DIPARTIMENTO DELLE FINANZE E COMMISSIONI TRIBUTARIE: ILLOGICITA' MANIFESTA

Roma -

Abbiamo sempre pensato, sulla base della disamina dei provvedimenti organizzativi posti in essere dalla DGT e dai direttori delle Commissioni Tributarie di Roma, che il personale di detti Uffici fosse considerato figlio di un dio minore, essendo da sempre escluso dalla formazione, da istituti contrattuali favorevoli quali fruizione di turni, di ore di lavoro straordinario, e nel contempo gravato da  innumerevoli ed incomprensibili adempimenti legati ad obiettivi che non sortiscono alcun effetto sul miglioramento degli standard qualitativi del servizio reso all’utenza e che stanno determinando inesorabilmente il progressivo ed innegabile declino dell’ottimo andamento di questa branca della giustizia.

Da ultimo, ma solo in ordine cronologico, non è possibile sottacere “ l’illogicità manifesta” del provvedimento con il quale i direttori dei citati Uffici, hanno ritenuto di adempiere supinamente ai diktat provenienti dal superiore Ufficio della Direzione della Giustizia Tributaria, attivando il “presenziamento” dell’ingresso di Via Labicana 123 che solo da ieri è diventato accesso per lo sparuto numero di ricorrenti che devono recarsi alla Commissione Centrale (ieri sono entrate lo stratosferico numero di 8 persone in 11 ore!), essendo la funzionalità di quest’ultimo Ufficio ormai agli sgoccioli.

Da ieri, infatti, nonostante il divieto all’attivazione dei citati tornelli da parte del Comando dei Vigili del Fuoco, ben due unità di personale sono state poste a “presenziare” i suddetti tornelli non funzionanti e a dare indicazioni al pubblico al fine di facilitare l’ingresso presso il ripetuto Ufficio stante il  tortuoso percorso interno previsto. I lavoratori peraltro sono stati collocati in un ambiente di lavoro che non è stato ancora oggetto del sopralluogo da parte della Asl competente, ai fini dell’accertamento della sua salubrità.

Il tutto ovviamente senza che sia stato effettuato l’incontro più volte richiesto da questa Organizzazione sindacale, dai Rappresentanti dei Lavoratori per la sicurezza, dalle RSU degli Uffici maggiormente interessati. 

Nessuna risposta ufficiale è stata fornita alle suddette richieste, limitandosi al susseguirsi di informative che hanno evidenziato un maldestro tentativo di maquillage lessicale attraverso il quale è stata comunicata l’istituzione del ripetuto servizio variamente denominato al solo fine di dissimularne l’effettiva natura. Infatti, ad oggi, nessuno specifico  ordine di servizio è pervenuto né alle Organizzazioni Sindacali né, e ciò appare ancora più irrituale ed illegittimo, al personale che deve svolgere un servizio per il quale non possiede i previsti profili professionali specifici, essendo coinvolto stabilmente personale di prima area che non ha tra i compiti istituzionali quello di addetto ai servizi di portierato e vigilanza e la cui operatività pertanto è riconducibile unicamente alla prima accoglienza del pubblico. Tali unità di personale non hanno neppure ricevuto esaustive informazioni al riguardo: gli ordini di servizio, trasmessi ieri sera ai lavoratori della CTR e questa mattina a quelli della CTP (ma non alle Organizzazioni Sindacali), si limitano a comunicare l’attivazione del ripetuto servizio e i nominativi dei lavoratori che dovranno coprire l’intero orario di servizio fino all’8 agosto p.v., non tenendo neppure in debito conto i profili orari scelti o che sono in grado di garantire dovendo le stesse essere presenti, a loro dire, dalle ore 7.30.

Si mandano, in definitiva, i lavoratori allo sbaraglio distogliendoli peraltro dagli uffici nei quali sono formalmente e proficuamente assegnati. Il tutto a costo zero, come al solito, difformemente da quanto avviene per il personale impiegato in tale servizio sia al MEF sia all’ingresso di Via dei Normanni, correttamente destinatario di tutti gli istituti contrattuali a tal fine previsti.   

Tale comportamento non è assolutamente condivisibile e deve essere stigmatizzato in primis per l’assoluta mancanza di correttezza nelle relazioni sindacali, che certo non hanno mai brillato nelle considerazioni di tali dirigenti tranne poi lamentarsi ed accusare il primo malcapitato di turno delle azioni che questa Organizzazione Sindacale è stata costretta a intraprendere a tutela del personale (vedasi in allegato, a tale proposito, la nota dell’USB MEF trasmessa in data odierna all’Amministrazione).

Gli stessi dirigenti hanno ulteriormente dimostrato, anche in quest’ultima occasione, un’ennesima pesante chiusura rispetto ad ogni sorta di confronto con tutti i soggetti che rappresentano i lavoratori. Ma ciò che tale operazione ha evidenziato è il totale disconoscimento dei principi di trasparenza e di corretta gestione del personale che, pur essendo destinatario di innovative incombenze, non è neppure messo in condizione di adempiervi essendo stato lasciato del tutto privo delle imprescindibili e dovute istruzioni.

Certo non ci aspettavamo l’applicazione dei criteri di trasparenza, anche attraverso l’attivazione di forme di partecipazione democratica che pure dovrebbero ispirare  l’operato di coloro che sono deputati a gestire il personale, ma certamente nessuna previsione, neppure la più pessimistica, ci avrebbe mai indotto a prefigurare  l’attuale assoluta ed inequivocabile assenza di criteri di logica e di corretta ed oculata gestione del denaro pubblico determinata dall’adibizione di unità personale a “presenziare”, leggasi “osservare”, i tornelli.

Ma tant’è: la spending review in questi uffici vale solo per le spese che riguardano la sicurezza sul posto di lavoro e i materiali di cancelleria, ma, chissà in base a quale norma, non per quelle di cui in parola.

Un interrogativo resta comunque del tutto irrisolto e cioè, ferma restando la legittima necessità di garantire il controllo automatizzato degli ingressi/uscite del personale, non si comprende la motivazione delle modalità poste in essere a tal fine, stante la possibilità di installare l’apposito dispositivo di disattivazione dei tornelli (da utilizzarsi in caso di emergenza) in posizione visibile in prossimità degli stessi (come pure previsto dalla Circolare del Ministero dell’Interno) senza vincolare a tale scopo la presenza quotidiana degli addetti e di procrastinare la chiusura dell’ingresso previsto per la Commissione Centrale fino alla definitiva cessazione della stessa. A meno che non ci siano ragioni altre, a questo punto facilmente ipotizzabili, che attengono non solo e non tanto alla tutela del patrimonio mobiliare ed immobiliare ed al controllo automatizzato delle presenze ma a più stringenti esigenze di giustificare le spese prematuramente sostenute per attrezzare il locale destinato all’attività di “presenziamento” senza aver preventivamente verificato la mancata conformità dei tornelli alle disposizioni di legge in materia di sicurezza. Il tutto a spese dei lavoratori coinvolti e della collettività.

Non ci aspettiamo risposte, non è nel modus operandi di tali dirigenti, ma cogliamo l’occasione per invitare il personale coinvolto a voler segnalare a questa Organizzazione Sindacale tutte le criticità, anche in ordine agli istituti contrattuali ad oggi vigenti, che dovessero verificarsi nel corso dell’attività in questione.