Fermiamo in tempo questa follia: le lavoratrici e i lavoratori pubblici non si arruolano per il riarmo, la guerra e la fine dello stato sociale. Il 15 marzo occorre stare nella piazza giusta.
Sabato 15 marzo ore 15:00 Roma - piazza Barberini: No all'Unione Europea che si riarma, no alla difesa comune, la sicurezza è nel ripudio della guerra. L'effetto Serra nuoce alla pace!
I sostenitori della pace e contrari al riarmo si ritrovano in piazza Barberini, nella stessa giornata nella quale l'appello di Michele Serra riunirà tutti coloro che sostengono l'UE del riarmo e degli 800 miliardi da sottrarre a lavoro e stato sociale.
C'è una incompatibilità assoluta, che la storia ha dimostrato sempre, tra gli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici e gli interessi di chi vuole fare la guerra.
C'è una incompatibilità assoluta anche tra la scelta di spendere cifre colossali per armamenti e tecnologie militari, e quella di destinare invece il frutto della ricchezza collettiva al miglioramento della società, dei servizi pubblici, dei diritti individuali e collettivi, della sanità, delle pensioni, dell'istruzione, della cura delle persone.
Quello che succede oggi però ci porta di fronte a un salto di qualità, di quelli dai quali non si torna indietro. L'idea di rilanciare il progetto dell'Unione Europea sul riarmo e la creazione di un nemico da abbattere, fa entrare tutti noi in una spirale che può condurre a esiti catastrofici.
Quelle organizzazioni sindacali che hanno deciso di scendere nella piazza che sostiene l’Europa anche nel suo rilancio armato, sbagliano!
I lavoratori sono sempre stati portatori di pace e di progresso, quella piazza non è la loro piazza.
Lo dicono con grande chiarezza le reazioni veementi, indignate, preoccupate, sconcertate di tante e tanti iscritti e delegati di queste organizzazioni, soprattutto dopo la scelta di Landini di schierare anche la CGIL dentro la piazza chiamata da Serra. Troppo grande la contraddizione di chi a parole sostiene lo Stato Sociale, di chi chiede risorse sui contratti pubblici e poi scende in una piazza che sostiene l'esproprio e la razzia dei soldi pubblici per finanziare l'acquisto di armamenti.
Sarebbe perfino troppo facile chiedere a chi non ha firmato i contratti pubblici per assenza di risorse, come pure noi abbiamo fatto e lo rivendichiamo, che contratti pensa di trovarsi davanti le prossime tornate, quando l'espropriazione e il saccheggio dei soldi pubblici per finanziare l'acquisto di armamenti non lascerà neanche le briciole per i lavoratori.
Ma il livello della questione è molto più profondo. Qui salta proprio un sistema valoriale, un sentirsi a casa per molti nella organizzazione di Giuseppe Di Vittorio, degli scioperi durante il Fascismo, come salta totalmente il valore costituzionale dell'articolo 11, già vilipeso da tanti Governi, ma mai messo in discussione dalle organizzazioni sindacali.
Da qui a sabato 15 cercheranno in tutti i modi di dipingerla diversamente, di imbellettarla, ma la sostanza è chiara e chi sta in quella piazza è nemico dei lavoratori, dei cittadini e di tutti noi
In quella data, USB Pubblico Impiego sarà, insieme alla propria confederazione, nella Piazza giusta, quella che denuncia questo scempio, quella che chiede pace, Stato Sociale e aumenti salariali: Piazza Barberini a Roma per dire No all’Unione Europea che si riarma, sì alla pace!
Una immediata risposta ai signori della guerra che immediatamente ci proietta verso la manifestazione nazionale indetta da USB il 5 aprile che metterà al centro il tema del salario e dei rinnovi contrattuali e il no alla folle corsa al riarmo che segna il definitivo passaggio verso una economia di guerra.