Draghi, USB: ecco il vero volto del fedele esecutore dei voleri di UE e Confindustria
Dal Nazionale - Nel giro di qualche giorno, mentre le strade del Paese si riempivano di manifestanti in piazza per difendere il proprio futuro, il governo di tutti quanti, anche di quelli che formalmente non ci stanno, ha inanellato una serie di provvedimenti gravissimi.
Il Global Health Summit di Roma, ospitato dall’Unione Europea nell’ambito del G20 a guida italiana, si è concluso con una dichiarazione di resa a Big Pharma, che mantiene intoccabili i brevetti sui vaccini alla faccia dei milioni di morti che continua a mietere il Covid-19.
Contemporaneamente nel decreto semplificazioni spunta ciò che da tempo si percepiva, la volontà di tornare indietro dall’attuale normativa sugli appalti - non è che assomigliasse neanche lontanamente a ciò che serviva - per lasciare ulteriore mano libera agli appalti senza gara, ai subappalti senza limite né tetti. Immaginiamo che anche in questo caso, come nella notte del terremoto di L’Aquila, ci sia più di qualcuno che ride pregustando grandi affari e lauti guadagni.
Infine, ma solo per il momento, la scelta più grave, quella di dare il via libera ai licenziamenti dalla fine di giugno. Indorata la pillola introducendo alcuni correttivi alla CIG, si cede completamente ai diktat in materia lanciati da Confindustria. Il milione di posti di lavoro già persi nonostante il blocco formale dei licenziamenti, la prospettiva di migliaia di aziende pronte a portare i libri in tribunale e centinaia di migliaia di prossimi espulsi dalla produzione non sono stati sufficienti ad indurre il governo a respingere l’assalto dei padroni a cui, per soprammercato, si destina una quota consistentissima delle risorse previste dal PNRR e dal DL sostegni.
Proprio sul PNRR si è poi deciso di far partecipare le parti sociali (ovviamente i sindacati complici e le associazioni datoriali) ai tavoli di gestione che dovranno decidere dove e quanto destinare delle risorse previste, in poche parole la spartizione delle quote del lauto banchetto.
I posizionamenti pre-elettorali di tutti i partiti della maggioranza evidentemente sono fumo agli occhi, una cortina per nascondere quell’unanimità sostanziale che unisce tutte le forze politiche e tutti gli attori sociali.
Sta ai lavoratori e alle lavoratrici, a chi in questi mesi durissimi non ha abdicato ai propri compiti, e soprattutto non ha portato il cervello all’ammasso, dare una risposta di lotta e di mobilitazione ampia e articolata per respingere l’attacco in corso e difendere i propri interessi.