IMMACOLATA VERGINITÀ

Roma -

Un’organizzazione sindacale, in data 15 giugno u.s., ritenendosi ingiustamente offesa per essere stata citata nel comunicato USB “DM Prelex: la tonnara!”  come corpo unico con CGILCISL e amministrazione, ci accusava di fare disinformazione riportando “una serie di inesattezze grossolane”.

Il peso effimero dei contenuti di tale comunicato non avrebbe meritato risposta, se non altro per risparmiare a noi e ai lavoratori un tedioso giro di controcomunicati ma, visto che siamo stati “sfidati” a pubblicare le prove di quanto abbiamo affermato, non possiamo tirarci indietro dall’accettare…

Entriamo quindi nel merito della questione. Era il 29/3/2017 quando, a seguito dello stanziamento dei fondi per gli sviluppi economici 2017 nell’accordo FUA 2016, l’amministrazione presentò al tavolo negoziale una proposta indecente che vedeva, oltre ai criteri per le progressioni, l’introduzione di varie prebende. Per necessità d’informazione, riportiamo di seguito i dati salienti di quell’accordo:

- vennero aumentate le posizioni organizzative senza alcuna garanzia di controllo formale sui criteri di conferimento degli incarichi (costo complessivo euro 2.000.000);

- vennero istituite le indennità relative al sistema di gestione della sicurezza destinandole a coloro che rivestono incarichi specifici conferiti unilateralmente dall’Amministrazione (costo complessivo euro 820.000);

- fu istituita l’indennità per i conducenti di automezzi (costo complessivo euro 115.500);

- venne stabilita una maggiorazione di euro 1.000 all’indennità vigente per i direttori delle segreterie delle Commissioni Tributarie che accettassero, previa partecipazione volontaria ad apposito interpello, l’incarico in una sede diversa da quella di appartenenza per la quale, però, loro stessi abbiano deciso di concorrere.

- infine le progressioni economiche anno 2017 mantenevano le caratteristiche ipocrite della formazione e la selettività.

USB contestò con fermezza l’accordo e non lo sottoscrisse. Oltre all’USB, anche un’altra organizzazione, una tantum, decise di non firmare in considerazione della propria avversione per accordi che sottraggono le risorse dal FUA (cit.).

L’accordo in questione, a seguito di registrazione da parte degli organi di controllo, venne firmato in via definitiva il 26/7/2017 (teniamo bene a mente questa data).

Si arriva quindi al 14 maggio 2018, giorno della contrattazione del FUA 2017.

Nel frattempo, però, è stato sottoscritto all’Aran (ma non dalla USB) il vergognoso CCNL Funzioni Centrali il cui art. 77, al comma 1, consolida e cristallizza le risorse già destinate nelle annualità precedenti alle posizioni organizzative dichiarandole non più disponibili per la contrattazione. Ma come se niente fosse, durante la campagna elettorale RSU 2018, proprio quell’organizzazione sindacale non firmataria dell’accordo ma firmataria del CCNL di cui sopra, auto ammantandosi di una immacolata verginità, cavalca il malcontento dei lavoratori derivante dalla differenziazione salariale scaturita da tutti gli accordi sul salario accessorio del MEF, posizioni organizzative comprese.        

Quel che accade durante la contrattazione sul FUA 2017 è storia recente. CGILCISLUIL chiedono la rigorosa applicazione dell’art. 7 comma 3 del CCNL Funzioni Centrali e la conseguente esclusione delle OO.SS. non firmatarie dal tavolo negoziale nonostante la USB, sindacato maggiormente rappresentativo nel Pubblico Impiego, abbia impugnato, davanti al giudice ordinario, la clausola contrattuale invocata dalla triplice. Il tentativo delle suddette OO.SS. e dell’Amministrazione, ormai un corpo e un’anima, è chiaro: silenziare ogni forma di dissenso e di contrasto alla cogestione e al collaborazionismo praticati sul tavolo negoziale.  

L’accordo FUA 2017 viene firmato dalle organizzazioni sindacali presenti, ad eccezione dell’UNSA, e i frutti avvelenati del nuovo corso del MEF sono sotto gli occhi di tutti. Nonostante il voto RSU “ancora caldo”, l’organizzazione sindacale non firmataria dell’accordo del 26/7/2017 sottoscrive un’intesa che, nelle ultime 4 righe della prima pagina, conferma tutto l’impianto di elargizioni determinato proprio dall’accordo non sottoscritto all’epoca, destinandogli le risorse necessarie. Ma non basta… Nell’accordo FUA 2017 sono anche inserite clausole programmatiche per il 2018 che prevedono l’istituzione di nuove indennità (antiriciclaggio, difesa in giudizio dell’amministrazione) che distrarranno altre risorse dal FUA e porteranno ulteriori divisioni tra i lavoratori del MEF.

Quel che non si firma prima, quindi, per motivi spudoratamente elettorali, lo si può firmare tranquillamente ad elezioni finite… e se l’amministrazione ti da un aiutino celando il tutto dietro un’asettica data, allora tanto meglio!!

Cosa rimane a questo punto della immacolata verginità tanto sbandierata durante la campagna RSU 2018? Cosa rimane delle aspettative dei lavoratori trascorso solo un mese dal voto? Nulla… a parte la consapevolezza che qualcuno ha la pretesa di trattarli da “tonni” e che, di certo, questo qualcuno non è la USB.