CONTRATTO: un problema di democrazia.

Roma -

NON E’ UN PROBLEMA DI FIRME
 MA DI DEMOCRAZIA!

 

 

Nonostante la valutazione fortemente negativa sui contenuti degli accordi, espressa dalla nostra Organizzazione e confermata dalla consultazione dei lavoratori dei due comparti interessati, la RdB/CUB Pubblico Impiego firma, questa mattina, all’Aran, i contratti dei Ministeri e quello degli Enti Pubblici non Economici (Parastato), con l’intenzione di difendere, fino in fondo, gli esigui spazi di agibilità sindacale ormai rimasti nel nostro Paese.

A 60 anni dalla nascita della Costituzione Italiana, infatti, l’art 39, che recita "l’organizzazione sindacale è libera", appare sempre più, a causa  dell’arroganza di CGIL, CISL e UIL, una delle tante chimere contenute nel dettato costituzionale.

In virtù della normativa vigente nel nostro Paese, infatti, sono ammesse alla contrattazione per la stipula dei contratti nazionali pubblici solo le OO.SS. che, all’interno del comparto, superano la soglia del 5% come dato medio tra iscritti e voti presi alle RSU.

Ma, evidentemente, la legge, visti i risultati elettorali conseguiti dalla RdB/CUB in molti comparti, non ha risposto in pieno alla necessità di monopolio manifestata da CGIL, CISL e UIL.

Per questo, per restringere sempre più ogni spazio di agibilità a chi parla una lingua diversa, senza condizionamenti governativi o partitici, CGIL, CISL e UIL, con l’inevitabile complicità dell’Aran, ha inserito in tutti i contratti una norma fascista che prevede l'esclusione, dalla contrattazione integrativa di secondo livello, ai non firmatari: come dire che, nel Parlamento Italiano, la parte sconfitta alle elezioni, ma eletta democraticamente dai cittadini, non ha il diritto di intervento sui successivi provvedimenti del Governo se, prima, non sottoscrive il programma della maggioranza uscita vincente dalle elezioni!

E’ evidente la volontà, neanche tanto nascosta, di restringere tutti gli spazi di dissenso democratico, di tappare la bocca a chi parla la stessa lingua dei lavoratori; a chi lotta contro lo smantellamento della Pubblica Amministrazione, a chi si batte contro lo scippo delle pensioni e per un salario che restituisca dignità alla vita dei lavoratori di questo Paese.

A chi si batte per una sanità pubblica che garantisca, a tutti, livelli di assistenza adeguati, per una scuola ed una università pubblica capace di  garantire, a tutti, la trasmissione della conoscenza; a chi si batte per una Pubblica Amministrazione al servizio non dell’impresa ma del cittadino e dei suoi bisogni.

Questa mattina, la RdB firma i contratti ma, appare evidente, che il problema non è certo la firma o la non firma.

Il problema vero, e che riguarda tutti, ancor di più in un momento di forte attacco ai diritti dei lavoratori, è quello della Democrazia, quella con la D maiuscola.

Per questo, oggi, la RdB manifesta in molte piazze d’Italia: per allargare ogni spazio, anche partendo dal più piccolo, in cui poter far sentire con sempre più forza la voce dei lavoratori.