L’Aran consegna una bozza di CCNL per le Funzioni Centrali - USB: ancora troppe distanze, servono maggiori aperture

Roma -

Dal Nazionale - È proseguito ieri mattina il confronto con l’Aran per la definizione del contratto collettivo nazionale del Comparto Funzioni Centrali. L’Agenzia negoziale del pubblico impiego ha consegnato una prima bozza di accordo i cui contenuti, a parere della USB, sono ancora largamente insufficienti per il raggiungimento di una buona intesa.

La discussione si è concentrata sulla proposta Aran finalizzata a modificare la struttura della retribuzione ed eliminare le fasce economiche all'interno delle singole aree sostituendole con “differenziali stipendiali di professionalità”.

In particolare:

  • per quanto concerne la struttura della retribuzione, la retribuzione tabellare di tutto il personale corrisponderebbe a quella della posizione di ingresso della singola area di appartenenza (l'ex F1 per ognuna delle singole aree o gli A1, B1 e C1); le progressioni economiche ottenute negli anni sarebbero scorporate dalla retribuzione tabellare e considerate “differenziale stipendiale di professionalità” avente la stessa natura contributiva e previdenziale dello stipendio tabellare; resta inteso che tale operazione garantirebbe al singolo lavoratore il mantenimento dell'attuale retribuzione se pur diversamente configurata;
  • l'istituto delle progressioni economiche consentirebbe, per il futuro, di conseguire non più la fascia economica superiore ma un incremento del “differenziale stipendiale economico”, fisso e identico per ogni area, che si andrebbe ad aggiungere a quello che ogni lavoratore già possiede. Il conseguimento del differenziale stipendiale superiore avverrebbe, nella proposta Aran, con una selezione basata esclusivamente sulla media matematica della valutazione ottenuta nell’ultimo triennio.

Diciamo subito che tale proposta presenta luci ed ombre.

Il vantaggio di tale sistema, come ha affermato anche l’Aran, sarebbe quello di semplificare le procedure di attribuzione della progressione economica dando la possibilità di ottenere differenziali stipendiali anche a chi è attualmente collocato in un livello economico apicale dell’area, e comunque garantendo maggiori possibilità di avanzamento economico a chi ha già effettuato dei passaggi economici: infatti una volta inserita nel differenziale stipendiale la somma degli attuali passaggi economici già ottenuti in virtù delle progressioni economiche effettuate, si ricomincerebbe a progredire all’interno dell’area al pari degli altri lavoratori collocati attualmente nei livelli economici inferiori. Ciò in quanto, come detto prima, tutti i lavoratori verrebbero inquadrati nella posizione di ingresso della singola area di appartenenza ed avrebbero davanti a sé potenzialmente la possibilità di conseguire tutti i differenziali stipendiali economici previsti dalla contrattazione nella singola area.

Un esempio pratico per comprendere il meccanismo. Un F3 o F4 della II Area  dei Ministeri, piuttosto che un F4 o F5 delle Agenzie Fiscali o un B2 o B3 degli Enti Pubblici non Economici, avrebbero come nuova retribuzione tabellare quella prevista per la posizione d’ingresso della II Area o Area B, mentre tutto il resto, rappresentato dai passaggi economici ottenuti negli anni, finirebbe nel “differenziale stipendiale di professionalità”, considerato a tutti gli effetti stipendio tabellare e quindi con il medesimo trattamento previdenziale di cui attualmente gode. Al differenziale stipendiale di professionalità fin qui maturato si aggiungerebbero i futuri differenziali che si otterrebbero sulla base di selezioni legate alla valutazione.

Per la verità, la soluzione proposta dall’Aran potrebbe rispondere anche all’esigenza di semplificare le modalità d’inserimento di tutto il personale del Comparto in un unico nuovo sistema di classificazione. Infatti, attualmente risulterebbe complesso collocare un apicale della III Area (Area C) degli enti pubblici non economici insieme ad un apicale della III area dei ministeri o delle agenzie fiscali, in quanto la retribuzione tabellare, che attualmente è comprensiva degli sviluppi economici ottenuti negli anni, diverge per alcune migliaia di euro tra un settore e l’altro. La proposta Aran, quindi, non è un regalo e neanche una particolare attenzione nei riguardi degli apicali delle diverse aree, piuttosto rappresenta il modo di togliersi da un impiccio.

Ma il sistema proposto presenta un punto di caduta importante: l’Agenzia propone, infatti, di attribuire i futuri “differenziali stipendiali di professionalità”, aggiuntivi a quelli già maturati, sulla base della valutazione ottenuta nell’ultimo triennio. USB ha invece proposto di utilizzare per le progressioni all’interno delle aree tre criteri che abbiano pari dignità: anzianità lavorativa maturata, valutazione e prova selettiva basata su test di natura professionale. In tal modo si bilancerebbe un criterio palesemente discrezionale qual è quello della valutazione, criterio di cui purtroppo non si può fare a meno perché previsto dalla legge prima ancora che dai contratti, ripristinando una maggiore oggettività.

Infine, non ci convincono l’impianto del nuovo sistema di classificazione proposto dall’Aran, l’articolazione e la declaratoria delle aree (cioè l'individuazione delle attività da svolgere e le specifiche professionali), in quanto distanti dalla reale organizzazione funzionale degli uffici e dalla necessità di proiettare il personale del comparto verso la pubblica amministrazione del futuro. Inoltre, ancora non è chiaro se e come sarà risolto il mansionismo o, per meglio dire, lo sfruttamento a cui sono sottoposte decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori delle amministrazioni del comparto, né come sarà applicata la norma transitoria contenuta all’art. 3 del DL 80/2021 che prevede la deroga temporanea al possesso del titolo di studio richiesto per il passaggio all’area superiore.

Ci sarebbe ancora tanto da riportare rispetto alla discussione avvenuta al tavolo. Nei prossimi giorni USB ritornerà sugli altri singoli argomenti trattati dal contratto non escludendo di proporre una nuova assemblea nazionale online che faccia il punto della situazione e si proietti verso lo sciopero generale dell’11 ottobre, all’interno del quale la vertenza contrattuale avrà grande rilevanza per la categoria del pubblico impiego.

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