti e indiretti ha questo indecente progetto formativo?
- che posizioni hanno e che risposte daranno gli organi di controllo (ivi compresa la Corte dei Conti), chiamati in causa continuamente proprio dall’Amministrazione, su questo utilizzo del denaro pubblico?
Qualche risposta a queste domande l’abbiamo già, ma vorremmo conoscere anche quelle che daranno i lavoratori.
Invitiamo, pertanto, tutti i lavoratori del MEF a farci pervenire via mail le loro risposte e considerazioni (mef@usb.it) e a continuare la raccolta di firme sulla mozione dell’assemblea USB PI MEF del 23 marzo.
Nel palazzo di Via XX settembre ci sarà una raccolta straordinaria di firme Martedì 29 marzo dalle ore 10 alle ore 13 con un banchetto posizionato nello spazio antistante alla scala A del cortile centrale.
La USB PI MEF chiede inoltre a tutti i lavoratori degli uffici di Roma di partecipare in massa all’assemblea del 30 marzo 2016 ore 15:30 c/o la Sala polivalente della RGS – via XX settembre per difendere i propri diritti e rivendicare la propria dignità.