BENEVENTO: continua la lotta contro lo smantellamento del MEF

Benevento -

Al Sig. Sindaco del Comune

di Benevento

 

Al Sig. Presidente del Consiglio Comunale

Del Comune di Benevento

 

Ai Sig.ri Assessori Comunale

del Comune di Benevento

 

Ai Sig.ri Consiglieri Comunali Tutti

del Comune di Benevento

 

 

Sig. Sindaco,  Sig. Presidente del Consiglio,  Sig.ri Assessori, Sig.ri Consiglieri con la presente vogliamo riportare, alla Vostra Autorevole attenzione, in maniera sintetica ma per quanto più possibile dettagliata, la questione dell’attuazione di un ampio programma di riduzione e di accorpamento degli uffici centrali e periferici delle Amministrazioni dello Stato, nel perseguimento dell’obiettivo generale di contenimento della spesa pubblica, previsto  nei commi 404,  e segg. dell’art. 1 della Legge 27.12.2006 n. 296 (Legge Finanziaria 2007).

In particolare, i commi da 426 a 428,  prevedono l’attuazione di un programma di riorganizzazione degli uffici periferici del Ministero dell’Economia e delle Finanze, mediante la soppressione delle Direzioni Provinciali dei Servizi vari del Tesoro e delle Ragionerie Provinciali dello Stato unitamente al loro accorpamento in strutture di livello regionali, interregionali e, ove ne sussistono le necessità, in strutture di livello interprovinciale, denominate “uffici territoriali del Ministero dell’Economia e delle Finanze”.

 

E’ evidente, come sostenuto e rimarcato da questa O.S. in tante occasioni, che bisogna intervenire in maniera incisiva e consistente per ammodernare, dare incisività, vitalità, funzioni, ruolo, alla macchina pubblica dello Stato.

Ma, intervenire in maniera così diretta e radicale, attraverso un atto di  contabilità e di Bilancio dello Stato, lo riteniamo una vera epurazione che va al di là delle questioni di economicità.

In altre parole, la RdB/CUB sostiene che questo atto è l’avvio di un programmato intervento di smantellamento dell’apparato pubblico, mediante una destrutturazione del ruolo e delle funzioni della Pubblica Amministrazione.

 

E’ da tempo che la RdB/CUB ha preso una ferma posizione sulla questione specifica,  intervenendo  fin dall’agosto del 2006 in cui si paventava, da parte del Ministro Tommaso Padoa Schoppa,  la riorganizzazione del suo dicastero.

Interventi che si sono succeduti,  con svariate iniziate a vario livello (in ambito Governativo, di Ministero, locale), volte a rappresentare le ragioni di opposizione a questo progetto sottolineando le ricadute che si ripercuoteranno in termini negativi sull’intero apparato pubblico sia per le condizioni dei lavoratori sia per i servizi erogati ai cittadini che sono i fruitori dei servizi erogati da questi uffici.

 

Il vero paradosso, comunque, si individua nel fatto che mentre da una parte si parla di ammodernamento delle funzioni e di intervento, di capacità nello snellimento della fruibilità nell’erogare dei servizi ai cittadini e agli utenti dei pubblici servizi, dall’altra si interviene con la scure, eliminando articolazioni d’uffici sul territorio i quali sono già fortemente e particolarmente segnati per l’inadeguatezza e la mancanza di piani di interventi occupazionali e di sviluppo sociale.

 

In tal modo, il comma 425, sempre della Legge Finanziaria 2007, ipotizza l’individuazione di ambiti territoriali ottimali per gli uffici periferici dell’Amministrazione Civile dell’Interno, contemplando la soppressione di numerosi Uffici Territoriali del Governo-Prefetture ed il loro conseguente accorpamento in strutture di livello aggregato.

La realizzazione di tale, ampio e pervasivo programma di soppressione ed accorpamento degli uffici periferici di varie Amministrazioni dello Stato va, peraltro, ad aggiungersi al trasferimento delle funzioni del Catasto immobiliare ai Comuni, con la conseguente soppressione o drastico ridimensionamento degli uffici periferici dell’Agenzia del Territorio, l’eliminazione degli uffici del Pubblico Registro Automobilistico, nonché all’ipotizzato programma di riduzione ed accorpamento delle filiali provinciali della Banca d’Italia, dell’Inps-Inpdap in un unico super-ente.

