ASSISTENZA FISCALE: L'AMMINISTRAZIONE SI PERDE NELLE ZONE GRIGIE DEL MEF

Roma -

Il 5 marzo 2014 si è tenuta la riunione, richiesta dall’USB MEF, concernente l’organizzazione del servizio di assistenza fiscale e, in particolare, l’interpello inviato dall’Amministrazione in data 21/2/2014.

La fase precedente della suddetta riunione, prima rifiutata, poi messa in calendario per il 3 febbraio e infine posticipata al 5, è indicativa di uno stato confusionale dell’Amministrazione e di una mancanza di coordinamento tra le varie componenti della stessa.

Lo stesso tavolo di confronto ha evidenziato queste anomalie ed ha riportato le difficoltà della delegazione di parte pubblica a giustificare la gestione precedente ed attuale delle lavorazioni dei 730 sia a livello organizzativo che salariale.

La cronaca della discussione, tenutasi con una parte delle Organizzazioni Sindacali poiché cgil - cisl e uil hanno lasciato subito il tavolo, è sintetizzabile con poche considerazioni.

L’Amministrazione ha pensato di ovviare alle macroscopiche omissioni d’informazione, denunciate dalla nostra Organizzazione Sindacale, con un’operazione di facciata utilizzando lo strumento dell’interpello per il reclutamento del personale da destinare all’assistenza fiscale.

È chiaro, però, che il nodo cruciale non può essere l’interpello in sé per sé, in quanto strumento tecnico di reclutamento del personale, ma l’organizzazione complessiva ed i criteri successivi di remunerazione delle lavorazioni dei 730.

La nostra Organizzazione Sindacale ha espresso al tavolo la convinzione che si stanno predisponendo procedure che determineranno le stesse conseguenze d’iniquità dell’anno scorso ed ha chiesto di rivedere alcuni criteri di selezione per allargare la possibilità di partecipazione dei lavoratori di tutti i Dipartimenti centrali ed anche della Ragioneria Territoriale dello Stato di Roma.

Si è anche richiesto di non far gravare il costo della formazione degli addetti sul FUA, così come avverrebbe adesso, ma di finanziarlo con le risorse previste per i piani formativi e di cassare totalmente il criterio di selezione, del tutto inopportuno, relativo all’esperienza maturata, “presso studi privati ovvero centri di assistenza fiscale ovvero altre strutture, nella compilazione dei modelli di dichiarazione dei redditi”.

L’Amministrazione ha dichiarato una poca convinta riserva per rispondere alle richieste della nostra Organizzazione Sindacale.

Esaurito così il resoconto della riunione la USB MEF intende, però, di seguito ribadire le proprie posizioni anche per smascherare rappresentazioni strumentali e fuorvianti di questa ed altre vicende.

Questa Organizzazione Sindacale da tempo ha intrapreso una vertenza molto dura contro le zone grigie e fuori controllo della nostra Amministrazione che determinano discriminazioni salariali e clientele di vario tipo e natura.

Questa vera e propria battaglia:

-   ha portato alla luce il finanziamento anomalo, consentito da accordi sottoscritti da alcune sigle sindacali, dell’indennità di Gabinetto con quote sicuramente non irrisorie del FUA;

-   ha messo in evidenza l’utilizzo poco trasparente, avvenuto per anni, di turni e reperibilità imponendone una revisione anche se non completamente soddisfacente;

-   ha messo in campo l’inderogabile necessità di rivedere le modalità normative di erogazione e gestione delle risorse derivanti dal comma 165 e, soprattutto, di porre fine alle profonde differenze salariali tra diversi settori della stessa Amministrazione.

Anche sulla questione dell’assistenza fiscale, la USB MEF ha sempre chiesto la conservazione ed il potenziamento di questo servizio ritenendolo importante per i cittadini e qualificante per il nostro Dicastero ma, allo stesso tempo, ha denunciato che la gestione, soprattutto salariale, di questa attività è stata unilaterale e fuori controllo.

