Contratto Funzioni centrali, USB: ripartire dalla richiesta unitaria delle modifiche legislative necessarie per un buon contratto
Dal Nazionale - Facciamo chiarezza innanzitutto sull’entità dell’aumento contrattuale 2019-2021: a regime, nel 2021, al netto della stabilizzazione dell’elemento perequativo, l’incremento, per tutti i comparti di contrattazione sarà pari al 3,78% e non al 4,07% come sostenuto dal Ministro Brunetta e dalla stessa Aran nel corso del primo incontro sul CCNL Funzioni Centrali.
Ottenuto tale necessario chiarimento dall’Aran, la riunione di oggi è stata limitata di fatto ai titoli di testa della contrattazione, vale a dire all’elenco dei capitoli che andranno esaminati nelle successive riunioni. I cinque argomenti proposti dall’Agenzia governativa sono: Relazioni sindacali, Ordinamento professionale, Rapporto di lavoro, Lavoro agile, Trattamento economico.
In apertura del nostro intervento abbiamo ribadito la richiesta di eliminare dal contratto la norma capestro che prevede che solo i firmatari del CCNL possano poi accedere agli istituti della partecipazione sindacale nei singoli posti di lavoro.
Non si può parlare di innovazione della Pubblica Amministrazione se non ci sono le condizioni per discutere e concordare un contratto innovativo, che superi la lunga stagione di odio contro i lavoratori pubblici. Per questo abbiamo invitato tutti, Aran e altre organizzazioni sindacali, a ripartire dalla lettera unitaria sottoscritta da tutti i sindacati rappresentativi del Comparto Funzioni Centrali lo scorso ottobre, a conclusione del confronto all’interno della Commissione paritetica prevista dal CCNL del 12 febbraio 2018. In quella nota, indirizzata al precedente ministro della P.A. e all’Aran, sono elencate le principali richieste di modifiche legislative necessarie per definire un contratto che risponda realmente ai problemi evidenziati negli ultimi dieci anni:
- Maggior peso alla contrattazione collettiva e integrativa recuperando il pieno confronto su materie relative all’orario di lavoro, all’organizzazione degli uffici, al rapporto di lavoro, alla definizione dei profili professionali;
- Diritto di carriera riconosciuto a tutti, rimuovendo i vincoli legati al possesso del titolo di studio previsto per l’accesso dall’esterno;
- Piena contrattualizzazione del lavoro agile;
- Abrogazione della norma che fissa un tetto alla composizione dei Fondi di amministrazione e incremento dei Fondi stessi;
- Snellimento delle procedure di certificazione dei contratti.
A questo aggiungiamo la necessità, ribadita anche oggi al tavolo, di una norma che abolisca l’odiosa tassa sulla malattia e modifichi le fasce di reperibilità, uniformandole a quelle del privato. Siamo pronti a partecipare al confronto al tavolo sindacale come sempre in modo costruttivo, con idee, proposte, suggerimenti concreti e fattibili. Tuttavia, riterremmo imperdonabile buttare a mare l’enorme lavoro prodotto con il confronto sindacale accantonando la richiesta di necessari interventi legislativi. Se nessun sindacato in questi sette mesi ha cambiato idea rispetto a quanto sottoscritto ad ottobre, e se le difficoltà che incontreremo nel fare un buon contratto sono le stesse che insieme avevamo riscontrato ad ottobre dell’anno scorso, riteniamo sia opportuna un’iniziativa unitaria nei confronti dell’attuale ministro Brunetta. Chi ci sta? Noi siamo pronti.