L'Amministrazione e i sindacati gialli ignorano le aspettative reali dei lavoratori
Nei giorni scorsi si è svolto un incontro tra l’Amministrazione e le Organizzazioni sindacali firmatarie del CCNL, tale incontro verteva su diverse materie calde. Ancora una volta, siamo costretti a registrare una profonda distanza tra le decisioni prese e le reali, legittime, aspettative delle lavoratrici e dei lavoratori. Le presunte migliorie presentate risultano essere del tutto insufficienti, tardive e, in alcuni casi, discriminatorie.
Ma andiamo per ordine. Per cominciare l’orario di lavoro, i piccoli passi che sono stati fatti rimettendo mano al Contratto integrativo del MEF non bastano e creano disparità. La modifica all'orario di ingresso, anticipato alle 7:00, rimane limitata a "documentate ragioni straordinarie", vanificandone l'utilità per la maggior parte delle lavoratrici e dei lavoratori. L'ampliamento della flessibilità della pausa pranzo da 30 a 60 minuti è solo un minimo passo avanti. Non è con misure frammentarie che si risponde alle esigenze di conciliazione vita-lavoro, insomma un CCNI che è nato e resta praticamente inutile. Vale la pena di ricordare che USB è stata l’unica organizzazione sindacale a non sottoscrivere il CCNI del MEF!
USB aveva ribadito che il profilo orario 8/15:42 doveva rimanere nella piena disponibilità di tutto il personale senza alcuna limitazione o riserva per alcune categorie. Allo stesso modo avevamo richiesto di non ridurre la flessibilità in entrata viste le grandi difficoltà di circolazione già esistenti a Roma e decuplicate dal Giubileo 2025.
Ancora una volta, come USB esprimiamo il nostro giudizio negativo sulle politiche per il personale ormai da troppo tempo adottate nel MEF anche grazie alla insussistenza della controparte sindacale presente al tavolo. Controparte arroccata nella protezione della supremazia e dell’esclusività del suo ruolo ai tavoli (con atteggiamento del tutto allineato con quello delle rispettive federazioni asservite alle politiche di Governo) e sempre più lontana dai veri bisogni dei lavoratori e delle lavoratrici.
Seconda questione lo smart working continuamente sottoposto a restrizioni. Sul lavoro agile, la posizione dell'Amministrazione è assolutamente inaccettabile. Le limitazioni introdotte svuotano di significato lo strumento, trasformandolo da opportunità di benessere e produttività a “presunto” privilegio concesso con il contagocce. Siamo molto lontani dalle necessità delle lavoratrici e dei lavoratori. USB, da subito dopo il COVID, ha proposto un aumento di 2 giornate per ogni categoria prevista dalla Policy, con 8 giornate per tutti come base di partenza. L'immobilismo su questo fronte, fa il paio con quello sul co-working e il telelavoro. La dirigenza del MEF sbandiera ovunque il proprio incessante e primario impegno per la conciliazione vita-lavoro e per rendere l’Amministrazione più efficace, efficiente e innovativa, ma i cambiamenti conseguenti e necessari restano lettera morta.
Per quanto riguarda le stabilizzazioni dei “comandi in”, dopo un’attesa a dir poco esageratamente prolungata, pretendiamo che l'Amministrazione dia un’accelerazione decisiva per chiudere immediatamente questo percorso, onorando finalmente l'impegno verso i lavoratori e lavoratrici interessati.
Altra questione ancora aperta le graduatorie delle progressioni economiche orizzontali (PEO) e il relativo adeguamento economico, i lavoratori e le lavoratrici devono registrare tempi insostenibili e delusione massima. Insopportabile è la lentezza con cui l’Amministrazione gestisce diritti acquisiti e legittime attese. Siamo di fronte a un ritardo inaccettabile per un diritto contrattuale. I lavoratori meritano risposte e pagamenti immediati, non a distanza di mesi. Alla luce dei ritardi sulla procedura precedente, manifestiamo forte preoccupazione per le PEO 2025.
