DA SINDACATO GIALLO A SINDACATO NERO

Roma -

Intanto vogliamo tranquillizzare i dirigenti della uil del MEF sul fatto che non siamo per nulla rassegnati e meno che mai possiamo essere appellati come bugiardi.

Loro sì che sono da sempre mistificatori e menzogneri.

Secondo il punto di vista della uil l’arricchimento culturale dei lavoratori avverrebbe, non già dalle lotte in difesa dei diritti, della giusta retribuzione e della previdenza pubblica ma dalla collaborazione con la controparte e dal servilismo politico, da loro praticati entrambi da anni e con diversi governi.

Siamo felici, comunque, di consentire alla uil di poter scrivere qualcosa, altrimenti sarebbero aridi e sterili come un deserto pieno solo di cactus. La perspicacia limitata e contorta di questo sindacato tenta di spacciare la comunicazione di chi non la pensa come loro per strumentalizzazione.

Il loro livore nei nostri confronti è dettato, questa volta, dal mancato decollo della previdenza complementare che in sede politica non ha ricevuto le risorse “pubbliche” per poter partire, poiché l’adesione al Fondo Sirio non ha raggiunto i 10.000 lavoratori (i dipendenti ministeriali sono circa 350.000).

Indirettamente la uil ci riconosce una forte capacità di persuasione verso i lavoratori che, non aderendo al Fondo, hanno sancito il fallimento degli obiettivi di questo sindacato. Se la nostra colpa è quella di dare ai lavoratori strumenti di conoscenza per smascherare operazioni che li danneggiano, allora la uil ha ragione, siamo colpevoli!

La riforma epocale delle pensioni dell’allora ministro Fornero, che ha ridotto la retribuzione pensionistica e innalzato l’età pensionabile dei lavoratori italiani per non parlare degli esodati, ha visto come reazione e lotta (conflitto) da parte del sindacato concertativo 3 ore di sciopero e poi la testa china… D’altronde era già pronta l’operazione finanziaria dei Fondi pensione che, in caso di decollo, avrebbe assicurato loro la gestione di tanti soldi, accollando i rischi del mercato ai lavoratori. Questa è la verità su alcune operazioni di sindacalismo collaborazionista.

Qualche considerazione va fatta anche sull’accusa di istigazione alla violenza scritta sempre dal solito sindacato che forse vorrebbe fare un salto qualitativo, da sindacato giallo a sindacato nero, con l’eliminazione di chiunque pratichi il conflitto sociale.

Questa insinuazione, rilanciata dalla solita uil nel comunicato dell’11 marzo e dettata dall’ignoranza e dalla incultura da pensiero unico, rischia di ritorcersi contro quella stessa organizzazione sindacale per effetto della tutela giudiziaria che la USB attiverà qualora ne ravvisi i presupposti.

La nostra organizzazione sindacale USB P.I. MEF non ha mai esercitato violenza su nessuno.

Il definire come azione violenta la resistenza e la contrapposizione allo smantellamento della Pubblica Amministrazione, dei servizi pubblici e dello Stato Sociale dimostra esclusivamente la vocazione e la scelta alla sudditanza verso le politiche espresse dai governi di tutti i colori che si sono succeduti negli ultimi venti anni da parte della uil. La flebile denuncia di questo pseudo-sindacato del decremento salariale e del suo potere d’acquisto, di circa il 30% negli ultimi tre anni (comunicato del 10 febbraio 2014), è solo un goffo tentativo di nascondere la responsabilità delle scelte collaborazioniste e complici di cgilcisluil. Questi sindacati, infatti, si sono limitati a  ipocrite dichiarazioni di facciata sulla macelleria sociale di questi anni e su tutti i provvedimenti contro il lavoro pubblico a cominciare dal blocco dei contratti dal 2009 al 2017 e alle famigerate norme Brunetta.

Il vero “…miraggio nel deserto…” è proprio quello di far credere ai lavoratori che rimanere in silenzio, senza protestare o pietire per aver riconosciuti i propri diritti e il giusto salario, sia la via maestra per migliorare le loro condizioni. In realtà questa miserabile mistificazione e la capacità di disinnescare il solo affiorare di qualsiasi forma di dissenso sono l’unico strumento che i sindacati concertativi hanno per accreditarsi, loro sì, nei confronti del governo di turno.

È inutile che la uil continui a provocare l’USB MEF, noi risponderemo sempre e comunque nel merito delle questioni, senza insulti beceri e gratuiti. La ragione è più forte dell’ignoranza!!!

Ribadiamo, comunque, che taluni non sanno leggere gli accordi che sottoscrivono (cgilcisluil)! In questo caso sì che il silenzio è d’oro!!

 

Accordo nazionale dell'11/6/2013

 

Accordo nazionale del 19/6/2013

 

Accordo di sede RSU Uffici centrali MEF dell'11/11/2013