 

E’ chiaro, quindi, che si tratta di un progetto di destrutturazione della Pubblica Amministrazione e, lo smantellamento del Ministero dell’Economia e delle Finanze che funge da apripista, genera ricadute drammatiche per i servizi erogati ai cittadini residenti in tutta la provincia unitamente alle conseguenze logistiche della città di Benevento, laddove non fossero adottate idonee iniziative di tutela.

 

Ciò posto Sig. Sindaco, sig. Presidente del Consiglio, Sig.ri Assessori e Sig.ri Consiglieri, è doveroso sottolineare che, in attuazione delle disposizioni legislative innanzi richiamate, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha dato seguito alle stesse ed ha predisposto, senza tenere in debita considerazione le osservazioni rappresentate anche da questa O.S. ai tavoli nazionali in sede di discussione della norma, uno schema di Regolamento di attuazione, che è stato  sottoposto all’approvazione preliminare del Consiglio dei Ministri nella seduta di Venerdì 15 giugno u.s. in cui si  prevede tra l’altro:

 

·            la sospensione di ben 80 Uffici provinciali (40 Direzioni Provinciali dei Servizi Vari e 40 Ragionerie Provinciali dello Stato) entro due anni ;

·            l’individuazione degli uffici da sopprimere ad opera di un Decreto Ministeriale (e quindi con provvedimento amministrativo non legislativo, né regolamentare !), sulla base di una serie di criteri che, non previsti nella norma di legge e senza precisare se essi siano concorrenti o alternativi, tendono evidentemente a penalizzare le province di minore dimensione territoriale e demografica.

 

Al riguardo, la RdB/CUB, Segreteria Provinciale di Benevento, ha ritenuto utile rappresentare all’attenzione delle  SS.LL. anche i seguenti obiettivi e delicati profili problematici della vicenda.

 

Tralasciamo, fin da subito, le ovvie considerazioni sul disagio e sull’amarezza dei lavoratori pubblici che, pur operando da tempo al Servizio dello Stato e della collettività, con risorse del tutto insufficienti ed inadeguate, con grande impegno e dedizione, sono considerati alla stregua di “servi inutili”, da trasferirsi altrove, con enorme, ingiusto e discriminatorio disagio familiare.

La scarsa consistenza dell’operazione ipotizzata e dei risparmi che risulteranno del tutto trascurabili, se non puramente “virtuali”, trova fondamento nel fatto che la soppressione di ben 80 Uffici provinciali ed il loro accorpamento con gli Uffici delle province limitrofe, determinerà l’obiettiva necessità di ricercare nuove sedi, le cui caratteristiche logistico- funzionali dovranno essere adeguate ad ospitare anche il personale, gli arredi e gli archivi degli uffici soppressi.

Il tutto, con un incremento della spesa per fitti passivi che compenserà, certamente, il risparmio corrispondente all’ufficio soppresso il quale, potrebbe rilevarsi addirittura inesistente ove l’ufficio in questione  sia allocato in un immobile demaniale.

 

        A tal proposito, ci viene spontanea fare delle ipotesi che contrastano con la norma prevista:

 

§           l’effettuazione dell’integrale trasloco dell’Ufficio provinciale “sopravvissuto” nella nuova sede, ove reperita, quanto costerà ?;

§           quale sarà il costo complessivo l’effettuazione dell’integrale trasloco di ben 80 Uffici soppressi (archivi, arredi, computer,ecc.) nelle nuove sedi?;

§           quanto costerà al Bilancio dello stato la corresponsione dei compensi e le indennità specificatamente previste per i trasferimenti d’autorità alle migliaia  di dipendenti destinatari dei provvedimenti di mobilità forzata verso altre province ?.

 

Ed ancora.

 

 

Il provvedimento in parola interviene per quanto attiene la riorganizzazione delle strutture del MEF nel suo complesso e tralascia  l’aspetto preminente, ovvero, i servizi che vengono erogati ai cittadini dagli uffici in questione.

