Cartolarizzazione: tirati per la giacchetta

Roma -

Sono passati alcuni giorni dal 16 marzo 2007, data della riunione con l'amministrazione per l'individuazione dei criteri necessari per l’erogazione dei fondi aggiuntivi derivanti dall’applicazione dell’art. 3, del comma 165 della legge 350/2003.

L'ipotesi d'accordo, siglata da alcune organizzazioni sindacali, non ha visto la firma delle RdB/CUB MEF.

La mancata sottoscrizione da parte della nostra organizzazione ha generato un acceso dibattito, tra i lavoratori, tra le parti sindacali e nella stessa amministrazione.

Siamo stati accreditati come "l'ago della bilancia" su cui far pendere le sorti di queste somme, l'agognato raggiungimento del 51% soglia necessaria (in realtà solo una mera opportunità politica) per la validità di un accordo.

Insomma, un pò tutti quanti ci hanno "tirato la giacchetta".

Le organizzazioni sindacali firmatarie dell'intesa, quelle che non lo hanno sottoscritto e, persino, le varie "fazioni" esistenti nell'amministrazione.

Da una parte hanno tentato di convincerci di firmare l'accordo e di non perdere questa "occasione storica" per una sorta di rivalsa politica e messa all'angolo di alcune organizzazioni sindacali, dall'altra chi si raccomandava di non siglare l'intesa additando la scusa della violazione delle norme negoziali e della disuguaglianza tra i lavoratori che avrebbe prodotto.

Un tourbillon di pacche sulle spalle, di sorrisi e di ammiccamenti.

Di fatto, la RdB/CUB MEF non ha siglato l'accordo per un motivo molto semplice: la coerenza.

Nella quotidianità del nostro operato sindacale, pratichiamo la strada della coerenza nella difesa dei diritti e nel miglioramento delle condizioni materiali e salariali dei lavoratori.

Non abbiamo mai condiviso accordi premianti e discrezionali.

E' insito nel nostro DNA.

Per questo motivo, i tentativi di strumentalizzare la nostra firma o non firma, perdono consistenza e si sciolgono come la neve al sole.

Siamo coscienti che chi, in questi giorni, rispolvera il vestito della conflittualità, ha da anni rivendicato e tuttora rivendica la premialità e la meritocrazia. Sono decine e decine gli accordi sindacali siglati con l'amministrazione mediante i quali, la dignità dei lavoratori è stata barattata e svenduta per una manciata di euro o per biechi interessi personali.

L'intero memorandum sul pubblico impiego, sottoscritto da CGIL, CISL e UIL, è un inno alla produttività individuale e alla premialità sganciata da qualunque nuovo modello organizzativo dei processi produttivi. La centralità dell'impresa anzichè quella del lavoro.

Così come, siamo convinti che se si continua a firmare accordi come questo, considerati come "il male minore", si indebolisce ancora di più la classe lavoratrice.

Da tempo, lo stiamo sostenendo.

Dietro queste somme, si nascondono i forti contrasti nei rapporti politici tra CGIL, CISL, UIL con il governo e con il ministro Tommaso Padoa Schioppa in particolare.

Gradire come ministro dell'economia e delle finanze il vice ministro Visco (DS), più consono alla pratica concertativa e in simbiosi con la triplice confederale, le dichiarazioni di quest'ultimo sulla necessità di un dicastero diviso da quello dell'economia, l'esistenza di un doppio schema di regolamento di organizzazione del MEF, sono chiari e limpidi segnali dell'alta temperatura del termometro politico. 

E, la riunione che si è tenuta oggi (21.3.2007) al MEF, alle ore 15, tra il Ministro e CGIL, CISL e UIL (presenti il capo di gabinetto, il sottosegretario di stato con delega al personale, il capo della delegazione di parte pubblica e il collaboratore stretto del viceministro) ha proprio questo valore: l'ulteriore tentativo di CGIL, CISL e UIL di non essere considerati "marginali" rispetto a quello che, una parte del Governo di centrosinistra, vuole fare.

Vedere, quindi, saltare la "concertazione", significa null'altro che il mancato accreditamento e legittimazione di CGIL, CISL e UIL nella gestione, per bassi interessi, del paese.

Inoltre, la questione della "cartolarizzazione" impedisce, volutamente, la possibilità di discutere dei forti processi di destrutturazione del MEF che sono in fase molto avanzata.

La perdita delle competenze delle CMV, il continuo rinvio del ministro degli incontri sullo schema di regolamento di organizzazione del MEF, la mancata informazione e documentazione preventiva su queste materie, celano il progetto politico di mobilità e di svendita del patrimonio professionale dei lavoratori del MEF.

 

La RdB/CUB MEF è impegnata affinché queste risorse siano stabilizzate in busta paga in via fissa e continuativa ed erogate, immediatamente, al personale con criteri equi e solidali.

Per questo, abbiamo inoltrato all'amministrazione la richiesta di una urgente riapertura del tavolo negoziale e proclamato lo stato di agitazione del personale, affinché le risorse aggiuntive derivanti dall’applicazione dell’art. 3, del comma 165 della legge 350/2003 siano, al più presto, a disposizione dei lavoratori.

 

CONTRO LA DESTRUTTURAZIONE DEL MEF

CONTRO LA SVENDITA DEI LAVORATORI

PER LA STABILIZZAZIONE E L'EROGAZIONE DEI FONDI DERIVANTI DAL COMMA 165

 

30 MARZO 2007

SCIOPERO GENERALE DEL PUBBLICO IMPIEGO

MANIFESTAZIONE ORE 9.30

ROMA - P.zza DELLA REPUBBLICA