CARTOLARIZZAZIONE: l'incontro del 13 marzo 2009

Roma -

RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI

  • Il 2 ottobre 2008 la parte pubblica e le organizzazioni sindacali (esclusa le RdB/CUB MEF) siglano l'accordo sulla corresponsione delle somme in applicazione a quanto stabilito dall'art. 3, comma 165 della legge 350/2003;
  • l'amministrazione, prima della fine dell'anno, mette in pagamento le somme in questione ma, unilateralmente, modifica l'accordo non remunerando una serie di tipologie di assenze;
  • il 15 dicembre 2008, si riunisce il tavolo negoziale al fine di individuare i criteri di corresponsione delle somme della cartolarizzazione destinate alla produttività individuale, prevista dal <link http: www.rdbtesoro.it fileadmin archivio tesoro cartolarizzazione_2006_accordo_2.10.2008.pdf>punto 3 dell’accordo siglato il 2 ottobre 2008: nel silenzio più assoluto della quasi totalità delle OO.SS. firmatarie sulla gravissima violazione dell'intesa del 2 ottobre 2008, la parte pubblica incassa immediatamente l'accordo che individua alcune tipologie di lavoratori, in servizio presso determinati uffici, non aventi diritto alle somme derivanti dall'applicazione del comma 165 dell'art. 3 della legge 350 (UCB Salute e UCR Monopoli di Stato) e presenta una proposta di "distribuzione" imperniata prima, sulla piena discrezionalità dei dirigenti nell’individuazione della quota del 20% di personale da premiare e, poi, a conclusione della seduta, la disponibilità a pagare, questa quota di salario, purché siano soddisfatte le seguenti condizioni: CHE IL LAVORATORE NON ABBIA SUPERATO, IN TUTTO IL 2007, 10 GIORNI DI ASSENZA.
  • non si conclude nulla se non un generico impegno a rivedersi a metà gennaio 2009.

RIASSUNTO DELLA PUNTATA DEL 13 MARZO 2009

  • l'amministrazione porta alcune misure e accorgimenti tecnici alla proposta già presentata nel mese di dicembre 2008: spiega che la platea dei beneficiari ammonta a circa 4.300 unità (inclusi i lavoratori del Dipartimento delle Finanze) con una media lorda, pro capite, approssimativamente di 363 euro;
  • si sviluppa la "discussione" per oltre 4 ore;
  • alcune organizzazioni sindacali esprimono il loro assenso più supino: altre chiedono l'innalzamento del tetto da 10 giorni a 15; altre ancora, una griglia graduata di 20 giorni e, infine, qualcuno presenta persino un sistema misto tra assenza/presenza unitamente alla produttività delle sedi;
  • la RdB/CUB MEF propone la distribuzione, a tutto il personale, delle somme in questione; la compensazione per quei lavoratori che, grazie all'inettitudine dei dirigenti, non hanno raggiunto l'obiettivo dell'ufficio e si sono visti decurtare il salario aggiuntivo; il pagamento delle somme accantonate per l'assistenza ai portatori di handicap, le assenze per infortuni sul lavoro o per causa di servizio, i permessi e distacchi sindacali, i permessi RSU;
  • la RdB/CUB MEF chiede all'amministrazione se, anche per questa quota, ha l'intenzione di applicare la circolare n. 68097 del 29 ottobre 2008 con la quale ha unilateralmente modificato l'accordo del 2 ottobre 2008;
  • il RE E' NUDO;
  • sia l'amministrazione che le organizzazioni sindacali collaborazioniste che fanno finta di non sapere e di non vedere, sono costrette ad affrontare il vero punto della questione;
  • la parte pubblica presenta un testo di intesa: 14 giorni come pregiudiziale per accedere alla remunerazione, sulla base della valutazione dei risultati degli uffici (punto 2 dell'accordo del 2 ottobre 2008) e sulla scala parametrale di cui al punto 1) dell'accordo medesimo, includendo nel calcolo delle assenze solo alcune tipologie;
  • si scatena la bagarre; le organizzazioni sindacali che non vogliono ne vedere ne sentire, a questo punto, gridano allo "scandalo";
  • la parte pubblica e le organizzazioni sindacali compiacenti arrancano tentando equilibrismi impossibili; si cerca di salvare il salvabile, tutti concordi nell'assolvere il proprio compito: escludere dal pagamento quanti più lavoratori possibile e acquistare credibilità verso il nuovo padrone delle ferriere.

PROSSIME PUNTATE

 

Il 28 marzo 2009, in occasione del summit G14 dei Ministri del Welfare, tutto il sindacalismo di base scenderà in piazza, a Roma, per opporsi all'idea del governo, dei sindacati concertativi e del padronato di restringere, approfittando della crisi economica, i diritti democratici e le lotte eliminando, in questo modo, il conflitto sociale.

Il 23 aprile 2009, sciopero generale e generalizzato per:

  • il blocco dei licenziamenti;
  • la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario;
  • aumenti consistenti di salari e pensioni, introduzione di un reddito minimo garantito per chi non ha lavoro;
  • l'aggancio dei salari e pensioni al reale costo della vita;
  • la cassa integrazione almeno all’80% del salario per tutti i lavoratori/trici, precari compresi, continuità del reddito per i lavoratori “atipici”, con mantenimento del permesso di soggiorno per gli immigrati/e;
  • nuova occupazione mediante un Piano straordinario per lo sviluppo di energie rinnovabili ed ecocompatibili, promuovendo il risparmio energetico e il riassetto idrogeologico del territorio, rifiutando il nucleare e diminuendo le emissioni di CO2;
  • un piano di massicci investimenti per la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro e delle scuole, sanzioni penali per gli omicidi sul lavoro e gli infortuni gravi;
  • l'eliminazione della precarietà lavorativa attraverso l’assunzione a tempo indeterminato dei precari e la re-internalizzazione dei servizi;
  • un piano straordinario di investimenti pubblici per il reperimento di un milione di alloggi popolari, tramite utilizzo di case sfitte e mediante recupero, ristrutturazione e requisizioni del patrimonio immobiliare esistente; blocco degli sfratti, canone sociale per i bassi redditi;
  • diritto di uscita immediata per gli iscritti/e ai fondi-pensione chiusi.