ANDREAS, uno di noi.

Roma -

Come a Genova nel 2001, ad Atene un poliziotto ha assassinato un giovane manifestante, Alexandros Andreas Grigoropoulos: aveva solo 15 anni.

La mobilitazione incessante degli studenti e dei lavoratori greci contro i tagli dei finanziamenti all’istruzione pubblica e contro la privatizzazione delle università, ha innervosito a tal punto il debole e corrotto governo di Karamanlis da creare le condizioni per l’omicidio di Andreas.

Solo le testimonianze dei passanti e lo scoppio di una ribellione generalizzata nelle piazze di tutta la Grecia, hanno portato all’arresto del poliziotto omicida.

La tentazione dei governi europei, in difficoltà di fronte alle mobilitazioni dei settori colpiti dalla crisi che scuote il mondo capitalista, di rafforzare una repressione militare e un controllo asfissiante che, nei fatti, elimina ogni possibilità di esercizio effettivo della democrazia, è molto forte.
In questo modo, gli apparati di sicurezza diventano sempre più intoccabili in quanto determinanti per governi in crisi di legittimità, incapaci di rispondere alla crisi in termini politici e di consenso.

La gioventù greca ha risposto a questo omicidio politico con una ribellione senza precedenti che sta infiammando le strade di tutto il paese.

I manifestanti chiedono le dimissioni del governo greco e una punizione esemplare per i poliziotti colpevoli.

Ma esprimono, anche, la rabbia di chi subisce gli effetti di una durissima crisi economica che le elite vorrebbero far pagare alle classi lavoratrici.

Andreas è vittima di un governo e di un metodo di gestione autoritario delle contraddizioni sociali che accomuna tutti i governi europei, al di là del loro colore, sui tagli all’istruzione pubblica e sulla volontà di ripristinare una fortissima selezione di classe nel sistema educativo e non solo.

Negli ultimi anni, in Grecia, la riforma delle pensioni e quella del mercato del lavoro hanno determinato un impoverimento crescente e un aumento della precarietà.

Le condizioni di sicurezza sul lavoro sono peggiorate in modo drastico: il moltiplicarsi di incidenti sul lavoro, ne è il segno più evidente.

La crisi economica, le conseguenze devastanti delle selvagge politiche liberiste del governo Karamanlis, il peggioramento delle condizioni di vita dei lavoratori, l’erosione di ogni garanzia e tutela, definiscono un quadro in cui la lotta contro la repressione si salda con le lotte sociali.

Agli studenti e ai lavoratori, quindi, il compito di opporsi a questa deriva, rispondendo con la lotta e l’organizzazione al tentativo delle classi dominanti di gestire la crisi tramite la repressione e la guerra tra poveri.


Esprimiamo il nostro forte dolore e la nostra rabbia per l'uccisione del giovane compagno.

Manifestiamo la nostra piena e incondizionata solidarietà alla popolazione greca che ha scelto di rispondere con la mobilitazione all’omicidio di Andreas Grigoropoulos e che sta lottando per affermare la propria opposizione ad un ordine fondato sullo sfruttamento e sulla repressione.

Chiediamo, insieme al popolo greco, le dimissioni del governo, la fine dell’impunità per gli apparati repressivi, il ritiro di tutte le misure antipopolari su istruzione e lavoro.

 

Presidio, mercoledì 10 dicembre 2008, alle ore 18.00

sotto l'ambasciata Greca

(Via Mercadante 36 - angolo via Rossini - ROMA - quartiere Parioli)