Infatti, come detto, le funzioni ed i compiti istituzionali propri del Ministero, non vengono ricompresi nella norma legislativa, ne tanto meno subiscono variazioni,  rimanendo, pertanto, inalterati. Per cui l’intervento di tipo  strutturale, nel caso specifico, non è in  conseguenza  allo stravolgimento  delle funzioni istituzionali del Ministero. Ma anche se così fosse stato, la RdB sostiene  che la discussione, con le parti sociali, doveva essere propedeutica sin dall’avvio dell’eventuale mutamento  delle funzioni istituzionale e di intervento ai fini dell’erogazione  dei nuovi servizi da erogare ai cittadini. Anche per questo, è di difficile lettura e non si capisce  l’ostinata  caparbietà nel voler, a tutti i costi,  giungere a questo obiettivo.

 

Queste sono alcune delle considerazioni di carattere globale che hanno visto una forte opposizione di questa O.S. nei confronti di questa norma.

 

Ma vi è anche un altro aspetto che va  menzionato.

 

La RdB/CUB ritiene che possano sussistere anche problemi di incostituzionalità della predetta norma e di conformità all’ordinamento comunitario, in quanto l’ingiusta norma discrimina i cittadini  residenti nelle province interessate alla soppressione degli uffici che, è bene ricordarlo, sono articolazioni periferiche dell’amministrazione dello Stato che erogano servizi a determinate categorie di utenti, colpendo fasce di utenze deboli e meno abbienti.

 

E’ evidente che tali servizi dello Stato rivestono carattere di generalità e, come tali, devono necessariamente essere assicurati in modo uniforme e decentrato (art. 5 II cpv. Cost.) sull’intero territorio nazionale.

La previsione della soppressione dei predetti Uffici in 40 province ed il mantenimento degli stessi nelle restanti altre 65 province, contrasta con l’ordinamento Comunitario e, in particolare, con il principio generale di non discriminazione.

 

Appare giusto il caso di ricordare, inoltre, che l’art. 114, c. 1, della Costituzione suddivide la Repubblica in Comuni, Province, Regioni e Stato. Per cui la previsione di articolazioni interregionali e  interprovinciali per l’erogazione dei servizi dello Stato non sono  contemplate e, pertanto,  le “interregioni” e le “interprovince”, oltre ad essere odiosa laddove si individua in alcuni territori con particolare riferimento alle realtà minori e più svantaggiate del Mezzogiorno, vi è un costo da sopportare.

 

E’ evidente, perciò, che le norme in questione  si pongono in contrasto:

 

a)    con gli art. 2 e 3 comma 2 del Trattato U.E., che impongono all’azione della Comunità l’obiettivo fondamentale di eliminare le ineguaglianze ed a promuovere la parità tra i cittadini. Prevedere che alcuni servizi resi dalla pubblica amministrazione siano accessibili da parte dei cittadini di alcune province presso uffici ubicati nel proprio territorio, mentre i cittadino di altre province dovranno recarsi, per accedere ai medesimo servizi, presso uffici ubicati in altre capoluoghi di provincia rappresenta una ingiusta ed illegittima discriminazione;

b)    con l’art. 21 della Carta dei Diritti fondamentali dell’ Unione Europea, che vieta  ogni discriminazione tra cittadini, anche in relazione del luogo di residenza, nonché – a maggior ragione – tra le comunità locali;

c)    con gli artt. I-9, I-10, I-11 del trattato che adotta la Costituzione Europea, che affermano i principi fondamentali della cittadinanza del Unione Europea e della sussidiarietà;

d)    con l’art. II-101 del trattato che adotta la Costituzione Europea , che afferma il diritto di ogni cittadino, anche se residente in realtà territoriali minori perché di analogo livello istituzionale (provincia) , ad una buona amministrazione in un termine ragionevole, laddove la necessità imposta ai cittadini di alcune province di recarsi presso uffici  esistenti presso altre città rende obiettivamente più gravoso ed economicamente oneroso accedere ai servizi resi dalla Pubblica Amministrazione, rispetto alle condizioni di accesso ai medesimi servizi assicurati agli altri cittadini residenti nelle province maggiori;

e)    con l’art. 1 del Protocollo n. 12 della Convenzione Europea per la Salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali, il quale sancisce l’obbligo di assicurare il godimento di “ogni diritto” previsto dalla legge senza alcuna discriminazione. La soppressione degli uffici provinciali del Ministero dell’Economia delle finanza soltanto in 40 province discrimina obiettivamente i cittadini residente in queste ultime, rispetto  agli altri cittadini delle repubblica italiana, che continueranno a fruire dell’attuale possibilità di accedere ai medesimi servizi in condizione di evidente, discriminatorio vantaggio.

