La denuncia di USB alle Procure di tutta Italia ha fatto centro: l’Antitrust mette sotto inchiesta le aziende energetiche
Dal Nazionale - L’Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM) ha avviato sette istruttorie e adottato sette provvedimenti cautelari nei confronti di Enel, Eni, Hera, A2A, Edison, Acea ed Engie per le modifiche unilaterali illegittime del prezzo di fornitura di energia elettrica e di gas naturale. Ne danno notizia i media di oggi 13 dicembre che però si sono dimenticati della denuncia che USB inoltrò alle Procure di tutta Italia (non meno di 30) tra la fine di settembre e i primi giorni di ottobre per contestare i mancati controlli delle autorità preposte (tra cui la stessa AGCM) sugli aumenti ingiustificati dei prezzi del gas e dell’elettricità.
Ci è voluto un po’ di tempo ma alla fine qualcosa si è smosso. Ora si scopre che sarebbero oltre 2milioni e 600mila i consumatori già truffati da sette società energetiche ma addirittura 7 milioni e mezzo quelli interessati dalle comunicazioni di variazioni di prezzo inviate dalle aziende e che fortunatamente dovranno essere ritirate.
Le imprese dovranno sospendere l’applicazione delle nuove condizioni economiche, mantenendo o ripristinando i prezzi praticati prima del 10 agosto 2022 e, inoltre, dovranno comunicare all’Autorità le misure che adotteranno al riguardo.
La denuncia presentata dall’avv. Vincenzo Perticaro di USB si basava proprio sulla presa d’atto “di un ingiustificato rialzo dei prezzi del gas e dell’energia elettrica con una ingente moltiplicazione dei ricavi da parte delle società che li commercializzano e/o distribuiscono e ingenti danni per gli utenti” e chiamava in causa oltre le società oggi sotto inchiesta anche le autorità deputate al controllo, in particolare ARERA, AGCM e Mister Prezzi (Garante per la sorveglianza dei prezzi istituito presso l’allora Ministero per lo Sviluppo Economico – MISE).
A capire che qualcosa non andava era stato lo stesso governo Draghi che, prima aveva istituito la tassa sugli extraprofitti (poi risultata praticamente inservibile, tanto che il governo Meloni sta provando a riformularla, chissà con quali esiti) e poi, col Decreto Aiuti bis di agosto, sospendeva la possibilità per le aziende di modificare il prezzo delle forniture di energia e gas fino al 30 aprile 2023.
Nessuno riconoscerà mai a USB di aver messo il dito nella piaga e aver costretto le autorità a muoversi. Tantomeno ARERA che i primi di novembre rispose formalmente alla nostra richiesta di accesso agli atti che “tutta la documentazione ostensibile” era pubblicata sul loro sito ufficiale. In realtà dal sito di ARERA non risulta perché le aziende abbiano unilateralmente deciso di aumentare i prezzi e quali controlli fossero stati effettuati fino ad allora.
Il 3 ottobre USB si mobilitò in tutto il paese con manifestazioni in più di venti città. L’iniziativa ebbe un forte clamore mediatico e fece da megafono alla denuncia. Oggi finalmente arrivano i primi risultati.