564 parole
circa racchiuse in 44 righe. Questa è la nota n.197 del 28 febbraio 2012 a firma del Direttore della CTP di Roma contenente le asserite precisazioni riconducibili alla mozione dei lavoratori del suddetto Ufficio, approvata all’unanimità nel corso dell’assemblea tenutasi in data 15 febbraio u.s. indetta da questa Organizzazione Sindacale.
564 parole circa racchiuse in 44 righe ma ne sarebbero bastate 3: GIÙ LA TESTA!
Perché è questo che quella Direzione pretende che facciano i lavoratori della CTP di Roma: piegare la testa e lavorare senza poter pensare, senza poter riflettere, senza avere il diritto di un’opinione, senza avere il diritto di rivendicare il proprio operato quotidiano e la propria professionalità, senza avere il diritto di poter dire che la consueta elevata qualità del proprio lavoro rischia di diminuire drasticamente a causa dell’insostenibilità dei carichi di lavoro assegnati.
Non impiegati, quindi, ma “piegati” su una catena di montaggio impazzita che fabbrica solo obiettivi come bulloni ma che nulla ha a che fare con la funzione sociale della Pubblica Amministrazione, con la qualità del servizio reso all’utenza e dell’assistenza all’attività giurisdizionale.
564 parole circa racchiuse in 44 righe, grazie alle quali abbiamo avuto la possibilità di “apprezzare” la profonda conoscenza delle norme che sono poste a base del funzionamento della macchina amministrativa italiana e, segnatamente, della diversificazione delle competenze dei vari Dipartimenti del MEF in ordine all’assegnazione degli obiettivi ai singoli Uffici, nonché di quelle che presiedono alla determinazione ed erogazione dei compensi incentivanti del personale legati alla valutazione della performance della struttura.
564 parole circa racchiuse in 44 righe, nelle quali però non siamo riusciti a trovare la risposta all’unico quesito rivolto al Direttore in questione dal proprio personale: indicare le priorità a cui l’esiguo personale dovrà dedicare la propria prestazione lavorativa, data l’insostenibile mole di attività legittimamente o surrettiziamente assegnate alle CTP da parte degli organi a ciò deputati, a cui peraltro questa Organizzazione Sindacale ha già richiesto apposito incontro, e che non ci risultano necessitare di alcun “gratuito patrocinio”; ma, se così fosse, non ci esimeremo a prenderne atto pur con le dovute perplessità.
564 parole circa racchiuse in 44 righe, che oltretutto necessitano di alcuni chiarimenti e precisazioni che la USB MEF ritiene quanto meno doverosi nei confronti dei lavoratori della CTP di Roma:
· Laddove si afferma che ”l’eventuale decremento della produttività, ove non compensato da una maggiore riduzione dei ricorsi… (omissis), incide l’attuale ipotesi di compenso al personale anche amministrativo, stabilito dall’art.37 del D.L. 6 luglio 2011 n.98 … (omissis)” non può non essere ribadito che appare veramente arduo fantasticare, per non dire azzardare, che possa prodursi l’atteso surplus di risorse da destinare al personale amministrativo, considerata la disastrosa condizione dell’organizzazione giudiziaria italiana e la mancata previsione, nella relazione tecnica del provvedimento in esame, delle minori entrate derivanti dal venir meno, per effetto dell’introduzione del contributo unificato, dell’imposta di bollo dovuta in base alla legislazione vigente.
· In ordine a “l’eventuale mancata digitalizzazione e classificazione delle sentenze comporta un esponenziale aumento dell’affluenza di pubblico presso le Segreterie di Sezione, che le misure sin qui adottate hanno consentito di contenere, limitare e ridurre” è del tutto palese che l’acquisizione delle sentenze al protocollo informatico, oggetto prima di attività di lavoro straordinario e da due mesi unilateralmente implementata nell’attività ordinaria dell’Ufficio in totale spregio di qualsiasi minima regola in materia di relazioni sindacali, sia del tutto sufficiente a garantire il servizio all’utenza nell’ambito del Front Office senza alcun ulteriore coinvolgimento delle Segreterie di Sezione. L’acquisizione al SICOT della sentenza e la classificazione della stessa può, quindi, non essere effettuata perché non provoca alcuna ricaduta sul funzionamento dell’Ufficio e non rientra tra gli obiettivi assegnati alle CTP dall’apposita Direttiva del Ministro, come si evince in maniera incontrovertibile alla pag. 466 (Azione 9) del citato documento.
Peraltro con nota della DGT n.1112 del 28/06/2011, relativa all’introduzione della funzionalità indicata alle CTR, era stata attribuita tale incombenza per almeno il 5% delle pronunce depositate nell’anno 2011 ma nulla di analogo è stato previsto per le CTP i cui Direttori erano stati “invitati” comunque a procedere ad introdurre tali lavorazioni limitatamente in relazione a sentenze relative a questioni di particolare interesse.
Quindi non sussiste alcun obbligo per le CTP ma semmai una residuale attività che invece è stata trasformata in una delle molteplici attività ineludibili e da realizzare, ovviamente, a costo zero.
· In relazione a “l’eventuale mancato controllo e validazione dei dati relativi all’introdotto contributo unificato comportano altrimenti evitabili serie responsabilità contabili per danno erariale, ove lasciati inutilmente trascorrere i tempi per l’accertamento e la conseguente procedura di recupero”, riscontriamo che quello che veniva contrabbandato, negli ambienti di quella stessa Direzione, come un “lavoretto” di mero riscontro formale sia diventato improvvisamente un’attività comportante serie responsabilità patrimoniali per danno erariale; ipotesi peraltro da sempre sostenuta da questa Organizzazione Sindacale ma che non può essere strumentalmente utilizzata soltanto ora a scopi “velatamente” intimidatori nei confronti del personale.
A tale proposito, vogliamo comunque segnalare che le operatività connesse al contributo unificato sono state “normate”, da quella stessa Direzione, con mere disposizioni interne che, pur modificando sensibilmente l’organizzazione del lavoro ed i carichi di lavoro corrispondenti, non sono state oggetto neanche di informativa alle OO.SS.
Si tratta di un comportamento omissivo, che supera addirittura i dettami dell’odiosa normativa Brunetta in materia di contrattazione, in virtù del quale il Direttore della CTP di Roma ha esplicato, consapevolmente, il c.d. “potere di organizzazione”, assumendosi ovviamente le responsabilità conseguenti, nessuna esclusa.
Se finora, pertanto, tale attività non è stata svolta con le modalità e l’accuratezza prevista dalla norma, questo non potrà mai costituire una fattispecie sanzionabile a carico dei lavoratori che, peraltro, hanno tutto il diritto di avvalersi di una copertura assicurativa per i rischi professionali, i cui costi dovrebbero essere totalmente a carico dell’Amministrazione.
564 parole circa racchiuse in 44 righe, quindi, funzionali anche a scaricare, con ingiustificata nonchalance, le responsabilità altrui sui lavoratori della CTP di Roma nonostante gli stessi stiano già pagando un prezzo altissimo sulla propria pelle.
564 parole circa racchiuse in 44 righe, che rappresentano pienamente la condizione che tutti i lavoratori delle CCTT vivono quotidianamente sul proprio posto di lavoro.
564 parole circa racchiuse in 44 righe, a cui i lavoratori delle CCTT sapranno dare presto la giusta risposta.