Incremento esponenziale della pandemia, ma il lavoro agile al MEF resta fermo alle precedenti disposizioni

Roma -

Pur apprezzando i tentativi dell’Amministrazione di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori, non è possibile condividere a pieno quanto la stessa ha proposto nella riunione del 12 gennaio.

Non è stato accettato dall’Amministrazione quanto proposto da diverse OO.SS., cioè di attenersi sì alle “cosiddette” direttive del Dipartimento di Funzione Pubblica (per intenderci Brunetta), ma di considerare la prevalenza in presenza per il 51% delle giornate lavorative per tutti i lavoratori del MEF, ossia dieci giorni di lavoro agile per tutti, almeno sino al termine di questa ultima ondata di recrudescenza del virus.

L’adeguamento nell’articolazione del lavoro agile, sempre per non uscire dai dettami brunettiani, proposto dall’Amministrazione è la possibilità di organizzare le giornate già “concesse” su base semestrale e non più mensile. Una volta finite le giornate di lavoro agile a disposizione si recupera con il lavoro in presenza.

Va bene la possibilità di rendere più flessibile il ricorso al Lavoro Agile e prevedere la programmazione nell’arco di sei mesi, ma partendo da un unico criterio valido per tutto il personale, senza lasciare spazio alla discrezionalità della dirigenza.  USB MEF ha più volte criticato la circolare Brunetta che rivela l’assoluta mancanza di serietà e credibilità di un ministro che continua a condurre una crociata personale contro i dipendenti pubblici colpevoli, a prescindere, di essere “fannulloni” nonostante abbiano garantito servizi pubblici essenziali e welfare durante tutte le fasi della pandemia. Nella circolare del 5 gennaio si continua a parlare di “prevalenza” in presenza rispetto alle giornate di lavoro da remoto e tale concetto è ripreso nella nota che l’Amministrazione intende pubblicare oggi sulla Intranet, senza però tenere conto che le giornate di Smart Working sono state già fissate per ogni dipendente nelle domande inserite nell’applicativo Intranet, e su quelle giornate, in alcuni casi ridotte da dirigenti poco favorevoli allo Smart Working, si farà la moltiplicazione per sei mesi, dando un risultato insufficiente a garantire in questo tragico periodo la sicurezza e la tutela della salute. Se la matematica non è un’opinione, dal 1° gennaio al 30 giugno 2022 ci sono 125 giorni lavorativi, quindi per il concetto della prevalenza, basterebbe non superare 62 giorni in lavoro agile e la norma sarebbe rispettata. Questo abbiamo quindi chiesto all’Amministrazione del MEF, il rispetto del concetto di prevalenza per tutti i dipendenti del Mef.

Più volte come USB MEF abbiamo denunciato all’Amministrazione quelle che il Dr Perna (responsabile dell’Ufficio Relazioni Sindacali) ha definito in un precedente incontro le “patologie” nell’organizzazione degli uffici. Cioè che molti dirigenti del MEF non hanno “concesso” il massimo dei giorni possibili con le precedenti disposizioni che non verranno cambiate nella loro sostanza dalla circolare in via di emanazione.

Per questo non possiamo condividere quanto proposto dall’Amministrazione che è più propensa a garantire la sua fedeltà alle norme e non ha nemmeno osato utilizzare tutte le possibilità che la norma stessa, come abbiamo dimostrato, offrirebbe.

Non sappiamo se essere amareggiati o arrabbiati, certo fortemente delusi!

USB PI MEF