Gli avremmo detto che .....

Roma -

Lunedì 12 giugno 2006, il Presidente del Consiglio Prodi ha invitato a colazione i segretari di Cgil, Cisl e Uil e, nel pomeriggio, i fantasmi dell’UGL.
Ma non ha invitato la CUB, quarta confederazione del Paese presente al CNEL.
Così, oltre duecento lavoratori hanno "banchettato" a pane, mortadella e vino rosso di fronte Palazzo Chigi mentre all’interno prendeva avvio la "colazione riservata" sulla manovra bis fra Governo e CGIL CISL e UIL.

Ma perché questo governo di centrosinistra non ci ha invitato?

 

Forse, perché gli avremmo detto che:

1) la concertazione ha segnato l’avvio di un processo di impoverimento del mondo del lavoro e che quindi non va rilanciata ma definitivamente abolita;
2) il rapporto deficit/PIL era del 108,1% nel 1992 ed ora è del 108,3% e che, quindi, 14 anni di sacrifici in nome della concertazione, oltre a vuotare le tasche dei lavoratori, non hanno prodotto alcun beneficio per il Paese;
3) è necessario ridistribuire la ricchezza prodotta; in Italia i ricchi sono diventati sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri e una quantità enorme di famiglie oggi è a ridosso o sotto la soglia di povertà e che quindi serve una finanziaria in cui a pagare non siano sempre gli stessi;
4) è ora di farla finita di assistere gli imprenditori e i capitalisti italiani che negli ultimi vent’anni hanno smesso di investire nella produzione e si sono gettati sulla finanza con il risultato, evidente a tutti, di una perdita di competitività internazionale fortissima;
5) è ora di smetterla con la precarietà del lavoro e della vita cominciando con l’assumere definitivamente tutti i precari della pubblica amministrazione;
6) è indispensabile rilanciare il sistema previdenziale pubblico, universalistico e di qualità, agganciandolo alla dinamica salariale, se si vuole evitare un impoverimento di massa per i nostri lavoratori anziani;
7) bisogna lasciare il TFR nella piena disponibilità dei lavoratori e che comunque va eliminato lo scandaloso meccanismo del silenzio assenso per i Fondi pensione;
8) i salari non tengono più il costo della vita e sono assolutamente insufficienti a garantire una vita dignitosa e che quindi è indispensabile reintrodurre un meccanismo di tutela automatica dei salari e delle pensioni dal caro vita (scala mobile);
9) sono necessarie vere relazioni sindacali con chi rappresenta il mondo del lavoro e la fine delle discriminazioni e della pratica nefasta dello "scegliersi le controparti";
10) è necessario, una volta per tutte, definire criteri certi di rappresentanza e rappresentatività sindacale e prevedere l’obbligo del referendum sui contratti tra i lavoratori interessati.

Il Governo Prodi, poi, in tema di Pubblica Amministrazione, dimostra di essere in piena continuità in quanto a scelte e obiettivi politici con le politiche dei governi precedenti: smantellamento della P.A., non solo per ripianare il debito pubblico (basta pensare alla manovra economica ed alle dichiarazioni del ministro Padoa Schioppa) ma, soprattutto, per cancellare definitivamente il ruolo e la funzione dello stato sociale a partire dalla P.A.
Questo è la sintesi dell'incontro che si è tenuto nel pomeriggio del 14 giugno 2006 a Palazzo Vidoni, tra il Ministro Luigi Nicolais del nuovo ministero "Riforme e innovazione nella Pubblica Amministrazione" (ex Funzione Pubblica) e le Confederazioni sindacali.


La valutazione di questo primo incontro è, come ovvio, fortemente negativa.
Il Ministro ha parlato di rilancio della "politica" della pubblica amministrazione attraverso l’innovazione tecnologica, lo svecchiamento del personale, il rilancio del sistema premiante e la rivitalizzazione della riforma Bassanini .
Il raggiungimento degli obiettivi è, ovviamente, e indissolubilmente legato alla "concertazione" con Cgil, Cisl e Uil.
Precariato e contratti per il Ministro rappresentano "la contingenza" che, però, non deve ipotecare l'obiettivo finale e, cioè, "ridisegnare la macchina complessiva della pubblica amministrazione."
La Rdb/CUB, unica voce fuori dal coro, ha invece posto il rilancio della P.A. attraverso massicci investimenti economici.

Abbiamo ribadito che occorrono, da subito, atti concreti del Governo a cominciare dal prossimo DPEF, documento politico della futura Legge Finanziaria.

 

1)    nuove risorse finanziarie, a partire dal rinnovo dei contratti, a fronte dei pochi euro "elargiti" ai lavoratori dalla finanziaria 2006 (la perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni è pari ad oltre il 18% tra il 2001-2004); 
2)    sblocco delle assunzioni;
3)    definitiva stabilizzazione di tutti i lavoratori precari della P.A.;
4)    reinternalizzazione di tutti i servizi pubblici dati in appalto;

5)    valorizzazione della professionalità dei dipendenti pubblici con il diritto, per tutti, alla carriera.

La nuova fase politica, la ripresa della concertazione e l'emergere di una evidente contraddizione politica tra promesse elettorali e scelte concrete del Governo, disegnano per i lavoratori un futuro percorso di lotta e di mobilitazioni per imporre una radicale inversione di tendenza.

La RdB/CUB non ha governi amici.

Non ha avuto remore a lottare contro le decisioni del Governo Berlusconi e non le avrà contro quelle del governo Prodi.