 

E’ dunque ragionevole ipotizzare, e la RdB non può che condividerne gli interventi, che l’attuazione della norma in questione determinerà il ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo in quanto, la norma cataloga una pretestuosa distinzione tra cittadini di serie “A” e di serie “B” nell’accesso ai servizi statali resi dagli Uffici che si intende sopprimere.

 

La particolare e allarmante situazione del Sannio, nel caso in esame, è sicuramente  considerata realtà territoriale “minore” per dimensioni e consistenza della popolazione e, pertanto, secondo la norma, rischia di essere duramente colpita da questo progetto di smantellamento dell’Amministrazione pubblica, in quanto viene perseguito solo con la logica del “taglio indiscriminato” e/o della scarsa consistenza abitativa.

 

Siamo convinti, per questo, di richiamare la Vostra Autorevole attenzione sulla circostanza che, ancora una volta, si vedono penalizzate le aree svantaggiate del Mezzogiorno, per le quali la presenza di Uffici della pubblica amministrazione sul territorio rappresenta, oltre che un indispensabile presidio di legalità, anche una delle rare occasioni di lavoro.

 

I lavoratori della Pubblica Amministrazione, come pure la RdB impegnata da anni nel contrastare questo sistema di smantellamento delle funzioni dell’apparato pubblico dello Stato, sono ben consapevoli della necessità di porre in essere interventi di razionalizzazione dell’organizzazione degli apparati pubblici (di tutti gli apparati pubblici inclusi quelli centrali e quelli della Politica) e, tuttavia, crediamo che un intervento di tale portata debba essere necessariamente preceduto da una analisi approfondita e ponderata delle funzioni.

Analisi, questa, tesa ad individuare modelli organizzativi ottimali e metodi di riallocazione delle risorse capaci di salvaguardare gli interessi preminenti cui la Costituzione ha inteso accordare una tutela prioritaria, tra cui il diritto al lavoro, all’ordinata e serena vita famigliare e, non ultimo, il diritto dei cittadini ad accedere ai servizi pubblici in condizioni di prossimità alle Istituzioni, secondo il principio, nazionale e comunitario, della sussidiarietà.

 

In buona sostanza la RdB non chiede soltanto di soprassedere all’attuazione del progetto in questione, ma chiede di pervenire ad una sostanziale rivalutazione del ruolo istituzionale e delle funzioni di Uffici periferici che costituiscono, da oltre un secolo, una qualificata e prestigiosa rappresentanza sul territorio.

Mediante questo breve documento si rivolge, alle vostre autorevoli attenzioni di rappresentanti delle istanze dei cittadini nell’ambito delle Vostre competenze, appello di farvi promotori e da portavoce, presso il Parlamento della Repubblica, in modo tale da evitare tali discrimini  cosicché si possa  continuare a garantire, da parte di queste strutture anche nell’ambito di questo comune e di questa provincia,  l’erogazione dei servizi ai cittadini i quali potessero divenire, senza indugi,  carattere di continuità nei propri ambiti in cui sono collocati migliaia di utenti senza per questo tralasciare, alle libere interpretazioni, che la politica e/o le Istituzioni  non rappresentano più le legittime istanze dei cittadini.

 

Certi di poter confidare nella vostra autorevole attenzione e sensibilità nei confronti dei problemi dei lavoratori e dei cittadini, restiamo a disposizione per ogni ulteriore approfondimento, anche in sede di audizione nel corso dei lavori consiliari. 

 

Benevento 26 giugno 2007

                                                                              La Segreteria Provinciale RdB/CUB

 

In sintesi sono qui riportati i servizi erogati dalla DPSV e dalla RPS di Benevento.

 

      La previsione della soppressione di queste due articolazioni periferiche del MEF della provincia di Benevento (la Direzione Provinciale dei Servizi Vari e la Ragioneria Provinciale dello Stato), comporterebbe la soppressione  dei sotto elencati servizi che oggi vengono erogati da questi due Uffici.