Altro capitolo non certo ultimo per importanza, il salario accessorio. L’Amministrazione annuncia che i conguagli, gli straordinari (di ben tre mesi: luglio, agosto e settembre) e le somme per le controverse Posizioni Organizzative verranno corrisposti solo con lo stipendio di novembre. Questa cronica tardività nella liquidazione di somme sempre più importanti di salario dimostra una grave inefficienza amministrativa e continua a ledere il diritto dei lavoratori e delle lavoratrici nella puntualità di pagamento dei propri emolumenti.
Semplicemente vergognosa è poi la vicenda dell’ex Contributo unificato (CUT) anno 2023. I lavoratori delle Corti di Giustizia Tributarie sono ancora ben lontani dal percepire una quota dell’accessorio di competenza di ben due anni fa: nessuna bozza di accordo è stata ancora presentata al tavolo negoziale e, mentre c’è chi auspica (!) una definizione “a breve”, il pagamento delle somme spettanti ormai è solo un miraggio. Noi non dimentichiamo che queste stesse Organizzazioni Sindacali che siedono al tavolo di contrattazione perché firmatarie di un CCNL scandaloso, hanno sottoscritto la ripartizione delle risorse ex CUT tra dirigenza e personale delle aree senza preoccuparsi di vincolarla alla contestuale definizione di separato accordo concernente i criteri di distribuzione di quelle stesse risorse per i lavoratori con il risultato finale di aver sbloccato i fondi per i dirigenti lasciando al palo il personale delle aree. E adesso auspicano… Vista la situazione del tutto inqualificabile, come USB proponiamo una soluzione per addivenire in brevissimo tempo alla definizione di un accordo e al pagamento nel più breve tempo possibile. La Riforma della Giustizia Tributaria ha cancellato la normativa CUT per quanto riguarda le risorse da destinare al personale istituendo, al contempo, uno stanziamento di 7 milioni di euro all’interno del Fondo Risorse Decentrate da destinare al personale delle Corti fino all’annualità 2024 e dal 2025 anche al personale del Dipartimento della Giustizia Tributaria. Come USB proponiamo che si proceda immediatamente alla definizione di un accordo con il quale le risorse (facenti parte del FRD) vengano distribuite ai lavoratori sulla base dei criteri già adottati proprio per il FRD 2023 – Performance organizzativa – utilizzando quindi, come elemento qualificante, il grado di raggiungimento degli obiettivi istituzionali delle Corti di Giustizia Tributarie. Vedremo se Amministrazione e OOSS, dopo aver fatto più danni della grandine, sapranno prendere spunto…
Per quanto riguarda le somme del Comma 165 (Cartolarizzazione) prendiamo atto del ritorno del decreto al MEF registrato e continueremo a vigilare affinché non ci siano ulteriori rallentamenti su un accessorio fondamentale per le esigenze primarie delle lavoratrici e lavoratori di questa amministrazione.
Dell’inefficienza amministrativa ne risente anche il misero contributo per gli abbonamenti ai mezzi di trasporto sottoscritti nel 2025 che sarà possibile avere solo "entro la fine dell’anno". Anche in questo caso, la dilazione è ingiustificata e penalizzante per il personale, che anticipa le spese per mesi.
USB non può accettare che i diritti e le aspettative dei lavoratori vengano liquidati con misure parziali, dilazioni inaccettabili e inefficienze croniche. È tempo di rispetto, equità e concretezza, non di promesse tardive e insufficienti che mortificano la professionalità e il sacrificio quotidiano delle lavoratrici e dei lavoratori.
Infine, a livello nazionale il Governo Meloni si appresta a varare una nuova finanziaria incentrata sul riarmo e l’economia bellica, mentre i prezzi continuano a crescere e i salari sono fermi da decenni.
Dopo trent’anni di attacco al salario è ora di riprenderci quello che ci hanno tolto.
Il prossimo 28 ottobre con il presidio davanti al MEF ancora una volta chiederemo con forza: “Alzare i salari abbassare le armi!”.
USB PI MEF