IL MURO DI GOMMA

Roma -

Nei giorni scorsi la USB MEF ha fatto pervenire all’Amministrazione una richiesta urgente di attivazione del tavolo negoziale in merito al FUA 2014, alle nuove riqualificazioni, alla cartolarizzazione 2013 e al contributo unificato. La richiesta di convocazione è l’ultima di una serie di note inviate all’Amministrazione e rimaste quasi tutte senza alcun riscontro. Dette note, inoltrate già da alcuni mesi, iniziano con le istanze di informazioni e incontri sulle ricadute organizzative al MEF derivanti dalle applicazioni di vari dispositivi normativi e arrivano alle richieste degli atti inerenti allo spostamento e alla lavorazione in altre RTS di provvedimenti in carico alla RTS di Roma.

Le uniche risposte che l’Amministrazione ha fornito riguardano la vertenza contro le zone grigie del MEF, che sta interessando gli incarichi istituzionali conferiti dall’Amministrazione e tutta la gestione dell’area “Amministrazione trasparente” sul sito istituzionale in ordine agli obblighi normativi di pubblicizzazione e altro. Su questo argomento sarà fornita a breve tutta l’informazione specifica con le conseguenti considerazioni.

A parte la suddetta eccezione, la strategia adottata dall’Amministrazione è quella del classico “muro di gomma” con conseguente riduzione drastica delle relazioni sindacali e palese omissione di parte considerevole dell’informazione. Questo ha già prodotto un calo considerevole delle agibilità sindacali soprattutto nel diritto d’informazione, confronto e partecipazione.

Il nuovo corso non è casuale e non deriva solamente dalla modalità soggettiva introdotta dal Capo Dipartimento dott. Luigi Ferrara, ma è la conseguenza diretta della ridefinizione al ribasso degli ambiti riservati alla rappresentanza sociale nell’era di Renzi. L’amministrazione del MEF è sempre stata sensibile alla volontà politica, anche per il suo ruolo di ministero chiave, ma bisogna dire che prima sapeva almeno farlo con un minimo di stile e dignità.

I tempi però cambiano e al MEF ci si adegua con consapevole subalternità agli input della parte politica anche nelle relazioni con le parti sociali.

Ovviamente tutto questo è funzionale ai processi di destrutturazione del MEF a livello centrale e soprattutto territoriale poiché persegue il tentativo di mantenere ancora una sorta di narcosi sociale nel nostro Dicastero, prima ottenuta con altri strumenti.

In precedenti comunicati si è avuto modo di analizzare il percorso del “nuovo MEF” tracciato al riparo da grandi conflitti per la riduzione dei danni operata verso i lavoratori del MEF. Questo contenimento delle ricadute negative sul personale è stato ottenuto dall’Amministrazione che ha utilizzato la possibilità di erogare residue quote di salario accessorio e di tutelare i lavoratori sottoposti a mobilità forzata per via della soppressione di uffici, passaggi di competenze e accorpamenti vari.

Questa fase è finita. Il MEF difficilmente potrà attenuare le ripercussioni dei provvedimenti in itinere, in particolare la riduzione degli uffici territoriali di tutta la pubblica Amministrazione e la prosecuzione dei blocchi contrattuali.

Probabilmente anche per questi motivi, nel nostro Dicastero, si è pensato bene di depotenziare le possibili reazioni future, togliendo spazio alla rappresentanza sociale.

Ovviamente la USB MEF non ci sta ed è intenzionata a difendere con tutti i mezzi i diritti e gli spazi di agibilità, ma soprattutto intende lanciare vertenze specifiche di settore da supportare con la mobilitazione dei lavoratori.

Intanto la convocazione sul salario accessorio e sulle nuove riqualificazioni non può subire ancora dilazioni e, se non ci saranno novità nei prossimi giorni, la USB metterà in campo forme di pressione insieme ai lavoratori per costringere l’Amministrazione ad aprire il tavolo negoziale.

Un altro fronte caldo è rappresentato dalla condizione ormai insopportabile degli uffici territoriali, che da anni subiscono tagli e sopportano l’aumento esponenziale dei carichi di lavoro. La recente chiusura di dieci RTS ha ulteriormente aggravato la suddetta condizione soprattutto negli uffici accorpanti che hanno preso in carico le competenze di quelli soppressi.

Anche su questo l’Amministrazione è latitante e non ha mostrato l’intenzione di attivarsi per adottare misure almeno di carattere emergenziale in attesa di un progetto riorganizzativo organico.

L’unico provvedimento in essere, e che tra l’altro è estraneo alle problematiche analizzate, riguarda il trasferimento di fascicoli specifici dalla RTS di Roma verso altre RTS a livello nazionale per effettuare le relative lavorazioni. Quest’anomalia operativa avviene in clandestinità, mediante accordi tra Direttori di sede con la supervisione della RGS e senza uno straccio di disposizioni formali.

La USB MEF ritiene necessario coinvolgere i lavoratori su un percorso vertenziale che metta al centro la vivibilità generale degli uffici periferici costruendo adeguate forme di mobilitazione.

IL MURO DI GOMMA PUÒ E DEVE ESSERE SQUARCIATO!!