COMMISSIONE TRIBUTARIA PROVINCIALE DI ROMA: IL GAMBERO CONFUSO

In allegato la nota trasmessa all'Amministrazione del MEF.

Roma -

Il ricorso alla similitudine con il simpatico crostaceo roseo o grigio che affolla i mari e i fiumi del pianeta e che rivela, con la sua presenza, la bontà delle acque presenti nei rispettivi habitat, spiega, ma solo in parte, il percorso ondivago tracciato finora dalla dirigenza della Commissione Tributaria Provinciale di Roma a poco più di un anno dal suo insediamento.

Infatti, in quest’ultimo anno e con una evidente accelerazione ed intensificazione dei relativi ritmi, si sta assistendo a continui e incessanti passi avanti e indietro che oltre a cambiare tutto per non cambiare nulla, tipico del modo di incedere della burocrazia italiana, vedono la direzione intrapresa risolversi in mille rivoli inefficaci che vanificano persino i migliori auspici pure dichiarati.

Così è accaduto per la rotazione dei segretari di sezione “giustificata” da diktat superiori ai quali non era possibile sottrarsi, così è accaduto con il tentativo maldestro di dimostrare di aver assegnato al servizio di Visura Atti il personale di seconda area, immediatamente rimpiazzato “temporaneamente” da quello della prima sulla base della dichiarata assenza di personale avente la superiore qualifica.

Ma anche le recenti determinazioni, emanate con formali ordini di servizio e immediatamente sconfessate da “disposizioni di servizio“, hanno visto prima  l’attribuzione dell’incarico ad un coordinatore delle sezioni giudicanti, poi ben presto revocato “spalmando” tale incombenza su 4 lavoratori ed infine sospeso in tutta fretta.

Identica sorte era già peraltro toccata al progetto dell’archivio unico, spacciato prima come la soluzione di tutti i mali ma poi travolto inesorabilmente dall’inefficienza organizzativa che esso stesso ha provocato nelle segreterie delle sezioni.

E cosa dire della brillante innovazione organizzativa che ha recentemente portato all’introduzione del “servizio posta a domicilio per le sezioni” sulla cui utilità ci sarebbe molto da discutere? Sicuramente un fulgido esempio di benessere organizzativo e di ottimizzazione delle risorse umane tipica di una struttura in cronica carenza di organico…   

Restano sullo sfondo di questo desolante scenario i proclami iniziali, profferiti a gran voce, di voler eliminare le sacche improduttive individuate unilateralmente dalla Direzione, tra le quali è stato annoverato anche il preesistente servizio di supporto alle sezioni giudicanti che, essendo direttamente coinvolte nell’attività istituzionale propria delle Commissioni Tributarie, avrebbero dovuto invece ricevere la massima attenzione.

Certamente così non è stato. I segretari di sezione, infatti, sono ormai ridotti a singoli numeretti da incasellare in un puzzle impazzito determinato dall’assenza di programmazione e di organizzazione complessiva dello specifico settore di attività ed incessantemente coinvolti in modifiche dell’assetto organizzativo generale dell’Ufficio che da settimane determinano persino la mancata conoscenza dei referenti cui chiedere il materiale di cancelleria indispensabile per lo svolgimento quotidiano della propria attività. Di contro però si continuano a ricevere comunicazioni interne concernenti il tentativo di far combaciare, temporaneamente, i pezzetti del puzzle.

Non possiamo, quindi, non chiederci se tale inutile ultrattività si sarebbe potuta evitare semplicemente conservando, magari affinandola, l’organizzazione del lavoro sperimentata per anni e che ha dimostrato sul campo di essere in grado di far fronte alle innumerevoli emergenze affrontate e risolte in passato.

Non possiamo non ribadire che solo un corretto approccio alle problematiche tipiche di un organo giurisdizionale e la conoscenza approfondita delle criticità dei servizi su cui si va ad intervenire possono garantire risultati efficaci e duraturi. Rappresentazione plastica di quanto ora affermato è costituita dal potenziamento del servizio che si occupa del contributo unificato, anch’esso inizialmente nel novero delle famigerate ed invise sacche improduttive da eliminare, e dalla regolazione del flusso di utenti al Front Office, prima criticità sottoposta al Dirigente da parte delle rappresentanze dei lavoratori.

E’ di tutta evidenza, quindi, che gli “stop and go” a cui stiamo assistendo potevano essere evitati dalla Direzione della Commissione Tributaria Provinciale di Roma semplicemente avviando un confronto costruttivo con le parti sociali sul proprio progetto di organizzazione anziché trincerarsi ripetutamente dietro il c.d. “potere d’organizzazione” disposto, ma non inderogabilmente imposto, dalle “norme Brunetta”.

E non vorremmo che si continuasse a perseverare in tale atteggiamento anche con la preannunciata installazione delle postazioni per il personale giudicante nelle stanze delle segreterie di Sezione in luogo delle aule d’udienza resesi ormai libere a seguito della definitiva chiusura della Commissione Tributaria Centrale.

L’unica certezza, ad oggi, si rinviene purtroppo nella pervicace ed ininterrotta attività che vede la dirigenza della CTP di Roma impegnata nella negazione di corrette relazioni sindacali, svilendo addirittura il diritto all’informazione sugli istituti contrattuali vigenti ad atti di “pura cortesia” e con evidenti pesanti ripercussioni sul personale che vede la mancata applicazione di istituti contrattuali quali la banca delle ore, l’agevole e trasparente adesione al lavoro straordinario, la fruizione dei permessi ex L. 104/92 con illegittime interferenze che rendono ancora più gravoso il fardello di sostituirsi all’ormai residuale Welfare State nostrano nell’assistenza dei familiari disabili in condizioni di gravità (in allegato la nota trasmessa all’Amministrazione). 

L’altra certezza, fondata sui fatti, è che USB P.I. MEF non rinuncerà mai al proprio ruolo di difesa dei lavoratori della Commissione Tributaria Provinciale di Roma.