 

      Nello specifico, la Direzione Provinciale dei Servizi Vari amministra e gestisce:

 

Ø         Circa  9.000 (novemila) partite di spesa fissa dei dipendenti del Ministero della Pubblica Istruzione (scuole) e di tutte le altre amministrazioni statali (Economia e Finanze, Giustizia, Interni, Beni Culturali, Trasporti, Agenzie Fiscali, etc.);

Ø         gli affitti dei locali in uso alle Amministrazioni Statali (caserme dei carabinieri, guardia di finanza, etc.);

Ø         il contenzioso amministrativo;

Ø         gli assegni alimentari;

Ø         l’Assistenza Fiscale per i lavoratori dipendenti (circa 1.000/1.500 modelli 730 l’anno);

Ø         circa 3.000 (tremila) partite di pensioni (pensioni di guerra e tabellari);

Ø         i depositi amministrativi (cauzionali e giudiziari);

Ø         i servizi amministrativi decentrati con l’emissione di decreti di concessione di reversibilità per le pensione di guerra e tabellari;

Ø         la voltura dei  fitti locali;

Ø         le entrate tesoro (riscossione somme da enti morosi);

Ø         il contenzioso di tutti i servizi amministrativi (pensioni di guerra, tabellari, cassa depositi e prestiti, entrate tesoro);

Ø         gli adempimenti di segreteria per la gestione del personale; economato e consegnatario; affari generali; archivi; pagamento di oltre 1.500 provvedimenti giurisdizionali (sentenze ordinarie di liquidazione Tribunale di Benevento – Sezione Lavoro), relative alle spese di giudizio in materia di invalidità civile;

Ø         gli adempimenti della Commissione Medica di Verifica che gestisce le visite mediche per gli accertamenti invalidità civile (con circa 5.000/6.000 ricorsi annui);

Ø         i ricorsi avversi i verbali di invalidità civile (circa 3.000 annui).

 

La Ragioneria Provinciale dello Stato interviene ed esercita attività di controllo su:

 

Ø         attività di vigilanza delegate dagli Ispettori Generali del Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato in materia di Liquidazione Enti del settore pubblico allargato;

Ø         conto annuale delle spese per il personale degli Enti del settore pubblico allargato;

Ø         rendiconti finanziari delle A.S.L., Bilanci di previsione e Conti consuntivi delle istituzioni scolastiche dotate di personalità giuridica;

Ø         cambio di gestione dei consegnatari, verifiche periodiche d’istituto;

Ø         vigilanza sulle funzioni dei revisori dei conti presso le istituzioni scolastiche dotate di personalità giuridica;

Ø         attività di coordinamento relativa a verifiche amministrativo – contabile delegata dai Servizi Ispettivi di Finanza Pubblica;

Ø         vigilanza in materia di conservazione ed utilizzazione dei beni immobili patrimoniali e demaniali dello Stato con la tenuta e l’aggiornamento dei registri di consistenza dei beni immobili patrimoniali; tenuta ed aggiornamento dei registri di inventario dei beni del demanio pubblico; attività di vigilanza sui consegnatari dei beni mobili;

Ø         riscontro e la contabilità amministrativa rese dai consegnatari dei beni mobili dello stato con il controllo degli inventari dei beni mobili dello stato; attività connesse al controllo ed alla contabilizzazione delle entrate dello Stato e dell’Unione Europea; attività connesse al riscontro contabile dei conti giudiziali e delle contabilità amministrative degli Agenti contabili dello Stato; attività connesse al riscontro delle contabilità speciali di entrata; valutazione degli oneri derivanti dalle funzioni e dai servizi contabili svolti dalle Amministrazioni periferiche dello Stato;

Ø         attività connesse al controllo preventivo sui provvedimenti di entrata e di spesa nonché, in materia di personale, emanati dalle Amministrazioni periferiche dello Stato (provvedimenti emessi dal Ministero della Pubblica Istruzione personale docente e non docente – provvedimenti emessi da Ministeri vari – uffici periferici della provincia), contratti vari legge 908;

Ø         attività connesse alla revisione dei rendiconti dei funzionari delegati dei conti giudiziali degli Agenti contabili dello stato, delle contabilità speciali, delle contabilità delle spese di giustizia e delle altre contabilità.