DURA LEX SED… PRELEX
In allegato il DM sul finanziamento dell'indennità per l'attività prelegislativa.
Si terrà nella giornata di oggi la riunione concernente l’informativa sul DM di attuazione dell’art. 1, comma 685, della Legge di Bilancio 2018 che prevede la distribuzione di 7 milioni di euro ai lavoratori che svolgono, all’interno degli Uffici Centrali, la c.d. attività prelegislativa.
L’amministrazione ha già inviato la bozza del provvedimento di cui sarà data la solita informativa “blindata” che non lascerà spazio ad alcuna possibilità di modifica e che concluderà il percorso intrapreso dal MEF “in solitaria” durante l’iter di approvazione prenatalizio della Legge di Bilancio 2018.
Senza scendere nel dettaglio delle modalità di corresponsione, appare comunque chiaro che il DM è stato approntato con i più classici criteri di spartizione: viene previsto non solo il coinvolgimento dei lavoratori che svolgerebbero direttamente l’attività premiante ma anche di coloro che si occupano delle attività di supporto connesse. Il tutto si sostanzia con l’individuazione di 316 dirigenti e 1505 lavoratori delle aree, per un totale di 1821 unità, tra i quali saranno ripartiti i 7 milioni di euro. Ovviamente la Ragioneria Generale dello Stato, vera artefice dell’intera operazione, incassa 1307 posizioni remunerate (poco più del 70%) sulle 1821 disponibili.
Nell’arco di cinque mesi il MEF sembra quindi portare a conclusione l’ennesima operazione sperequativa, finalizzata a differenziare e a dividere i lavoratori utilizzando lo strumento del salario accessorio. Da tempo la USB PI MEF sta denunciando il progetto dell’amministrazione e gli strumenti utilizzati per realizzarlo insieme ai sindacati complici: si è partiti dalla sottoscrizione di accordi con risorse del FUA destinate agli uffici che le avevano prodotte (assistenza fiscale, convenzioni) per poi passare al CUT che non solo differenzia i lavoratori delle Commissioni Tributarie da quelli del MEF ma addirittura crea una sperequazione tra le stesse Commissioni Tributarie. Non a caso la c.d. indennità prelex è stata ribattezzata immediatamente come “il CUT degli uffici centrali”. Sullo sfondo, inoltre, rimangono il progetto di distribuzione differenziata della c.d. cartolarizzazione in base alle attività degli uffici e l’applicazione del sistema di valutazione che, combinato con quanto disposto dal CCNL Funzioni Centrali, porterà all’estremo la differenziazione nella ripartizione del salario accessorio tra i lavoratori.
E, si badi bene, tutto questo accade in un ministero che non ha mai visto pubblicato un bando per la mobilità interna che almeno potrebbe dare ai lavoratori la possibilità di accedere agli uffici più remunerativi in base alla semplice disponibilità dei posti vacanti ed in modo trasparente e sistematico.
È l’ennesima operazione portata a casa dall’amministrazione del MEF, dicevamo, nell’ottica del divide et impera e che risulta oltremodo funzionale a fidelizzare la catena di comando in un settore particolarmente strategico del MEF che si potrebbe ritrovare, fin da subito, a dover gestire in anteprima misure normative di tagli lineari della spesa pubblica sicuramente impopolari.
E lo stanziamento di 7 milioni di euro previsto dal DM risulta del tutto intollerabile perché è chiaro che poteva essere utilizzato per finanziare la prima tranche della perequazione dell’indennità di amministrazione di tutto il personale del MEF portando beneficio ad una platea di lavoratori sicuramente molto più ampia.
Questa vertenza, che attualmente sta segnando il passo per l’assenza dei necessari interlocutori istituzionali, non dovrà essere abbandonata ma, al contrario, perseguita con maggiore convinzione. Deve essere chiaro a tutti, però, che questa rivendicazione deve uscire dalle strettoie della burocrazia sindacale e legale per trasformarsi in una vera e propria battaglia politica che potrà anche vedere momenti di dura mobilitazione dei lavoratori su tutti i posti di lavoro del MEF.
Nessuno spazio, quindi, per le misere operazioni di autofinanziamento della perequazione utilizzando le risorse del FUA che non porterebbero alcun beneficio economico ai lavoratori danneggiandone oltretutto una parte. Si tratta invece di costruire una battaglia vera per costringere amministrazione e parte politica a reperire i fondi aggiuntivi necessari a sostenere economicamente l’intera operazione.
USB sarà, come sempre, tra i lavoratori che lottano per i propri diritti.