I normalizzatori e le lezioni di democrazia
Due fumate nere al tavolo per la contrattazione FRD quota 20% sede RTS di Salerno e ora si allunga... l'ombra dei normalizzatori!
Abbiamo avuto modo di intercettare un comunicato unitario di CGIL, CISL e UIL riguardo la contrattazione del Fondo di risultato della sede RTS di Salerno ricco solo di fantasiose interpretazioni contrattuali.
La scorsa settimana, vogliamo ricordare, alla RTS di Salerno abbiamo assistito alla seconda tristissima “lezione di democrazia” dopo quella tenutasi il giorno 19 giugno u.s. È avvilente doverlo dire ma la lezione non ce l’ha data solamente la parte datoriale, rappresentata dal dott. Luigi Apicella, che testardamente si è chiuso a difesa dell’accordo Nazionale FRD quota 80%, impedendo de facto ogni tipo di mediazione alla RSU. La lezione ce l’hanno data, soprattutto, le organizzazioni sindacali CGIL CISL UIL presenti al tavolo, che con argomentazioni del tutto pretestuose e persino puerili, hanno alzato gli scudi contro la possibilità, prevista dall’accordo Nazionale di modificare, motivando, i parametri nell’accordo di sede dell’FRD quota 20%. Arroccate nella protezione della supremazia e dell’esclusività del loro ruolo ai tavoli dove si svolge la vera contrattazione. Ruolo che non può essere messo in discussione dalla presenza di maggioranze RSU nemmeno se supportate da ben quattro OO.SS. (USB, FLP, UNSA e CONFINTESA). E pensare che la legge assegna sul piano della contrattazione la piena titolarità alle RSU che “possono” essere affiancate dalle organizzazioni sindacali!
Fino a pochi minuti prima di affrontare il tema “tabù”, la parola democrazia era stata citata più volte, nel ribadire la necessità che tutti i lavoratori possano vedere riconosciuto il loro diritto ad adeguare la distribuzione del salario accessorio secondo parametri e criteri di redistribuzione del Fondo risorse decentrate che rispecchi maggiormente le dinamiche organizzative dell’ufficio.
Ci saremmo aspettati che lo stesso concetto di democrazia venisse applicato, con maggiore forza, anche nel momento di far passare la proposta RSU, che al tavolo raccoglieva, in ogni caso, il maggior consenso possibile. Invece, CGIL CISL e UIL hanno voluto relegare la RSU a tavoli di contrattazione dove si contratta poco... o meglio niente! Delegittimando l’unica parte sindacale eletta direttamente dai lavoratori e dalle lavoratrici, dimostrano ancora una volta che, per questi paladini della democrazia a chiacchiere, le RSU servono solo a portare voti ai fini della rappresentatività e della spartizione delle agibilità che ne conseguono. Ci auguriamo che lavoratrici e lavoratori si ricordino di tutto questo, soprattutto quando saranno chiamati a candidarsi nella prossima tornata elettorale.
Riteniamo che le lavoratrici e i lavoratori comprendano chiaramente perché le osservazioni fatte a conferma della loro tesi da CGIL CISL UIL sono false e pretestuose basta citarne alcune: “non capiamo a quale scopo…, la contrattazione è appannaggio delle organizzazioni sindacali!…, l’unica proposta valutabile sul tavolo della negoziazione è l’accordo integrativo nazionale…, l’eventuale adeguamento dei criteri, in sede di negoziazione territoriale di cui all’art. 7 comma 7 del C.C.N.L., richiede una puntuale documentazione a supporto, di data certa e valevole per il periodo oggetto di contrattazione…” eccetera.
Veniamo invece alla legittimità o meno dell’accordo o delle decisioni univoche della RSU. La difesa del ruolo di un organismo è per noi importante. Se la RSU rinunciasse a questo ruolo che senso avrebbe? Se deve solo ratificare anche le briciole che la contrattazione nazionale le lascia, non ha senso. Ma per la Triplice le RSU non servono per negoziare. Contratto dopo contratto, legge dopo legge, circolare dopo circolare sono state eliminate tutte le materie che prima erano appannaggio della RSU. Nemmeno la pulizia dei bagni sono oggetto di contrattazione decentrata. Dite ora ai vostri eletti cosa contratta la RSU se non solo il 20% delle risorse FUA? Infine, si rinuncia anche a questo e allora tanto vale fare un accordo unico a livello nazionale distribuendo il 100% del Fondo. Non si creano ritardi per la raccolta di tutti gli accordi delle diverse sedi e si paga più celermente!
Alla parte pubblica, che mentre scriviamo riconvoca le parti per la terza volta, diciamo che se la convocazione ha alle basi le stesse premesse delle precedenti si prepari a ricevere il nostro fermo NO!
Il Direttore se non riesce a condividere una proposta che raccoglie al tavolo il maggior consenso possibile (RSU e 4 OO.SS.) e già di mediazione, rispetto a quelle da lui stesso sottoscritte e registrate dall’Organo di controllo negli anni scorsi, abbia il coraggio di assumersi la responsabilità di firmare un accordo di minoranza con i normalizzatori CGILCISLUIL e di affrontare con un "accordicchio" il giudizio dell’Organo di controllo.
USB MEF RTS Salerno