COMMISSIONI TRIBUTARIE DI ROMA È QUESTIONE DI PRIORITÀ

Roma -

 A più di 15 giorni dall’inizio dell’emergenza epidemiologica da corona virus, che tra l’altro negli ultimi giorni ha visto un continuo aumento delle regioni coinvolte nella diffusione del morbo in questione, delle Commissioni Tributarie nessuno parla.  Si assiste ad un proliferare di atti, da ultimo la Direttiva della Presidenza del Consigli dei Ministri, in cui vengono date indicazioni precise e puntuali anche rispetto ad Uffici non ricadenti nelle zone cd. rosse che non vengono prese in considerazione con la dovuta attenzione.

In particolare nelle Commissioni Tributarie di Roma, nei cui locali front office ed aule udienza transitano quotidianamente qualche centinaio di persone (personale – giudici – utenza), è stato installato un solo dispenser per il gel disinfettante dalla dimensione risibile che lascia supporre una sostituzione continua della cartuccia all’interno visto che, secondo la Regione Lazio, dovrebbe essere fornito al personale e agli utenti.

E che dire di un decalogo che dovrebbe essere rispettato per evitare il sovraffollamento nei locali antistanti le aule d’udienza? Qualcuno ha pensato che sia necessario disciplinare l’ingresso nei locali dei difensori provenienti dalle aree a rischio e dare informazioni in merito al comportamento da tenere da parte del personale in questo caso? E che dire dell’obbligo di aerazione dei locali non fatto rispettare per la presenza dell’impianto di aerazione forzata nel piano ammezzato (che oltretutto ha avuto bisogno di una autorizzazione in deroga per consentire la presenza dei lavoratori della CTP per l’intera giornata, non avendo più gli stessi una postazione lavorativa al piano sovrastante)? E che dire delle aule d’udienza, molte delle quali piccole e insufficienti, poste sotto il livello stradale con finestre apribili su intercapedine?

Eppure, fino ad oggi, né il datore di lavoro né i numerosi dirigenti per la sicurezza hanno convocato una riunione urgente con gli RLS per elaborare misure preventive e precauzionali finalizzate ad approntare un piano di azione atto a prevenire il contagio per i lavoratori e per il pubblico. Nessuna programmazione, quindi, ma solo spontaneismo di pochi per far fronte ai problemi che questa situazione sta creando. Il tutto probabilmente in ossequio alla recondita e miope speranza di farcela senza le misure adeguate.

Ma così non è: gli obblighi del datore di lavoro prevedono la consultazione degli RLS e l’aggiornamento del documento di valutazione dei rischi in casi similari in cui deve essere ricompreso un rischio siffatto non precedentemente valutato. La ratio della norma è fin troppo chiara: analizzare la situazione e predisporre anticipatamente tutte le misure necessarie per evitare che il rischio possa trasformarsi in pericolo.

Oltre alla doverosa e scontata implementazione del lavoro agile nelle zone più colpite, è doveroso che si disciplini l’accesso degli utenti nei Front Office e nelle aule d’udienza e che si rimodulino gli spazi per rispettare le distanze previste per contenere ed evitare il contagio.

Inutile dire che tutto questo doveva già essere stato approntato da giorni ma, evidentemente, tutelare i lavoratori delle Commissioni Tributarie e l’utenza in un momento così delicato non è nelle priorità del MEF.