Cartolarizzazione - l'incontro del 9 gennaio 2007

Roma -

 

L'amministrazione ha convocato le OO.SS. il 9 gennaio 2007, alle ore 18.00, per la prosecuzione della discussione sugli argomenti che erano all'ordine del giorno nell'incontro che si è tenuto lo scorso 2 novembre 2006.

In quell'occasione, i temi trattati erano stati la revisione degli assetti organizzativi dei ministeri (ex art. 32 legge finanziaria 2007), la soppressione dei Dipartimenti Provinciali del MEF (ex art. 34 legge finanziaria 2007), il compenso accessorio derivante dall'applicazione dell'art. 3, comma 165, della legge 350/2003 (CARTOLARIZZAZIONE) e la rivisitazione delle deleghe al personale distribuite ai sottosegretari dal ministro TPS (dell'esito di quell'incontro, la RdB/CUB MEF ha fornito la dovuta informazione con il comunicato sindacale che potete leggere cliccando su questo link ipertestuale).

 

Sono trascorsi, quindi, oltre 60 giorni.

La legge finanziaria è stata approvata con il suo drammatico carico che graverà sulle spalle dei lavoratori.

Per il pubblico impiego, supportato da un quotidiano linciaggio mediatico, le ore, oramai, sono contate.

Da un semplice assioma per il quale tra i pubblici dipendenti si annida un esercito di fannulloni contro i quali le regole esistenti sono impotenti, si arriva a questi ultimi giorni dove il ministro dello sviluppo economico, Bersani, dichiara che per ottenere una pubblica amministrazione con un minimo di credibilità occorre partire con la deportazione dei lavoratori chiamata, elegantemente, "mobilità".

E su questo terreno già si registra la convergenza di autorevoli esponenti sindacali a partire dal segretario generale della CGIL che indica, nelle politiche di incentivazione, la strada da intraprendere per la mobilità territoriale.

 

Ma ce n'è per tutti i gusti: l'imminente sottoscrizione del memorandum d'intesa tra governo e CGIL, CISL e UIL sulla produttività nel pubblico impiego, la proposta di legge per l'istituzione dell'Authority sul Pubblico Impiego, la futura predisposizione legislativa che permetterà, dopo il solito accordo beffa con i sindacati confederali, la rapina del TFS in favore dei fondi pensioni privati o contrattuali che siano, la lottizzazione del comitato direttivo dell'ARAN, gli stanziamenti irrisori per i rinnovi contrattuali, il prolungamento della loro vigenza.

Il tutto è condito con un feroce attacco alla pubblica amministrazione attraverso la destrutturazione degli uffici, il taglio delle piante organiche e l'esternalizzazione dei servizi erogati in favore delle imprese e del mercato.

Anche dall'analisi del Conto Annuale 2005 si desume come, oltre all'utilizzo sfrenato di forza lavoro non garantita, sempre maggiori sono le risorse che vengono sottratte a quei settori delle pubblica amministrazione di particolare rilevanza sociale con il conseguente impoverimento delle fasce meno abbienti di popolazione che dovranno sopportare i costi dei servizi prima garantiti.

(vi segnaliamo, su questo tema, l'appuntamento di martedì 9 gennaio 2007 alle ore 11.30 presso l'Hotel Nazionale, Sala Cristallo, p.zza Montecitorio n.131 - Roma - nel quale la RdB/CUB Pubblico Impiego esaminerà l'evoluzione della pubblica amministrazione sulla base dell'ultimo Conto Annuale 2005 fornito dal Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato).

 

E', in questo quadro politico che si colloca anche l'annosa questione delle somme derivanti dall'applicazione dell'art. 3, comma 165, della legge 350/2003 (CARTOLARIZZAZIONE).

Nell'incontro del 2 novembre 2006 il capo di gabinetto aveva garantito che entro 8/10 giorni il decreto sarebbe stato firmato dal ministro, dopo averlo presentato preventivamente alle OO.SS., affinché i lavoratori del MEF potessero introitare le somme entro la fine dell'anno.

Di giorni ne sono passati oltre 60 e, in cambio, oltre alla solita campagna stampa diffamatoria (ci chiamano i FURBETTI DI VIA XX SETTEMBRE), alla destrutturazione del MEF, alla riduzione delle piante organiche, nella legge finanziaria il ministro introduce due commi, il 531 e il 532 (in allegato) che, di fatto, dimezzano le risorse aggiuntive accorpando due anni in uno e, per il futuro, dispongono che il fondo non dovrà mai superare il 90% della somma assegnata per il 2004.

 

In realtà, stiamo assistendo ad una mera operazione politica di restyling che ha, come obiettivo, la necessità di permettere all'attuale titolare del dicastero "di uscirsene fuori", da questa vicenda, elegantemente e, possibilmente, anche con dei meriti accontentando, in questo modo, quel partito trasversale che vede, nei lavoratori del pubblico impiego, una vera zavorra sociale.  

Per questo, a partire dal tentativo di cassare completamente il fondo con l'introduzione del famoso emendamento n. 1746-bis/I/64.10 di Ferrari (Ulivo) nella I Commissione Permanente Affari Costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni, riunita in sede consultiva il 17.10.2006 si arriva gli attuali elogi rivolti al ministro da parte degli organi di stampa padronali che, oltre a riconoscergli il merito del dimezzamento del fondo, si congratulano con la "battaglia" che TPS sta intraprendendo nei confronti delle forze oscure della dirigenza del dicastero unitamente alla volontà di applicare principi di meritocrazia premiante nella erogazione delle somme.

 

Ci troveremo, nei prossimi giorni, ad assistere al tentativo di demolire le strutture periferiche del MEF, ad una violenta "ristrutturazione" dei dipartimenti centrali, alla rottamazione dei lavoratori e, dulcis in fundo o lieto fine, ad una accelerazione della contrapposizione violenta tra le varie "anime" che si contendono spazi di potere all'interno del dicastero dove, vecchi rancori, allergiche simpatie e comitati d'affari, troveranno il contesto ideale per dispiegarsi.

 

La RdB/CUB MEF continuerà a svolgere il suo ruolo di unica organizzazione sindacale indipendente e conflittuale.

Darà battaglia per la salvaguardia del ruolo sociale degli uffici periferici e di quelli centrali, delle professionalità interne, per la stabilizzazione dei lavoratori precari e di queste risorse aggiuntive che devono essere inserite in busta paga, come retribuzione in godimento in via fissa e continuativa, a parziale recupero della perdita del potere di acquisto dei salari negli ultimi quindici anni.