La nostra organizzazione Sindacale, infatti, non ha espresso solo considerazioni sull’organizzazione delle lavorazioni dei 730 effettuate nel 2013 ma ha fornito i dati numerici dei relativi compensi da cui emergevano forti diversificazioni a livello di salario accessorio, in primis tra i lavoratori dei diversi uffici interessati e poi tra i singoli lavoratori, con importi che variavano da 334 euro a 2400 euro.

La USB MEF, in continuità con la vertenza ormai legale relativa all’attività svolta per l’anno 2013, chiede, in merito all’organizzazione delle lavorazioni dei 730 da effettuarsi quest’anno, tutte le informazioni preventive e successive previste dalle norme contrattuali e propone l’equità salariale tra tutti i lavoratori interessati, allargandone, se possibile, la partecipazione per migliorare il servizio, ridurre eventuali ricadute sul lavoro ordinario e limitare la forbice salariale ad oggi esistente.

È chiaro che, di fronte alle richieste della nostra Organizzazione Sindacale, l’Amministrazione si sia chiusa neanche tanto inspiegabilmente a riccio scegliendo deliberatamente di farsi portare in giudizio piuttosto che acconsentire all’accesso agli atti relativi all’attività svolta per l’anno 2013. Ma è solo questione di tempo e presto sarà possibile dare una diversa lettura di quanto accaduto e di alcune imprudenti prese di posizione.

Ciò che invece non è affatto chiaro, o almeno sarebbe meglio che non lo fosse, sono gli attacchi subiti da altri sindacati su questa vertenza specifica.

L’ultimo in ordine di tempo appartiene alla cgil, il “sindacato” che prima chiede all’Amministrazione la riapertura della negoziazione al MEF e poi, quando questa si realizza per mano di qualcun’altro, abbandona immediatamente il tavolo. Nella foga anti USB ma mai anti Amministrazione, questa organizzazione sindacale dimentica persino di rileggere gli accordi firmati prima di diffondere comunicati contenenti notizie palesemente inesatte e fuorvianti. La USB MEF si limita a constatare che una reazione così scomposta non può essere dettata soltanto dal risentimento per la “lesa maestà”. Ma allora cosa spinge la cgil a mistificare la realtà fornendo informazioni false ai lavoratori del MEF (e tra loro anche ai propri iscritti) quando afferma che l’80% delle risorse derivanti dall’assistenza fiscale confluiscono nel FUA mentre solo il 20% viene destinato a remunerare direttamente gli addetti a tale servizio? 

A proposito del suddetto comunicato è bene comunque precisare che neanche un euro dei fondi relativi ai 730 affluisce al FUA per essere ridistribuito a tutti i lavoratori.

Anche da una sommaria lettura degli accordi FUA e della relativa tabella di costituzione, infatti, ciascun lavoratore potrà facilmente verificare che la totalità delle risorse derivanti dall’assistenza fiscale, al netto del taglio della c.d. “finanziaria Tremonti”, viene destinata in quota parte al Ced di Latina e al fondo della sede di contrattazione DAG – DT - RGS al fine di remunerare specificatamente ed esclusivamente le lavorazioni dei 730. Una quota residuale, poi, incrementa il fondo di sede delle RTS per un importo pro capite di circa 10 euro.

La nostra Organizzazione Sindacale intende continuare questa battaglia che, al di là del ritorno economico ai lavoratori, ha una valenza generale che investe la gestione del salario, la dignità dei lavoratori e i diritti generali di trasparenza, partecipazione e informazione.

La USB MEF terrà informati i lavoratori su tutte le problematiche specifiche e generali a partire dal prossimo incontro con l’Amministrazione, in programma presumibilmente in questa settimana, che avrà ad oggetto i criteri di distribuzione delle risorse relative alla c.d. cartolarizzazione.