COMMA 165: LO SQUALLIDO, CONTINUATO E VERGOGNOSO SERVILISMO DELLA UIL
A cosa serve la UIL o, meglio, chi serve la UIL ? Questa volta non c’è neanche bisogno di ribadire che questa sigla non è seconda a nessuno quando c’è da servire l’Amministrazione e il potere politico. La concertazione e il collaborazionismo sono acqua passata, oggi siamo arrivati alla completa e definitiva complicità.
E non è che lo fanno di nascosto, come in passato, quando evidentemente avevano ancora qualche remora a svelarsi come rappresentanti non dei lavoratori ma dell’amministrazione e del potere politico, no oggi lo rivendicano senza più nessun pudore.
Il 20 marzo 2013, la UIL con un comunicato firmato dal Coordinatore Generale Bordini, dai Segretari Nazionali Compagnone e Zanetti e dal Coordinatore provinciale Privitera, ha sentenziato che se il MEF è stato penalizzato nella ripartizione della cartolarizzazione, la colpa è di due sindacati, e tra questi l’USB.
In particolare la colpa di USB è di aver creato mobilitazione con l’assemblea esterna dell’8 marzo 2013 insieme ai lavoratori delle Agenzie Fiscali e di aver, testualmente, “ritenuto opportuno denigrare ed attaccare il Sottosegretario che successivamente avrebbe dovuto firmare il decreto”.
Ricordiamo che il “sottosegretario alle chiacchiere” e bugie Prof. Polillo, nelle more del mandato su delega del Ministro, ha occupato il suo tempo a prendere in giro i lavoratori e ha prodotto infine sei mesi di ritardo ingiustificabile nell’erogazione delle somme spettanti dalla legge 350/2003 art. 3 comma 165. Si è inoltre esibito in una farneticante riabilitazione del regime fascista che purtroppo la sola USB ha saputo e voluto giustamente stigmatizzare.
Secondo la “strategia” della UIL il miglior attacco è il silenzio. Accettare qualunque cosa venga dai politici di turno. Un sindacato, la UIL, buono in ogni stagione, la cui strategia abbiamo visto dove ci ha portato. Insieme agli altri sindacati collaborazionisti hanno accettato in totale silenzio: la riduzione degli organici, la mobilità come strumento di contenimento del personale che opera nel pubblico impiego (riducendo i servizi pubblici dalla sanità alla scuola), il mancato rinnovo contrattuale dal 2009 sino al 2017, una riforma delle pensioni che ci farà stare in servizio sino a 67 anni e con una pensione da fame, e molte altre nefandezze commesse dai governi di tutti i colori ed anche tecnico-politici.
Ecco qual è la “strategia” della UIL: distrarre con le convenzioni telefoniche (richieste ormai da veri pezzenti viste le tariffe dei diversi gestori: 9 euro mensili per 300 minuti di conversazione e 300 sms); brandire ai tavoli negoziali richieste come quella di incentivazione delle risorse del comma 165 (cartolarizzazione) destinate al MEF, sostenuta del resto da tutte le OO.SS., USB compresa; poi, quando non ottengono i risultati attesi dal loro essere complici con la politica e l’amministrazione, attaccare viscidamente coloro che il sindacato lo vogliono fare nell’unico modo possibile: la mobilitazione, la denuncia, la difesa del salario e dei diritti dei lavoratori.
In ultimo, tutto questo rimpallo di responsabilità tra il ministro Grilli e il sottosegretario Polillo sulla firma del decreto potrebbe forse essere un tentativo di disinnescare le responsabilità connesse alla scandalosa cifra che del comma 165 intascano i Capi Dipartimento, Grilli compreso, visto che all’epoca di riferimento delle risorse era ancora Capo del Dipartimento del Tesoro.
Anche su questo la UIL, come gli altri, preferisce tacere. Forse per non disturbare e continuare a raccogliere le briciole elargite dai padroni di turno? Resta ora ai lavoratori giudicare!