8M: disertiamo diseguaglianze di genere, corsa al riarmo e tagli al salario e allo Stato Sociale

Roma -

Anche per questo 8 marzo USB risponde all'appello del Movimento transfemminista Non Una Di Meno.

Come Organizzazione Sindacale abbiamo sempre attraversato questa giornata non come festa o ricorrenza rituale ma come giornata di lotta, sottraendo i nostri corpi alla macchina produttiva e riproduttiva e alla retorica salva coscienza una volta l’anno.

Riconosciamo la violenza sulle donne e di genere come fenomeno strutturale e sistemico: la punta dell’iceberg è rappresentata dal numero crescente di stupri e femminicidi ma come sindacato di base e conflittuale non possiamo sottovalutare la natura di questa violenza che si concretizza su un piano culturale, istituzionale ed economico.

La crisi economica, l’aumento delle spese militari e il conseguente taglio ai servizi pubblici, la continua perdita di potere d’acquisto dei salari attraverso rinnovi contrattuali che non tengono neanche il passo dell’inflazione, l’attacco alle pensioni, l’abolizione del reddito di cittadinanza continuano ad alimentare e ad accrescere le disuguaglianze di genere.

Non sono mai esistiti governi amici delle donne e, con Giorgia Meloni Presidente del Consiglio, le cose non solo non sono migliorate, anzi sono addirittura peggiorate, vista l’evidente militarizzazione dell’economia italiana e l’avanzamento della deriva autoritaria per mettere la museruola alle lotte e al dissenso previsto dal ddl sicurezza in discussione in Parlamento.

Ancora oggi, discriminazioni, molestie e ricatti di genere nei posti di lavoro, pubblici e privati, e nel lavoro domestico, spesso appaltato ad altre donne migranti, sottoposte anche al ricatto del permesso di soggiorno, sono in costante aumento. Il nostro impegno nel contrasto a queste forme di abuso si realizza in un lavoro continuo e costante attraverso gli sportelli SCHIAV3 MAI e contro le molestie e le discriminazioni di genere aperti da USB, uno strumento concreto ed efficace per denunciare le condizioni di sfruttamento, ricatto e violenza di genere nei luoghi di lavoro.

Il fatto che l'8 marzo di quest'anno cada di sabato ci offre l'opportunità di mettere a fuoco e interconnettere simbolicamente le due dimensioni che più caratterizzano il lavoro delle donne: quello del lavoro gratuito di cura e quello produttivo, sfruttato e sottoposto a discriminazioni e molestie, come il commercio, il turismo, il pulimento, il badantato.  

Due facce della stessa medaglia che devono indurci a lottare con rinnovata determinazione.

L'8 marzo tutte e tutti in piazza, col cuore e la lotta  a tutte le donne vittime di violenza, sfruttamento e ricatto.